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lunedì 2 febbraio 2015

N. PARDINI: LETTURA DI "DIPTHICHA 2" DI E. MARCUCCIO E AA. VV.




Emanuele Marcuccio e AA. VV.: DIPTHYCHA 2
TraccePerLaMetaEdizioni
Sesto Calende (VA). 2015. Pp. 184

 NOTA CRITICA A CURA DI NAZARIO PARDINI

Opera interessante, polimorfica, parenetica, e plurale, questa, curata da Emanuele Marcuccio, che assembla vari Autori nell’intento di “rivalutare la poesia, come forma di comunicazione emotiva ed empatica per eccellenza e come forma verbale più profonda mai creata dall’uomo” (Manifesto dell’empatismo). Condotta con tattica esplorativa, e con vèrve innovativa, riesce a sorprendere per la simbiotica dualità dei testi e per gli allunghi critici di valida soluzione autoptica di Luciano Domenighini, il quale afferma: “ho cercato, commentando, di privilegiare gli aspetti perifrastico ed ermeneutico rispetto a quello più strettamente analitico”. Vere explications du texte quelle del critico, e per affondi di acribia intuitiva e per inarcature d’energia perlustrativa, con cui riesce a sottolineare i giochi lessico-semantici e stilistici, puntualizzandone la natura estetica e filologica: un chiaro esempio di stesura recensiva; di come si deve condurre l’esegesi di una pièce, senza perdersi in vaghe e rocambolesche locuzioni, o in pleonastiche avventure linguistiche, stando coi piedi per terra e con l’occhio attento alla parola, ai suoi meccanismi, agli intrecci allusivi, e ai valori morfosintattici. Un manuale di accorgimenti tecnici, di applicazioni figurative, e di importanti significanti metrici. Il tutto garantito dalla inossidabile vis creativa di un poeta, quale Emanuele Marcuccio, che, facendo da primo attore in questa antologia, affianca, alternativamente, una sua poesia a quella di ogni Autore della raccolta: “Due poesie di due diversi poeti, scritte indipendentemente, anche in tempi diversi, e accomunate dal medesimo tema in una sorta di corrispondenza epatica” (nota pp. 11 del testo).  Il tutto per illustrare la  poetica di un manifesto che riunisce attorno a sé diverse voci, esemplificandone i parenetici intenti propositivi con un titolo di per sé emblematico: “Manifesto dell’empatismo”, che fa da prodromico ingresso al libro. Citarne quello che secondo me è l’articolo più attinente allo spirito generale dei fondatori è, di sicuro, fondamentale per percepire la pienezza paradigmatica dell’opera: “Noi vogliamo che tra i poeti empatisti e tutti i poeti e artisti in genere, ci sia rispetto e stima reciproca, senza nessuna presunzione di possedere la verità. Eleggiamo il dittico poetico a due voci e il *pluricanto, come forme per eccellenza di empatia poetica e come forme di poesia empatista per antonomasia”. Senza trascurare naturalmente tutti gli altri  punti del programma che ne caratterizzano la grande valenza, considerando che il canto è soprattutto generosità emotiva, e ricerca verbale. Opera, quindi, di una plurivocità accattivante, i cui duetti canori fanno da controcanto a un tema di urgente resa artistica: quello di saper tradurre le nostre contaminazioni soggettive in cospirazioni universali; in slanci verso l’oltre, dacché l’arte è qualcosa di più dell’umano; sì, ne vuole tenere di conto, ma per farne un trampolino di lancio verso l’inarrivabile: è così che mantiene quel senso del mistero che la rende unica. Ciò che si percepisce dalle molteplici composizioni di Marcuccio, il quale, attraverso le sue espressioni si fa chiara esemplificazione del nerbo di quei dettami. Forza emotiva, ricerca semantica e sonora, contenuti che non tradiscono lo slancio romantico verso l’oltre, assenza di contaminazioni epigonistiche o pleonastiche. Un fluire semplice il suo che trae dalla  vita e dai suoi perché i motivi della poesia. Tutte le questioni che hanno a che vedere col tempo, il luogo, il sogno, l’essere, l’esistere, e le inquietudini della nostra permanenza terrena. Interrogativi e insoddisfazioni esistenziali di memoria leopardiana, si è detto; ma io credo abbrivi e cospirazioni intime che chiedono slanci oltre quegli orizzonti che demarcano il nostro vivere. E che, al fin fine, tanto sono legati all’amor vitae di cui si nutre la  poetica del Nostro. Molto ci sarebbe anche da dire sugli altri poeti di questa particolare Antologia. Della loro forza emotiva, del loro stile maturo e ricco di figure allegoriche; della loro metaforicità; e soprattutto della grande padronanza metrica che sa intonarsi con vigoria significante al denominatore comune delle pièces: “emozionare con i propri versi, pur rimanendo fedeli ognuno al personale modo di far poesia”. Ne consigliamo la lettura a tutti coloro che ci seguono, dacché credo faccia loro piacere leggere una molteplicità di stili confluenti nel fiume chiaro dell’arte del dire e del sentire; come penso non sia disdicevole proporre una esemplificativa e indicativa pagina di questo innovativo testo:

Eternità

Ho vissuto tante eternità
nell’assoluta pienezza
di un attimo.
Ti ho cercato nel vento
e nell’acqua.
Ti ho trovato
e ti ho perso.
Con la morte e la vita
usavo lo stesso linguaggio
perché nelle note del tempo
arrivassi a me.
3 agosto 2003
Giusy Tolomeo


Eternità

Oltre quel fumo,
oltre quella porta,
oltre il mare immenso,
oltre l’orizzonte sconfinato,
oltre le piogge di mezz’agosto
c’è una luce che io voglio attraversare,
c’è una soglia che io voglio varcare
in questa pioggia del mio vegetare,
in questo mare del mio non vivere.
10 marzo 2009
Emanuele Marcuccio
“Emanuele Marcuccio, Anima di Poesia, TraccePerLaMeta Edizioni, 2014, p. 17.90)


*Composizione poetica ideata dalla fondatrice del nostro Movimento, Giusy Tolomeo. Una poesia composta da uno o più versi di poesie di vari poeti, scritte indipendentemente, anche in tempi diversi, seguendo uno stesso tema in una sorta di corrispondenza empatica. 



PREFAZIONE
a cura di Luciano Domenighini
curatore delle note critiche

L’idea di Emanuele Marcuccio, di affiancare una serie di coppie di testi poetici “a tema” di poeti diversi, rientra nella concezione empatica della poesia di cui il poeta palermitano è uno dei più convinti fautori, nella convinzione cioè che l’ispirazione poetica abbia un denominatore comune, risenta di un afflato univoco e fiorisca su un terreno sensitivo condiviso da tutti i poeti.
Per tale motivo quindi ogni poeta, proprio in quanto tale, potrà riconoscersi e trovare delle corrispondenze in altri.
Al di là comunque dell’adesione al credo empatico, vero è che, ogni scrittore nel momento in cui sceglie di scrivere in versi entra in un canale di comunicazione speciale e si avvale di un’alternativa espressiva del tutto particolare, dove la parola è scelta e disposta in funzione di una più diretta e aderente traduzione delle emozioni e dei sentimenti.
È per questo che lo svolgimento in poesia di un dato tema da parte di diversi poeti presenta sempre moduli e movenze, elementi di raccordo e caratteristiche comuni.
In questo libro commento ventisei dittici, in cui diciotto autori diversi si confrontano con testi poetici di Emanuele Marcuccio.
Compaiono poi tre dittici particolari: nel primo un testo di Marcuccio è accostato a un frammento del lirico greco Mimnermo da Colofone; nel secondo, su proposta di Marcuccio, si confrontano le liriche di due poetesse contemporanee, Maria Rita Massetti e Giusy Tolomeo; nel terzo, infine, il confronto è fra due maestri della poesia italiana, Carducci e Pascoli, dove il fattore di affinità riscontrato è la capacità di comprendere e descrivere la natura compenetrandosi in essa.
Il magistero linguistico e compositivo dei due grandi poeti dimostra una volta di più che la qualità della forma letteraria è il fattore principe di traduzione, evidenziazione e di tutela dell'afflato ispirativo.
Oltretutto, tale confronto critico costituirebbe un’occasione speciale per qualificare ciascun autore essendo il critico in una posizione particolarmente idonea a rilevare e distinguere le qualità formali peculiari di testi poetici differenti.
Certo è che in poesia, posto un tema, non è tanto il suo sviluppo concettuale quanto la sua traduzione formale, intesa come invenzione verbale e gestione del metro e della sintassi, a fare la differenza.
Tuttavia, nell’esegesi dei testi poetici di Dipthycha 2, rispetto a
“La Lampada di Aladino” ho cercato, commentando, di privilegiare gli aspetti perifrastico ed ermeneutico rispetto a quello più strettamente analitico.

Luciano Domenighini

Travagliato (BS), 3 dicembre 2014


Nota critica di Luciano Domenighini 

In quattro strofe, tutte al passato, la prima e l’ultima meditative e le due centrali narrative, rivelatrici e brucianti nel succedersi di tre passati prossimi (“Ti ho cercato [...] ti ho trovato/ e ti ho perso”), “Eternità” di Giusy Tolomeo è una poesia d’amore, è anche la narrazione di un amore, ma soprattutto parla del rapporto fra amore e tempo: un teorema, il cui enunciato è tutto nella prima strofa (“Ho vissuto tante eternità/ nell’assoluta pienezza/ di un attimo”). per dire che un istante di vero amore vale tutto il tempo di mille anni e molto più ancora, per dimostrare che l’amore può dare scacco al tempo.
Questa riflessione ha per la poetessa un valore immenso, il valore soggiogante di una rivelazione e conta per sé sola, assai più della cronaca quotidiana di
una storia amorosa, del suo svolgersi e del suo esito stesso. Nella strofa finale, commovente, struggente, la poetessa, con afflato squisitamente romantico, allinea e omologa vita e morte, ponendole dinanzi al sentimento che solo può arricchire l’una e disperdere l’orrore dell’altra.
Di tutt’altro tono e ambito psicologico-concettuale si presenta lʼ “Eternità” di Emanuele Marcuccio, lirica metaforico-intimistica, spiccatamente esistenziale, di estrazione leopardiana, che ha per argomento il dolore per il tedio del non essere, il rincrescimento per il tempo della vita che trascorre invano. Marcuccio si dimostra abile nel disporre con ordine e simmetria non solo i suoi versi ma anche le figure simboliche. La composizione, di nove versi, presenta tre cellule iterative subentranti (vv. 1-5 “oltre”, 6-7 “c’è”, 8-9 “in questa/o”) ma il nucleo significativo portante è contenuto nella corrispondenza fra i vv. 3 e 5 e il distico ai vv. finali 8 e 9 realizzante un chiasmo “ritardato”, a distanza, nel quale, di fatto, si sdoppia il dettato poetico: allora abbiamo l’ “immenso mio non vivere” e il “mezz’agosto del mio vegetare” ( pp. 88-89-90).



IL CURATORE DELLE NOTE CRITICHE


Luciano Domenighini è nato a Malegno (BS) nel 1952, conseguita la maturità classica, si è laureato in Medicina e inizia la professione di medico di Medicina Generale, attività che svolge tuttora.
Negli anni universitari collabora con una radio locale di Parma, per un triennio, in qualità di critico musicale per la musica operistica.
Nel 2000, a Bologna, ottiene il primo riconoscimento letterario, una segnalazione a un premio di poesia. Nel 2003 vince il premio internazionale “Provincia di Trento” per la lirica “Canzone” e nel 2004 al Vittoriale di Gardone Riviera gli viene assegnato il premio internazionale “Gabriele d’Annunzio” per la poesia “Esercizio di rima”.
Sempre nel 2004 pubblica la sua prima raccolta di versi, Liriche esemplari.
Collabora nel frattempo saltuariamente con giornali locali come critico letterario. Nel 2004 ottiene il 4° posto al premio Nazionale di Poesia
“Il graffito d’Oro”, riservato a Medici e Farmacisti letterati, con la poesia “Dalla spiaggia” e, nel 2008,
sempre al “Graffito d’oro”, vince il premio speciale della giuria con la poesia “Al figlio”. Sempre nel 2008 ottiene una segnalazione alla XXI edizione del Premio Nazionale Città di Corciano con la poesia “Mottetto”.
Nel 2010 redige alcune note critiche su poesie di giovani poeti siciliani fra cui quindici titoli del poeta palermitano Emanuele Marcuccio.
Nel 2011 scrive la prefazione al romanzo fantastico, ispirato alla vita di Beethoven, Il dio sordo, opera prima di Antonio Scotto Di Carlo.
Nel 2012 è membro della commissione giudicatrice del concorso letterario internazionale “TraccePerLaMeta”.
Nel 2012 e nel 2013 redige rispettivamente le prefazioni a due libri di Emanuele Marcuccio.
Nell'agosto 2014, per TraccePerLaMeta Edizioni pubblica un'opera antologico-critico-letteraria, La Lampada di Aladino. Annotazioni critiche su poeti contemporanei di cui è curatore editoriale Emanuele Marcuccio.
Attualmente lavora a un'antologia di traduzioni di celebri poeti francesi.

  
AUTORI PRESENTI


 Emanuele Marcuccio[1] (Palermo, 1974) ha conseguito la Maturità Classica nel 1994. Scrive poesie dal 1990 e nel 2009 esce la sua silloge poetica e opera prima, Per una strada (SBC Edizioni). Dal giugno 2010 è curatore editoriale, dedito alla scoperta di nuovi talenti poetici, tra giugno 2010 e luglio 2014 ha curato cinque sillogi di poesie e due antologie; dal 2011 è direttore onorario del format di promozione autori/artisti, "Vetrina delle Emozioni".[2] Ha inoltre scritto vari aforismi, ottantotto dei quali sono stati raccolti nella silloge, Pensieri minimi e massime (Photocity Edizioni, 2012). Ha curato prefazioni a sillogi poetiche e varie interviste ad autori esordienti ed emergenti su blog letterari. È collaboratore della rivista on-line di letteratura, Euterpe.
È stato ed è membro di giuria in concorsi letterari nazionali e internazionali, dal 2012 a oggi. È presente su blog, siti e forum letterari, tra cui “Literary.it”, con una scheda bio-bibliografica nell’Atlante letterario italiano.[3] È presente in L’evoluzione delle forme poetiche, Archivio storico e consuntivo critico (realizzato per le scuole) dell’ultimo ventennio poetico (1990-2012), Edizioni Kairòs, 2013. Nel 2013 pubblica un’antologia poetica, Dipthycha. Anche questo foglio di vetro impazzito, c'ispira... (Photocity Edizioni), da lui ideata e curata e che lo vede presente con ventuno titoli, accompagnato in dittico di uguale tema, da altre poesie di autori vari. Sempre nel 2013 esce una monografia sulla sua produzione, curata dallo scrittore e critico letterario, Lorenzo Spurio, sempre con Photocity Edizioni. Nel gennaio 2014 esce, con TraccePerLaMeta Edizioni, Anima di Poesia, una seconda silloge poetica. Dal 1990 sta scrivendo un dramma in versi liberi, di argomento storico-fantastico, ambientato in Islanda, al tempo della sua colonizzazione (IX sec. d. C.). Sulla sua produzione hanno scritto vari scrittori, poeti e critici, tra cui: Luciano Domenighini, Lorenzo Spurio, Nazario Pardini, Marzia Carocci, Santina Russo, Michele Nigro, Natalia Di Bartolo, Susanna Polimanti, Ilaria Celestini, Giorgia Catalano.





Silvia Calzolari (Bergamo, 1965). Dopo alcune pubblicazioni in antologie di Aletti Editore e la raccolta Specchio (2009), pubblica nel 2010, Suonetti in No Minore (Aletti Editore), partecipa all'antologia Plurale femminile. È del 2011 la sua silloge, Gioia del dubbio, del 2012 Infinire (Feltrinelli.it) e il racconto, "La Scala" nell'antologia Le parole del mistero a cura di Gloria Gaetano (Neverland Ed.); del 2013 Ho-oH (Feltrinelli.it), le liriche nella collana "Poeti e Poesia" di Elio Pecora (Ed. Pagine) e in Talenti di Donna a cura di Gloria Gaetano e Maria Allo (collana di saggistica "Riflessi" di Onirica Edizioni). Collabora con artisti del panorama contemporaneo, pubblica in riviste poetiche, blog e partecipa al programma radiofonico "Musica e Parole" di Tony Esposito da Bruxelles (Radionapoliemmelive), nel quale sito si trova
l'e-book della sua silloge, La poesia dell'inconscio con opere della fotografa tarantina Rosa Colacoci e l’e-book 2014, Preludi(c)o. Altri componimenti sono in “Dreaming Klimt” della fotografa Elisabetta Cattano e in “Homo eligens” e “Umana transumanza” dello scrittore filosofo Ivan Pozzoni (deComporre Edizioni).
Due sue liriche sono inserite in un catalogo fotografico di Rosa Colacoci donato a Papa Francesco.
È socia onoraria e collaboratrice dell'Associazione storico culturale e di spettacolo per la promozione turistica della Campania "Il Castello" di Salerno (presidente Bruno Di Cerbo) ed è socia dell'Associazione culturale "L'Accento di Socrate" di Maria Giovanna Farina (filosofa e consulente filosofico) che inserisce una sua lirica nel libro, Da zero alle stelle (Eden Edizioni, 2014).
Lo scrittore Emanuele Marcuccio si ispira ad alcune sue liriche per dare vita al progetto antologico, Dipthycha (Photocity, 2013) e, con lo stesso Marcuccio e grazie al critico Luciano Domenighini è in “La Lampada di Aladino” (TraccePerLaMeta Edizioni, 2014).
Ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi.





Ilaria Celestini, bresciana di nascita, cittadina del mondo per vocazione, è da sempre sensibile alle tematiche della solidarietà e dell'impegno sociale. Laureata con lode in Materie Letterarie a indirizzo semiologico e in Lettere e Filosofia a indirizzo filologico, ha lavorato nel settore delle vendite editoriali e successivamente nel recupero e nell'integrazione scolastica degli allievi svantaggiati, adolescenti e adulti. Si dedica alla scrittura di liriche e racconti dal 2010.
Ha pubblicato nel 2011 la raccolta poetica, Parole a mezza voce nella sera (Aletti), premiata con merito nel concorso, "Prato: un tessuto di cultura" (2013) e nel 2014 la silloge, Memorie intrusive (TraccePerLaMeta Edizioni), premiata con la Medaglia del Poeta a Milano presso l'Accademia Italiana del Terzo Millennio. Suoi componimenti, di argomento esistenziale, sociale e amoroso, compaiono sulle selezioni antologiche dei più importanti premi letterari italiani e internazionali, in cui ha ottenuto significativi riconoscimenti di critica e di pubblico: autore selezionato per la silloge Inediti del “Premio Mario Luzi” di Roma – 2011; terzo premio ex aequo al “Premio Vivarium” di Catanzaro – 2012; premiata con merito al “Premio Alda Merini” di Catanzaro (2010 e 2013); gran menzione di merito al concorso “L'integrazione culturale per un mondo migliore”, organizzato dal Consolato dell'Ecuador a Milano.
È inoltre autrice di articoli, racconti, recensioni su riviste specializzate ed è spesso ospite di trasmissioni radiofoniche in qualità di specialista di letteratura italiana.
Concepisce la poesia come servizio agli uomini del proprio tempo, come ricerca di significato dell'esistenza ed espressione delle istanze emozionali più profonde, come impegno a essere voce di chi non ha voce.





Ciro Imperato è nato a Portici (NA) e ha vissuto per motivi di lavoro in molte città d’Italia.
Spinto da sete di conoscenza e vivace curiosità verso tutto ciò che per lui è nuovo, ha coltivato varie passioni spaziando tra musica, fotografia, arte, letteratura e, non per ultima, la poesia.
Da giovanissimo ha anche condotto una trasmissione radiofonica.
Scrive i suoi “pensieri”, così come lui stesso è solito definirli, che trattano vari argomenti, ma in particolare sono rivolti ai sentimenti più profondi e al disagio esistenziale dell’uomo nei confronti del prossimo e della madre terra, nonché alle brutture che l’uomo compie ai danni della natura e dei suoi stessi simili.
Nella sua poesia riporta perlopiù emozioni attinte dalla vita quotidiana. Esprime la coscienza delle cose rielaborando visioni, emozioni e ricordi del suo vissuto e non, per arrivare, grazie ad una maggior consapevolezza, a una realtà universale.
È stato premiato e ritenuto meritevole in vari concorsi di poesia organizzati in diverse città italiane e i riconoscimenti ricevuti da più parti sono stati e continuano a essere per lui stimolo per fare sempre meglio.
Nel luglio 2014 pubblica con TraccePerLaMeta Edizioni la sua opera prima, la raccolta di poesie, Versi in-versi. (affilati e taglienti), frutto del conseguimento del 1° premio al Concorso Nazionale di Poesia “Libera Verso”, organizzato dall’Associazione storico-culturale e di spettacolo per la promozione turistica della Campania “Il Castello” di Salerno.





Grazia Finocchiaro è nata a Messina e dal 1968 risiede a Firenze, dove avvia un sodalizio culturale con gli scrittori Vivaldo Pili e Armando Alessandra, che la esortano a proseguire nel suo percorso poetico. Era il 1967 quando ha avvertito la necessità di esprimersi in poesia.
Collabora con la rivista Italia Arte di Torino, in veste di Redattore per la Provincia di Firenze. Fa parte di diverse associazioni culturali fiorentine e non, tra cui: “Camerata dei Poeti” (dove ricopre la carica di consigliere esecutivo), Società “Casa di Dante”, Centro culturale “Modigliani”; “Carta e Penna” di Torino; “Dino Campana” di Lastra a Signa (FI). È Vice-Presidente dell'Associazione Culturale fiorentina, “San Bartolo”. È presente in antologie poetiche e in siti web.
Ha conseguito ottime qualificazioni in Concorsi Letterari. È membro di giuria nei Premi Letterari: “Sacravita”, Premio Papini “Opera prima”, Premio letterario “Ponte Vecchio”.
Nel 2010 pubblica la sua opera prima, la silloge poetica, Cristalli di Parole (Carta e Penna Editore). Hanno scritto sulla sua scrittura, tra gli altri: Lia Bronzi, Anna Balsamo, Silvia Ranzi, Luciano Domenighini, Manuela Minacci, Guido Folco, Fulvio Castellani, Lidia Perritore.
Su invito ha presentato la sua poesia accompagnata dai musicisti Sergio Paglicci e Viviana Apicella in “Serata di musica e poesia”. Nel dicembre 2013 è stata invitata dalla Presidente Cinzia Bagnoli del Lions Club
“G. D'Annunzio” alla serata di auguri natalizi presentando con la scrittrice Anna Balsamo, “D'Annunzio – Uno sguardo dal 2000”. I suoi scritti, poesie e racconti, sono presenti nel web, su numerosi siti e nel blog personale, “Nonsolorime”.[4]





Rosalba Di Vona nasce a Sora (FR) nel 1951. Da sempre attenta ai più sfortunati, si impegna in più occasioni nella raccolta di fondi per i lebbrosi e per i bambini dell'Africa.
La passione di scrivere e poetare, è sempre stata fortemente presente in lei. Nel 2008 pubblica la sua opera prima, la silloge poetica, Da cuore a cuore (Edizioni Il Castello), per la quale ha ricevuto il premio speciale della giuria al “Premio internazionale di poesia e narrativa Città di Bitetto”. Poco incline a partecipare a concorsi, pur avendo sempre ottenuto prestigiosi riconoscimenti ai pochi cui abbia preso parte, è presente con sue opere in numerose pagine virtuali, anche con un suo sito web,[5] in volumi antologici di autori vari e nelle riviste Controvento e Poeti e poesia di Editrice Pagine. È presente nell’Antologia del prestigioso premio “Alda Merini” (Ursini Edizioni, 2013). Sue poesie sono presenti su numerosi e-book di autori vari, tra cui uno con Editrice Pagine.
Ha collaborato con la rivista culturale quindicinale on-line, Il risveglio di Ebe, curando la rubrica Atuttotondo”.
Nel 2013 ha intervistato il Maestro Sergio Terzi, in arte Nerone, considerato l'erede di Ligabue, la sua poesia "Inquietudini" è stata pubblicata nel catalogo della mostra dedicata al grande artista, tenutasi a Conegliano (TV).
Dal 2014 è Presidente dell'Associazione artistica "perArte", da lei fondata nella sua Sora, prodigandosi per la realizzazione di un grandissimo affresco all’interno dell’antico palazzo comunale, attraverso la preziosa opera del Maestro affreschista di fama mondiale, Vico Calabrò. Tuttavia, questo impegno non la allontana dalla poesia, anzi l’arricchisce.
Nel luglio 2014 è co-fondatrice con le poetesse Giusy Tolomeo e Luisa Casamassima, i poeti Emanuele Marcuccio e Teocleziano Degli Ugonotti, del movimento poetico-culturale dell'Empatismo.





Donatella Calzari è nata e vive in una città del Lodigiano. Esercita la professione docente. Scrive poesie dall’età di sei anni.
Nel 1995 ha fondato e gestito per alcuni anni una sezione dell’Associazione “Amici della Poesia – Ada Negri” di Lodi.
Ha organizzato eventi culturali, fra i quali: la mostra d’arte “Ada Negri e la terra amata” con esposizione di scritti giovanili autografi della poetessa e opere figurative del Maestro Teodoro Cotugno; ha organizzato reading di poesia, per cui, nel 1994 ha coniato la denominazione, “Poesia: il fascino delle parole”, che ancora si svolge annualmente nella sua città ed è da sempre correlato alla relativa pubblicazione di un “Quaderno” numerato, contenente i testi presentati. Ha curato e diretto una trasmissione radiofonica dedicata alla poesia sulle frequenze di Radio Casale Popolare. Ha ricoperto il ruolo di membro di Giuria in concorsi di poesia, anche dedicati ai ragazzi. Ha ottenuto svariati riconoscimenti in concorsi di poesia e narrativa, ai quali partecipa dal 1992. È iscritta dal 2009 al social-network facebook: sul suo profilo è possibile leggere alcune composizioni poetiche. In Seguito a una selezione operata dalla Casa Editrice Rupe Mutevole, e sotto la cura di Emanuele Marcuccio, nel 2011 è stata pubblicata la sua prima raccolta di poesie, Petali d’acciaio, la cui presentazione è visionabile su YouTube. Nel 2012 ha aderito al Progetto “Il Viaggio, il Canto. Vol. 1”, un Book CD, realizzato da “Vetrina delle Emozioni” e frutto di una selezione di opere di autori vari. Nel 2014 ha partecipato con sette poesie all’antologia, Viaggi Di Versi 48, Editrice Pagine, con Prefazione di Elio Pecora.





Aldo Occhipinti è nato a Palermo nel 1979, in una tarda mattina al fin di maggio, proprio in seno al segno dei gemelli. Laureato in lettere moderne all’ateneo palermitano, è recentemente ritornato alla piena dedizione agli studi dopo avventure di lavoro precarie ed eterodosse; sta redigendo una tesi di laurea specialistica in critica letteraria e letterature comparate, sui rapporti intercorsi tra Gabriele D’Annunzio e la critica letteraria francese. Scrive poesie e brani di prosa artistica dai primi anni ’90. La sua formazione è spiccatamente lirica e visiva, con forti echi della tradizione letteraria italiana romantica e tardo ottocentesca, con la quale l’autore dialoga con naturale contrasto.
Buona parte della sua creazione poetica è raccolta sul web e fruibile gratuitamente: sul suo blog personale[6] (dove si possono leggere poesie e prose di tematica “urbana”), sulla sua pagina facebook[7] e su “poesieracconti.it”. Lavora alla sua prima organica raccolta di poesie (1995-2015), che sarà presentata prossimamente ai lettori.





Marzia Carocci è nata ad Arezzo. È poetessa, scrittrice e
critico-recensionista da venticinque anni. Collabora con l’Associazione Culturale TraccePerLaMeta per attività di editing, recensioni, prefazioni e commenti critici e con le riviste, Il salotto degli autori di Torino, Poeti nella società di Napoli, Oubliette Magazine, Euterpe .
Per la poesia ha pubblicato: Introspezioni (Montedit, 2003), Nel mio volo (LibroItaliano World, 2006), Parole dell’anima (Carta e Penna, 2008),
Di poesia ho vissuto (Carta e Penna, 2010) e Némesis (Carta e Penna, 2012).
È socia della Società delle Belle Arti/Circolo degli Artisti “Casa di Dante” di Firenze e membro della commissione cultura del Centro socio-culturale “Il Fuligno” di Firenze dal 2006.
Intensa è stata la sua attività critica e di recensionista svolta all’interno della collana di poesia “La Fenice” di Edizioni Agemina della quale è stata direttrice. Presenta libri e reading poetici.
Numerosi i primi premi e importanti segnalazioni in prestigiosi concorsi. Ha inoltre ricevuto il premio alla Carriera con l’alta adesione della Presidenza della Repubblica a Napoli nel 2007.
È presente in numerose antologie poetiche, anche a scopo didattico.
Da anni organizza incontri Nazionali artistici a Firenze con la denominazione “Autori e amici di Marzia Carocci” dove incontra artisti di ogni disciplina e provenienti da tutta Italia.
È membro di giuria in numerosi premi letterari tra i quali “Marzocco”, “Sacravita”, “L’arte in versi”, “Artisti alla ribalta”, “Premio Borgioli”, “Premio Fuligno” ed è Presidente del Premio di letteratura “Ponte Vecchio”.





Lorenzo Spurio è nato a Jesi (AN) nel 1985.
Si è laureato nel 2011 all’Università degli Studi di Perugia in Lingue e Letterature Straniere con una tesi sull’autore anglosassone Ian McEwan.
Scrittore e critico letterario, ha al suo attivo varie pubblicazioni sia in cartaceo (in volume e in rivista) che online.
Per la narrativa ha pubblicato le raccolte di racconti Ritorno ad Ancona e altre storie (Lettere Animate, Martina Franca, 2012 – coautrice Sandra Carresi), La cucina arancione (TraccePerLaMeta Edizioni, 2013) e Apologia del perduto (Arpeggio Libero, Lodi, 2014 – coautore Massimo Acciai).
Intensa la sua attività di critico letterario con una serie di saggi tra cui Jane Eyre, una rilettura contemporanea (Lulu, 2011), La metafora del giardino in letteratura (Faligi, Aosta, 2011), Flyte & Tallis. Ritorno a Brideshead ed Espiazione. Una analisi ravvicinata di due grandi romanzi della letteratura inglese (Photocity, 2012), Ian McEwan: sesso e perversione (Photocity, 2013).
Per la poesia, recentemente ha pubblicato la raccolta di poesie civili, Neoplasie civili (Edizioni Agemina, Firenze, 2014).
Collabora a varie riviste letterarie tra cui Sagarana ed è direttore della rivista di letteratura Euterpe, fondata nell’ottobre del 2011. Gestisce uno spazio internet di letteratura denominato Blog Letteratura e Cultura dove pubblica recensioni, segnalazioni, commenti e saggi letterari.
Ha curato le antologie dei reading sul “Disagio psichico e sociale” svoltisi a Palermo (maggio 2012), San Benedetto del Tronto (ottobre 2013) e Firenze (febbraio 2014) e l’antologia del Memorial Pablo Neruda svoltosi a Firenze nel 2013, pubblicate da TraccePerLaMeta Edizioni ed è l’ideatore del progetto antologico di racconti tematici, Obsession cha ha pubblicato due antologie.
Sulla sua produzione hanno scritto vari poeti e scrittori tra cui Antonio Spagnuolo, Ninnj Di Stefano Busà, Nazario Pardini, Marzia Carocci, Ugo Piscopo, Franco Pastore, Lucio Zinna, Francesca Luzzio, Corrado Calabrò, Cinzia Demi e molti altri.





Francesco Arena[8] (Latina, 1975), vi cresce fino alla maggiore età trasferendosi poi a Viterbo prima per l’università, infine ad Atripalda (AV) dove attualmente risiede.
Sin dalle scuole elementari denota un grande desiderio di esprimersi attraverso il mezzo della scrittura. Così narrativa e poesia viaggiano di pari passo, nella prima sviluppa il più delle volte il suo sogno di “bambino delle stelle” descrivendo e immaginando surreali viaggi spaziali, nella seconda esprime le sue emozioni più intime e profonde.
Nel 2008 si iscrive al noto social-network facebook e pubblicando in modo amatoriale le sue poesie e partecipando a qualche concorso interno ai gruppi di poesia conosce Gioia Lomasti.
Sotto sua cura editoriale pubblica la sua opera prima, la silloge poetica, Pensieri Di Rugiada (Rupe Mutevole Edizioni, 2011).
Sempre nello stesso anno si avvia in una collaborazione sinergica con Gioia Lomasti, Marcello Lombardo, Marco Nuzzo, Matteo Montieri e Alessandro D'Angelo, come promotore di scrittori presso il format di promozione autori/artisti “vetrinadelleemozioni.com”, divenendo così curatore, co-curatore e curatore grafico per diverse opere prime e non di autori emergenti di talento.
Nel 2012 è responsabile “In costiera Amalfitana” per conto della casa editrice Rupe Mutevole Edizioni coordinando la partecipazione della stessa alla fiera della piccola e media editoria a Cetara (SA).
Nel 2014 pubblica la sua seconda silloge poetica, Pensieri Acrobatici (Photocity Edizioni).





Maria Rita Massetti è nata a San Benedetto del Tronto il 22 maggio del 1961, lavora presso l’attività di famiglia ma è sua passione scrivere poesie. Vincitrice di diversi concorsi banditi da associazioni culturali sambenedettesi, nazionali e internazionali, ha pubblicato la sua opera prima, la raccolta di poesie, Le Stagioni della Vita. Raccontanima (Albatros Il Filo, 2008). Attualmente scrive per chi apprezza le sue composizioni su facebook, noto social-network, sulla pagina “Le poesie di Maria Rita Massetti”.[9] Persona libera e allegra, Maria Rita dedica ogni tempo che ha libero alla poesia, intrecciando spesso collaborazioni con attori locali di teatro.
Lavora al suo nuovo libro che, a differenza del precedente, non sarà solo una raccolta di poesie ma un viaggio tra autori e stili diversi.
Nel 2013 ha preso parte alla realizzazione dell'Antologia Poetica, Dipthycha. Anche questo foglio di vetro impazzito, c'ispira... (Photocity Edizioni), ideata e curata da Emanuele Marcuccio e alla raccolta poetica, a favore delle popolazioni della Sardegna, Tutti siamo l'isola - Emergenza Sardegna (TraccePerLaMeta Edizioni, 2013). Inoltre, è tra i poeti selezionati nell'Antologia critica di Luciano Domenighini,
La Lampada di Aladino. Annotazioni critiche su poeti contemporanei (TraccePerLaMeta Edizioni, 2014), curata da Emanuele Marcuccio.
Tra i migliori riconoscimenti ricevuti ricordiamo: Prima classificata alla XII Rassegna letteraria de “Il Circolo dei Sambenedettesi” nel 2011/2012, Finalista con Menzione d'Onore al “Premio Valentina” e Vincitrice del Concorso "I Colori delle Donne", patrocinato dalla Provincia di Ascoli Piceno e dalla Commissione per le Pari Opportunità.





Giorgia Catalano (Ventimiglia, 1971) inizia a scrivere a tredici anni, ma solo nel 2010 comincia a condividere i suoi scritti.
Ha ricevuto segnalazioni e menzioni, premiata in diversi concorsi letterari e fotografici; è spesso membro di giuria.
Molte sue liriche sono incluse in antologie, agende e calendari e pubblicate su quotidiani, periodici locali e riviste letterarie on-line, anche internazionali.
Cinque sue poesie sono presenti nel libro d'Arte, I Sogni e le Stelle (EGS Edizioni, 2011).
A fine 2012 è pubblicata la sua silloge poetica, Un Passaggio Verso le Emozioni (Photocity Edizioni) e, nel 2013, il Libro d'Artista, Alle risposte, il tempo (EGS Edizioni).
Nel 2011 la intervistano Emanuele Marcuccio, poeta e aforista palermitano, e la poetessa e giornalista Luigia Sorrentino, che le dedica uno spazio sul blog poetico di Rainews.
Ospitata e letta durante diverse trasmissioni radiofoniche quali, ad esempio, "L'uomo della notte", condotta da Maurizio Costanzo su Radio Uno.
Lo street-artist Opiemme (suoi i contributi artistici in vari paesi del mondo) ha immortalato su marciapiedi di Torino, per il progetto, "Un fiume di parole", una lirica della Catalano.
L'Autrice è presente, con altri autori, nell'opera di dittici poetici di Emanuele Marcuccio, Dipthycha (Photocity Edizioni, 2013) e nell'opera critico-antologica di Luciano Domenighini, La Lampada di Aladino, (TraccePerLaMeta Edizioni, 2014), curata dallo stesso Marcuccio.
Conduce, con il poeta Giorgio Milanese, su Radio Italia Uno, la trasmissione, "L'Isola che non c'è", volta a promuovere autori emergenti ed esordienti.
È fiduciaria de "Il Club dei Cento" (di Torino), e ne cura marketing e pubbliche relazioni. È anche recensionista e curatrice editoriale.





Giusy Tolomeo è nata a Vittoria, nella bella terra di Sicilia, dal 1970 risiede a Busto Arsizio (VA). Ha sempre nutrito una grande passione per la musica che riversa nello studio del pianoforte e nella collezione pregiata di dischi di musica jazz. Ha studiato lettere e filosofia con una specializzazione in fisiopatologia dello sviluppo dell’età evolutiva, per assecondare il suo bisogno interiore di “conoscenza di sé e degli altri”, soprattutto dal punto di vista delle relazioni umane e della ricerca del Senso della vita. Ha insegnato sempre italiano e musica ed ha organizzato musical e spettacoli di arte e poesia in diversi teatri, sia in Lombardia che in Puglia, dove ha vissuto per circa sette anni. Appassionata di giornalismo, nel 1972 intervista Pinolo Scaglione, il Nuto de “La luna e i falò” di Cesare Pavese. Nel 1976 si classifica tra i primi dieci partecipanti al Premio di Narrativa e Pittura, indetto dal Circolo Artistico Lombardo, con i racconti “Il figlio”, “Santina”, “Evasione”. Restia a ogni tipo di concorso, si lascia coinvolgere nell’XI edizione del premio “Pablo Neruda”, patrocinato dalla città di Pinerolo, riportando una menzione d’onore per la raccolta intitolata “L’Attesa”. Nel 1994 pubblica il romanzo, “Dune”, con il quale viene conosciuta dagli studenti del Liceo Classico di Busto Arsizio, che lo useranno come testo di italiano. È del 1997 la pubblicazione del romanzo, “Il giovane Siddharta”. Nel 2012 è presente alla Fiera del Libro di Torino, di Francoforte e New York con la silloge, “Davide e Betsabea” (Albatros Il Filo). Dal 18 settembre 2013 collabora con la Casa Editrice Panini di Modena attraverso la pubblicazione di filastrocche. Il 2 luglio 2014 fonda il Movimento poetico-culturale dell'Empatismo al quale è legata in modo speciale. Oggi è fiera di camminare assieme ad Anime affini, giungendo quasi alla realizzazione di un sogno: donare i suoi versi in eredità a tutti nell’iniziale ricerca del Senso della Vita.





Grazia Tagliente nasce a Palagianello (TA) nel 1953, si diploma a Taranto nel 1972, l'anno successivo in cerca di lavoro si trasferisce a Milano, dove tuttora vive, ed è madre di due figli.
Ha studiato Sociologia all'Università di Urbino. Per un ventennio dipendente di Aziende Sanitarie milanesi, in seguito funzionario dell'Agenzia delle Entrate.
Scrive poesie dal 2009, segnata dal dolore per la morte del marito, per esprimere la sofferenza, le emozioni, i ricordi e le impressioni.
Amante dell’arte, della natura e della fotografia, sopra ogni cosa ama la poesia, che ritiene la più importante forma di comunicazione dell'animo umano.
Presente in diverse raccolte antologiche di poesia contemporanea, anche a tematica sociale, pubblica abitualmente in gruppi e pagine di
social-network.
Finalista in concorsi di poesia, detiene vari riconoscimenti: Diploma di Merito e Diploma d’Onore, 2a classificata al premio Nazionale di Poesia e Narrativa “Comune di Genazzano Città d’Arte”, 1a classificata al Concorso “2° Evento Letterario Scriviamo...”.
Nel 2014 pubblica la sua opera prima, la silloge poetica, Lacrime di Cielo (Irda Edizioni).





Rosa Cassese si è laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Bari con una tesi in Letteratura Italiana, riguardante lʼEpistolario di Giacomo Leopardi, discussa col Chiar.mo Prof.re A. Leone de Castris. Docente per molti anni in Istituti Tecnici, con sporadiche esperienze nei licei, ha collaborato a un progetto teatrale scolastico, con corso di dizione e recita di poesie e prose da parte degli alunni; membro di commissione agli Esami di Stato per le discipline letterarie; giurata nel concorso scolastico di poesia, ha selezionato i vincitori; ha scritto alcuni articoli per l’Annuario scolastico. Ha ricevuto qualche riconoscimento critico; finalista nel concorso letterario "Interrete" (Shorts-edizione, 2009), con il racconto, “Una telefonata impertinente” e selezionata con un racconto dal titolo, “La mia vita in una prigione dorata” per l'Antologia, I Porti Sepolti (Aletti Editore).
Ha pubblicato Momenti di vita vissuta (Albatros Il Filo, 2008); Alla ricerca di me stessa e, Vola... mi... nel cuore, silloge poetica, con Aletti Editore; sempre per Aletti, una sua poesia dal titolo “Pioggia”, è edita nell'Antologia, Verrà il mattino ed avrà un tuo verso. Ha pubblicato
Una follia per Amore (Editrice Nuovi Autori, 2009), altri libri di poesie con Aletti e “il mio libro.it”; scrive sul sito letterario "
pensierieparole.it", dove è selezionata per il Volume, PensieriParole 2010, prima raccolta antologica di poesie, aforismi e racconti di autori che hanno maggiormente contribuito al social-network letterario.
Nel 2013 è tra i poeti partecipanti nell'Antologia di dittici poetici, Dipthycha (Photocity Edizioni) del poeta e aforista, Emanuele Marcuccio. Sempre nel 2013 e sotto la cura editoriale dello stesso Marcuccio, è tra i venti poeti selezionati per l'Antologia critica di Luciano Domenighini, La Lampada di Aladino. Annotazioni critiche su poeti contemporanei (TraccePerLaMeta Edizioni, 2014).
Si diletta a scrivere poesie; attualmente in quiescenza, riordina appunti di una vita.





Daniela Ferraro è nata a Locri (RC) dove attualmente risiede.
Ha conseguito la laurea in lettere classiche presso l’Università degli Studi di Messina e, vinto un concorso a cattedre per le scuole medie, ha lì insegnato per quindici anni. A seguito del superamento di un altro concorso a cattedre per le scuole medie superiori per la classe di italiano e storia (cui poi si è aggiunta anche quella relativa all’insegnamento di italiano e latino, conseguita tramite un corso abilitante), ha insegnato in alcuni istituti di carattere tecnico e, attualmente, presta servizio presso l’IPSIA di Locri. Dedita alla poesia, alla narrativa e al giornalismo, collabora con il quotidiano “La Riviera” e con il giornale on-line
“Tg Calabria Report”, con le riviste culturali “Erato” (Roma) e
“Cesar online” (Gioia Tauro).
Ha al suo attivo la pubblicazione di sue poesie, oltre che su riviste letterarie di vario genere, su diverse antologie, presso le case editrici Aletti (Roma) e Ursini Edizioni (Catanzaro). Nel 2011 ha pubblicato la sua prima raccolta di liriche, Icaro con la casa editrice Rupe Mutevole e, nel 2012, il suo secondo libro di liriche, Cerchi concentrici. (sul cadere dell’alba) con la casa editrice Aletti. Accanto alle importanti classificazioni ottenute dalle sue poesie in diversi concorsi non solo regionali, ma anche nazionali, sono da evidenziare i due premi ottenuti dal suo secondo libro, Cerchi concentrici. (sul cadere dell'alba), con il terzo posto in graduatoria, nel 2013, al premio letterario internazionale di “Parete, città della poesia” e con il premio speciale della critica, ottenuto nello stesso anno, al premio letterario internazionale di “Massa, città fiabesca di mare e di marmo”.





Antonino Natale è nato a Torino nel 1975, è laureato in Scienze Biologiche e attualmente lavora nella stessa città per una cooperativa.
Scrive poesie e suona il basso elettrico da diversi anni.
Sue poesie sono state pubblicate nell'antologia di vari concorsi di poesia.
Nel 2006 “Inevitabilmente” è arrivata tra le finaliste del premio
“Cento poeti per cento poesie” di Viterbo.
Nel 2013 pubblica con Galassia Arte la sua opera prima, la silloge poetica, Le foglie.
Le poesie “Per trovare” e “L’inganno” sono presenti nell'antologia poetica, Fondamenta instabili (deComporre Edizioni, 2014).





Anna Alessandrino, pugliese, di Gravina in Puglia, laureata in Pedagogia, lavora spesso in équipe con psicologi nelle scuole di ogni ordine e grado. Inizia precocemente a scrivere poesie: a sei anni i suoi primi versi dedicati al gesso e alla lavagna e non ha più smesso.
Ha sempre letto molto, forse per rifugiarsi in un mondo tutto suo, tanto che in terza media, a soli dodici anni, con grande stupore della sua insegnante di Italiano, presenta una tesina su “Il male oscuro” di Giuseppe Berto, indice che fin da allora ha sempre cercato di addentrarsi nell’interiorità dell’essere umano, soprattutto delle donne.
Le piace anche dipingere, cosa che da qualche tempo ha tralasciato.
Per alcuni anni collabora con radio e periodici locali e nel 2010 con un’amica pubblica, con “ilmiolibro.it”, Passo a due..., esperimenti di scrittura creativa, curandone la grafica interna e di copertina.
È presente in alcuni blog,[10] in molti numeri della rivista letteraria Euterpe, in moltissime antologie e ha fatto parte del team dei Progetti Culturali ideati da Bruno Mancini, pubblicando articoli e recensioni sul settimanale campano “Il Dispari” e su “emmegiischia.com”.
Ama mettersi in gioco partecipando a concorsi di poesia e racconti, arrivando finalista in alcuni e vincendone parecchi. Eccone alcuni: 1° posto ex aequo nel concorso internazionale “Pablo Neruda - 2014”, indetto da Edizioni Agemina, con la silloge, Oltre l’azzurro dei cieli; 4° posto al Concorso Internazionale di poesia “Città di Gualtieri - 2013”; Menzione speciale nel concorso “Nuove parole” - 2013; Diploma e targa di merito al concorso “Mille voci per Alda” - 2013; Vincitrice assoluta sez. Poesia con la silloge inedita, A volte son brusii, al Premio Letterario Editoriale “L'Autore” (Firenze, 2013); 1° posto nel Concorso Letterario “Segreti di Pulcinella” - 2013; 3° posto al Concorso Letterario Nazionale “LunaNera” - 2013; Menzione d’onore per la sez. Haiku al concorso “L’arcobaleno della vita” - 2012.





Teocleziano Degli Ugonotti (al secolo Teodoro Ugone) nasce nella città di Altamura, residente in Gravina in Puglia.
Nella continua ricerca di equilibrio tra corpo e psiche, trova nella scrittura un valido modo per parlare a se stesso e, nello sport, alcune sue risposte: nel 1997, socio CONI, vince il Campionato Regionale in “Ballo da Sala” e poi il titolo di semifinalista al Campionato Nazionale. Intraprende anche una carriera da Karateka, conclusa con il conseguimento della cintura marrone di ultimo livello.
A Bari intraprende la carriera di farmacista presso l'Università “Aldo Moro” nella facoltà di Farmacia, dove è laureando con tesi sperimentale in “Analisi dei Medicinali” su una sostanza antitumorale. Non abbandona lo sport, qualificandosi come nuotatore di 6° brevetto superiore nella FIN. Da qui a poco viene nominato Referente Provinciale del movimento giovanile dell'UNICEF dal Comitato Regionale UNICEF Puglia per la difesa dei Diritti Universali sottoscritti dall'ONU.
Dall'età di tredici anni intraprende con maestri privati lo studio del canto, studiando da tenore leggero. Da qui i suoi concerti: “Messiah” di Händel nel 2009, “Requiem in aeternam” di Mozart dal 2010 ad oggi nelle città di Bari, Potenza, Salerno; “Carmina Burana” dal 2013 ad oggi, a Reggio Emilia, Roma, Bari, Lecce e Brindisi. Canta in teatro come corista lirico nello “F. Stabile” di Potenza per “Lo sposo al Lotto”, ne “La Traviata”, e ne “L'Elisir d'amore”a Grottaglie. Studioso di Musica Antica e Barocca. Appassionato di rievocazione storica, come “speziale” si interessa di Botanica Officinale Universale e della Murgia, incentivata dai suoi studi in Farmacognosia.
Trova nella poesia l'espressione empatica della condivisione emotiva tra sé e gli altri e delle sue numerose affinità emozionali. Così prende parte nel 2014 al movimento poetico-culturale dell'Empatismo, di cui la poetessa e scrittrice, Giusy Tolomeo, è fondatrice.




[1] www.emanuele-marcuccio.overblog.com
[4] www.graziafinocchiaro.blogspot.com
[5] www.rosalbadivona.it
[6] www.ditufosuononudo.wordpress.com
[7] www.facebook.com/occhipinti.aldo
[8] www.facebook.com/groups/locandinedautore
[9] www.facebook.com/MariaRitaMassetti.Poetessa
[10] www.maristaurru.it
www.poesieincalce.it
www.poesia.blog.rainews24.it

1 commento:

  1. Grazie infinite Prof. Pardini,
    sempre attenta e profonda la sua lettura, grazie anche per aver riportato le note biografiche di ogni autore con me partecipante a questa non solita antologia, ma, è il secondo volume, quindi, credo sia improprio la denominazione di "non solita".
    Leggo che ha citato anche il manifesto dell'Empatismo e, a proposito di "pluricanto", così di seguito viene definito in nota al manifesto pubblicato in "Dipthycha 2".
    «Composizione poetica ideata dalla fondatrice del nostro Movimento, Giusy Tolomeo. Una poesia composta da uno o più versi di poesie di vari poeti, scritte indipendentemente, anche in tempi diversi, seguendo uno stesso tema in una sorta di corrispondenza empatica.» (p. 12)

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