Una Poesia, questa di Donte, i cui versi
abbracciano con dolce duttilità gli abbrivi di un’anima tutta volta a
confessare i barbagli emotivi davanti allo spettacolo di una natura polifonica
e plurale. Una simbiotica fusione fra spirito e musica, dacché è vera musica
questo Bolero che si dipana su uno spartito di perfetti endecasillabi. Una
danza che trascina e sperde, che coinvolge e prende “dentro la risacca, in languide movenze
d'abbandono”.
Nazario Pardini
Bolero
Vaga sulle onde un fremere
d'incanto,
mentre trema la luce della Luna
e alzo nel vento a te un notturno canto
che flebile s'inizia sotto il cielo;
con arte io vengo a te, mia sola amata,
tu danzi come fossi una sirena
nel mare dell'estate che è passata.
Mi ricordo il motivo della danza
ed il tuo passo al muoversi del suono,
lento Bolero, dentro la risacca,
in languide movenze d'abbandono.
mentre trema la luce della Luna
e alzo nel vento a te un notturno canto
che flebile s'inizia sotto il cielo;
con arte io vengo a te, mia sola amata,
tu danzi come fossi una sirena
nel mare dell'estate che è passata.
Mi ricordo il motivo della danza
ed il tuo passo al muoversi del suono,
lento Bolero, dentro la risacca,
in languide movenze d'abbandono.
Maurizio Donte
Nessun commento:
Posta un commento