Maria Rizzi collaboratrice di Lèucade |
ANGELI E FOLLI
Il romanzo “Angeli e folli” di Dario
Villasanta, esula dalle caratteristiche tipiche dei romanzi di genere, infatti
non si può definire un giallo, un noir e, meno che mai, un thriller… potrebbe
definirsi un’esperienza bukowskiana di grande spessore letterario.
L’autore sceglie di calarsi in un
universo di personaggi apparentemente dannati, ma in realtà, con raro nerbo
narrativo e con particolare sensibilità, riesce a focalizzare i loro aspetti umani.
Conduce i lettori sui sentieri dell’illegalità, della prostituzione, delle galere,
degli ospedali psichiatrici, rendendo gli argomenti degni di nuovo approccio.
Non v’è nel suo narrare la violenza, l’odio, il rancore. Punta l’obiettivo sui
sentimenti puri, come l’amicizia, la complicità, la volontà di donarsi, creando
un universo a sorpresa, che demolisce gli stereotipi dominanti e insegna quanto
si può divenire ‘angeli e folli’. I personaggi del romanzo ruotano attorno a
Dax, milanese misterioso, che ha abitato molte esistenze difficili, ma non ha
perso il senso della giustizia. Vive ai margini della legalità, sniffa cocaina,
stringe legami con persone di dubbia reputazione, ma pur da antieroe, si erge
fiero in quella che oserei definire la sua incandescente, ingenua ‘pulizia
morale’. E Domenico, l’amico conosciuto da soli due mesi, che si trova in una
situazione di solitudine e di sbando, Giulia, la prostituta dal carattere
forte, dai precisi punti di riferimento morali e spirituali, che si potrebbero
considerare i co –protagonisti della storia, sono caratterizzati, come Dax, da
valori e atteggiamenti, che inducono non alla pietas, ma quasi a un senso di
ammirazione.
Il romanzo di Dario Villasanta
riesce, incredibilmente, a capovolgere i nostri abituali punti di visti. Siamo
catapultati nell’universo del sesso facile, dei soldi guadagnati in modo, fino
a un certo punto, indecifrabile, dell’etilismo e della droga eppure veniamo
investiti da un’umanità calda e avvolgente. Le storie acquisiscono aspetti funzionali
al romanzo, eppure didattici. Spesso si finisce in carcere per errore e la vita
tra le sbarre non è molto diversa da quella che si conduce nel quotidiano. Non
si incontrano mostri, ma altri esseri umani spaventati e soli, desiderosi di
aiutarsi a vicenda. Ovviamente un simile discorso non vale per coloro che
vengono arrestati per gesti infamanti. Anche le realtà degli Ospedali
psichiatrici sono ridimensionate nel testo di Dario. I malati vengono sedati e
aiutati ad allontanarsi dalle realtà che li hanno resi incapaci di agire
secondo coscienza.
I contesti nei quali si svolgono le
vicende sono bui, eppure riflettono luce strana, disarmante.
Lo stile ha caratteristiche nuove,
originali anch’esse. Salta dal discorso condotto in terza persona a lunghi
periodi dialogici, di grande impatto espressivo. E’ asciutto, freddo,
sanguigno… e, a tratti, tenero e coinvolgente. Senz’altro filmico, in quanto
presenta sequenze adatte a una scenografia.
Un romanzo che trafigge e lascia
tracce profonde. Il mondo non è mai come sembra.
Errori di un attimo possono
etichettare per sempre le persone, cambiando il loro modo di porgersi a una
società che non è più disposta a comprenderli.
Le anime restano le stesse. E in
quelle anime i sogni provano a non arrendersi!
Maria
Rizzi
Nessun commento:
Posta un commento