Maria Grazia Ferraris, scrittrice, saggista, poetessa, collaboratrice di Lèucade |
Questa volta Flavio Vacchetta, di cui
ho già commentato alcune poesie di forte intensità emotivo-esistenziale, che
toccano tutti gli ambiti del vivere e dell’esserci, miranti a
riscattare il comportamento umano verso ideali più alti e universali, si
cimenta con l’aforisma.
Colpisce le esitazioni, le imperfezioni
della vita, le vibrazioni umorali ed esistenziali. Sappiamo che l’aforisma non
coincide mai del tutto con la verità
o è una verità dimidiata o una verità
enfatizzata, per questo è tanto praticata nel nostro mondo: può agguantare bene
l’umorismo e l’ironia
di cui abbiamo bisogno per vivere.
I temi che F. V. affronta sono vari: un
ventaglio che si apre su tematiche morali e filosofiche come il primo (sul tema
del lutto) o la riflessione sul tema filosofico dell’eterno:
“Per il rispetto del defunto/ Non
occorre scrivere: sentite condoglianze/Ma “ sentiti silenzi”
Nessuna parola può colmare/ Lo stato
d’animo di un parente/Per la perdita di un loro caro”.
L’ ironia è nondimeno l’aspetto che
meglio definisce la sua prosa: “polvere sei polvere tornerai/ e in caso di
siccità?”, oppure: “la storia insegna/
a non essere succubi/ della
storia stessa/essendo essa, magistra /senza avere compiuto studi”, fino al
coinvolgimento sul tema che gli è più caro,
quello della poesia: “la poesia è
inutile/ non serve a nessuno/per questo va letta/ coltivata diffusa/a tutti i
livelli”.Dall’ironia al paradosso.
Maria Grazia Ferraris
AFORISMI
Per il rispetto del defunto
Non occorre scrivere: sentite
condoglianze
Ma “ sentiti silenzi”
Nessuna parola può colmare
Lo stato d’animo di un parente
Per la perdita di un loro caro
§§§§§§§§§§§§
ogni domanda
richiede una risposta
ma ogni risposta è consapevole
della sua perfetta stupidità
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chiedete vi sarà dato: delle
tasse da pagare
bussate vi sarà aperto: da
ladri in casa vostra
§§§§§§§§§§§
chi non ha coraggio delle
proprie decisioni
si dice sia una licenza poetica
§§§§§§§§§§
non servono perle ai porci
ma alle porcellone
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la legge è uguale per tutti
anche ai giudici?
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il miglior amico dell’uomo:
il cane no, il libro
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eternità: essenza del
tutto-nulla
ecchimosi clandestina tra alfa
ed omega
compendio del tutto-nullo
§§§§§§§§§
polvere sei polvere tornerai
e in caso di siccità?
§§§§§§§§
la storia insegna
a non essere succubi
della storia stessa
essendo essa, magistra
senza avere compiuto studi
§§§§§§§§§
cerco nella lettura
un insegnamento coerente
con me stesso e la natura
§§§§§§§§
credere o cedere a Dio?
Credere a Dio significa
Credere in un padre
Che ha ucciso il figlio
Credere in Dio
Significa avere fede
§§§§§§§§§
morte, anche oggi
sono riuscito a fregarti:
sono ancora vivo
§§§§§§§§§
è significativo organizzarsi
una sana e bella morte
ben studiata e diretta
nei minimi particolari
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nel punto più remoto
dell’universo sogno un
cimitero
immerso nel deserto marocchino
dove ci porto dei fiori per
Reduan
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non di solo pane vive Dio
ma di ogni parola che esce
dalla bocca dell’uomo
(sperando non bestemmi)
§§§§§§§
perdere chi si ama è perdere
una parte di te stesso
quella stessa parte sarà
sempre mutilata
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il singhiozzo dei violini
d’autunno
colmano il mio cuore
§§§§§§§§§§
fuori del tempo
il tempo si dilegua
fuori tempo
§§§§§§§§§
fingere o non fingere
d’essere quel che si è
questo il problema
§§§§§§§§§
tempo maledetto
l’orologio la causa diretta
§§§§§§§§§
mai e poi mai ci si
improvviserebbe
poeta se non a causa di
sofferenza
dolore, ed esagerata
sensibilità
§§§§§§§§§
la poesia è inutile
non serve a nessuno
per questo va letta
coltivata diffusa
a tutti i livelli
§§§§§§§
il bello è bello
brutture permettendo
§§§§§§§§
fatto assolutamente naturale
che la vita preceda la morte
il problema è sapere
accettare quest’ultima
§§§§§§§§§§§
il disastro ecologico
al quale il nostro pianeta
è continuamente sottoposto
pare non destare molte
perplessità
per lo meno non più di tante.
Eppure sappiamo bene che non è
così
§§§§§§§§
tutto in poesia
è già stato detto, ridetto
anche ripetuto
ora stiamo ascoltando
ripetizioni
interpretazioni varie e
diverse
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DANTE HEGEL BORGES NERUDA
MONTALE LUZZI VACCHETTA
Che cosa hanno detto di
speciale
Che non abbiamo vissuto noi?
§§§§§§§§§§§§
l’io del cuore
non è paragonabile
all’io della confessione
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se davvero mi vuoi bene
non piangere
disse la madre al figlio
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natura è l’abbraccio
assoluto dell’esistenza
§§§§§§§§
la maschera copre il volto
ma ne scopre l’ambiguità
Flavio Vacchetta fa, questa volta, una sosta particolare: si ferma davanti all'aforisma e lo porge al lettore nella maniera che meglio di tutte ne interpella la coscienza, ricordandogli che l'anima passa di lì, nel breve, ma intenso solco che una sentenza lascia, indelebile, sulla pelle.
RispondiEliminaUn tatuaggio che quando l' ha mitragliata, è per sempre ma non ritorna, si esplica ma restituisce il buio, salva perché ci si salva solo dopo essersi dannati.
Sono gli ingredienti del poiein di Flavio, antitetici stigma, inesauribili distintivi della complessa vicenda umana serrata nella beffarda finitudine, nella solitudine tanto bene "collusa" con la compagnia, del silenzio così abilmente musicato nell'amplesso della parola.
All'orizzonte il bukowskiano per me scrivere è tirare fuori la morte dal taschino, scagliarla contro il muro e riprenderla al volo.
Cristina Raddavero