Il
passato trasformato in bianco, e poco più in là
lʼamore, le ultime sbiadite parole
e la repubblica
dei
bambini di Beirut, i disegni nella disperazione
di
quale guerra? Sul divano, dimenticata lʼidentità,
ritrovarsi
e con i guanti ancora trascinare brandelli
nella
notte; dopo, qualcuno parlerà… Ma la madre grida e,
poi,
dice che sono lettere i fiori e in fotografia i paesaggi:
lì
vedi un Golan e le mani di sposa che lo impugnano,
ma
guarda le sue mani, sono cerchi che impugnano
altre
mani – gli occhi a questa collina non li vedi
lavorare
la pelle olivastra, ancora a quelle linee
ondulate
del viso, poiché già si incontrano come gli anni
portati
via, come se gli anni portassero via, ma non più lì,
più
vicini, tornando a casa, distanti quanto grandi lampioni,
numeri
muti tanto lontani quanto calcolati… Solo
potendo
illuminare i crocevia vuoti, ridare vita da Ber Sheva
al
deserto e sui camion scavare gialli ritorni
nei
tragitti, i silenzi, le bandiere, la felicità
e
i traccianti nellʼaria sarebbero questa scintilla ingenua.
Christian Sinicco
Christian
Sinicco (1975) si
occupa di poesia su Metabolgia (http://metabolgia.wordpress.com/) e Mare del Poema (http://christiansinicco.wordpress.
com/),
dove ospita testi, saggi, interviste e riflessioni.
Eʼ stato caporedattore di Fucine Mute Webmagazine e ha collaborato ad Absolute Poetry, Land e Village, il blog di Libri
Scheiwiller. Collabora con la rivista di
esplorazione, Argo. Nel 1999 fonda, insieme ad altri poeti, lʼAssociazione Gli Ammutinati (http:// ammutinati.wordpress.com/). Attualmente si occupa della
segreteria artistica di Trieste
Poesia. Ha vinto il “Trieste
International Poetry Slam” e con altri coraggiosi ha traghettato in Italia il Drama Slam (http://www.dramaslam.eu/).
Nel 2005 pubblica passando per New York (LietoColle). Eʼ stato tradotto in 8 lingue.
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