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martedì 1 dicembre 2015

LINO D'AMICO: "LA CLESSIDRA"

                              
Lino D'Amico

                              La clessidra
( Talvolta… )


Talvolta…
quando il tempo stenta a percepir l’essenza
di speziati aromi di un primo giungere d’autunno,
o quando, sciapo di sogni, il giorno  svapora nell’oblio
e l’esistere anela  bagagli di speranze,
un pensiero inconscio prevarica la ragione
per cercare un portale sul sentiero del suo andare,
nel preludio di un oltre che si cela in quell’attimo.

Talvolta…
il vermiglio baluginio del crepuscolo,
pare rallenti il computar di una clessidra
che sgrana rosari di attimi, forse senza dopo,
 percorra aleatori labirinti  profughi di assenze,
che dicono…  senza mai proferire parola…
parlano… senza mai generare ritorni d’eco…
urlano … per chi non vorrà mai ascoltare…

Talvolta…
pregano… forse, per postular perdoni…



                                         


2 commenti:

  1. Lino mio,
    più complessa delle altre questa tua lirica, che ci riporta sul sentiero dei tempi che viviamo,
    scandito da una clessidra invisibile... che 'ci guida nel sentiero del nostro andare'.
    Apri il vaso di Pandora e lasci che fluti nell'aria la speranza, unica risorsa per rallentare
    'il computer della clessidra'. Ma sei consapevole che ogni giorno porta la sua pena, che sgranare
    le perle dei rosari sta divenendo l'unico riparo, dando alla Fede connotati di coperta per difenderci
    dalle sventure....
    E la chiusa, di sublime effricacia é ennesimo atto di fede. Stavolta altissimo. Dai del 'tu' alla sommità
    del Cielo, asserendo che il pregare, in giorni come questi rappresenta l'unica via per 'postular perdoni'... Ti ringrazio e ringrazio l'Immenso Nazario , che ha introdotto magistralmente la tua Opera e ci ospita con amore su Suo Scoglio....
    Maria Rizzi

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  2. Gent.mo D'Amico, la sua poesia ha toni forti versi un periodo storico(il nostro)che assiste al declino presuntuoso e arrogante di un secolo buio: l'oscurità spirituale è la peggiore offesa che si possa perpetrare ai danni dell'uomo moderno che ha perduto le coordinato dell'essere, dirigendo la sua ricerca verso idoli di cartapesta che non lo salveranno dal declino e dalla morte dell'anima. La sua clessidra fa intravedere il grosso malessere e l'immenso guasto morale che un cinismo e un'indifferenza tanto imperanti stanno rovesciando sull'umanità dolente. Da parte mia non smetto mai di petulare sulla grande necessità di correggere la rotta. Ontologicamente, moralmente, socialmente saranno necessarie modifiche che ristabiliscano ordine e disciplina morali. Il suo verso evince un tentativo di rappresentare nei tempi cronologici una via di salvezza, prima del declino ultimo. Si ravvederà l'umanità? E' quello che avverte la sensibilità di ogni poeta, di ogni uomo che ha diritto alla pace, alla giustizia, alla serenità in tempi tanto difficili. Il poeta ne avverte il malessere. Lei è uno di essi e postula il perdono per un guasto epocale. E' una poesia la sua che avverte il disagio e ne fa un inno di speranza, di fede, di Verità. Grazie per il suo:" esistere che anela bagagli di speranza"...
    Ninnj Di Stefano Busà

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