Poesie
di rara intensità lirica dove il verso con eufonica sonorità abbraccia gli
input emotivi colorati da una natura vitale e simbolica. C’è la vita con tutta
la sua polivalente significanza: meditazioni sul redde rationem in autunni
decadenti; memoriale di primavere colorate di govinezza; quiete di un’anima che
rapita dai tramonti sa dimenticare persino la morte:
In questa attonita pace,
al di là del tempo,
ho dimenticato per un attimo
la morte (Tramonto).
Ed
è proprio la natura a farsi interprete principale di queste sillogi; un panismo
di plurale valenza che si fa voce attiva e epigrammatica di un poeta tutto
vòlto a concretizzare un cammino di generosa vis creativa. Un cammino che
raggiunge un porto di estrema serenità, pur con una certa malinconia, dove i
venti sono calmi e la bonaccia permette di guardare orizzonti con fiduciosa
empatia; e dove, anche se l’azzurro è un sogno proibito, e anche se il poeta sa
che la vita è il tempo prestato dalla morte, alla fine:
E’
un miracolo
esser
vivi
in
questo nuovo mattino
profumato
di sole (Sonno d’amore).
Nazario Pardini
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