Il verso della vita
La bella frase idiomatica “il verso della vita” è
usata dall’Autrice come titolo del libro non soltanto per dare pregnanza di
significato al fluire di eventi che riempiono la sua vita e il suo “cuore di
poeta”, quanto per imprimere al titolo stesso una accezione metaforica che
rimanda al verso poetico. Perché, in fondo, tutta la nostra vita, è poesia.
Ogni componimento contenuto in questo testo si presta ad una doppia lettura:
una immediata, l’altra interpretativa. Entrambe, nel loro insieme, rivelano il forte
messaggio che l’Autrice vuol trasmettere al lettore. Lo stile asciutto e ricco
di significati reconditi aiuta a trovare il doppio binario su cui si snoda
tutto il libro, sapientemente disseminato di metafore e rimandi. La totale
assenza (o quasi) di punteggiatura è, essa stessa, momento di pausa e di
“intra-visione” per l’attento lettore.
Confucio diceva: “Per il saggio la sostanza è
tutto. A cosa servono le rifiniture? Le rifiniture sono sostanza e la sostanza
sono le rifiniture”. Dalla lettura degli scritti della Martiniello si evince
una forte personalità pratica e concreta che si può definire sicuramente
“sostanziale” nel senso dato da Confucio a questo termine. Le tematiche
trattate sono vaste e complesse: l’ampio spettro spazia dal sociale all’intimista.
Se pure poste in ordine sparso, le poesie della Martiniello danno un quadro
chiaro del suo pathos. In nessun caso - sia che si guardi ai versi intimisti,
sia che si guardi agli enigmatici frammenti -, l’Autrice cambia registro di
stile, donando facilità di lettura.
Luisa Martiniello difende fortemente gli ideali
per i quali i nostri avi hanno combattuto. Sebbene sembri estremizzare, in
ultima analisi, l’Autrice difende la vita, la libertà così duramente
conquistata. Ella si presenta, dunque, come una donna tutta d’un pezzo, ricca
di valori umani. Con la sensibilità propria di chi fa poesia, resta attenta ai
fatti di cronaca additando il male che, purtroppo, colpisce soprattutto i
giovani di oggi (Ritorna il tempo, p. 47).
Vi è poi una Martiniello che mette a nudo il suo
intimo, i suoi pensieri più nascosti; costei squarcia il velo sulla sua vita di
donna e di madre. In alcuni testi poetici sono presenti frammenti della sua
personalità, parte degli eventi della sua vita e la schiettezza del vivere quotidiano.
L’Autrice non fa mistero di trovarsi a combattere contro le sue stesse paure
(Ogni cambio di stagione, p. 36). La poetessa non si risparmia neppure di
pensare al momento del proprio trapasso. Immagina quell’istante e ci dona il
suo testamento spirituale : l’arte poetica. Solo la Poesia, infatti, oltrepassa
la persona, supera il tempo e lo spazio e dona ristoro alle anime in perenne
ricerca (Se dovessi, p. 48). All’attento lettore non sfuggirà che “sostanza del
discorso” non significa assenza di Dio: una velata ma profonda religiosità,
infatti, permea tutta la raccolta. Dai versi traspare la mai assopita ricerca
di Dio che passa anche attraverso il significato delle piccole cose (materiali
e non). Una ricerca di Dio che è rousseauniana e hobbesoniana insieme : questa,
infatti, partendo dallo spirito, si sposta sulla investigazione della materia
per scomporla, rimescolarla, riunirla, per poi tornare all’immateriale,
arricchita di senso nuovo (In questo tormentato momento, p. 64). La ricerca di
Dio si trasforma in acuta sofferenza per approdare, infine, alla riva della
preghiera che raggiunge persone vicine o lontane, si immerge in frangenti di
dolore geograficamente o temporalmente distanti, ma sempre al centro del
pensiero e del cuore della Martiniello. E’ in questo quadro che trova
sicuramente collocazione l’inclinazione dell’Autrice a sognare un mondo dove la
cultura sia leva per la pace e il riscatto di tutti i popoli (Nel verso, p.
31).
Giocando, infine, sulla metafora interpretativa
suggerita dal titolo della sua raccolta poetica, si potrebbe definire la
poetessa Luisa Martiniello come “colei che ha trovato il modo di dare alla vita
il suo verso”.
Filomena Furno
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