Serenella Menichetti collaboratrice di Lèucade |
Nota
Introduttiva a Serenella Menichetti: Fiore
di loto. Gemignani Editrice. Cascina (PI). 2015. Pgg. 92. € 10,00
Aprire le ali per un’avventura che ci
elevi al di sopra del contingente
Ampie ali
per volare ed atterrare
oltre le tue radici,
che con cura conservi
sotto bianco piumaggio.
per volare ed atterrare
oltre le tue radici,
che con cura conservi
sotto bianco piumaggio.
Passato e presente,
non si sommano.
Il futuro:
complessa operazione
in perpetuo mutamento.
non si sommano.
Il futuro:
complessa operazione
in perpetuo mutamento.
Poesia schietta, folta,
rotonda i cui versi con tutta la loro forza iconico-intimistica si fanno
concretezza di un sentire ampio e polimorfico. Passato presente e futuro si
embricano in questo canto per dare plasticità al senso della vita; ad una
vicenda vissuta in tutta la sua pluralità: immaginazione, realtà, sogno,
speranza, memoria, saudade, illusione, delusione, amore; e sperdimento totale
in un trasporto contemplativo di memoria leopardiana:
E sempre mi
disperdo nell’oblio
del canto delle
sirene.
Le
palpebre battono in un turbinio di coralli,
mentre
inseguono il segreto dell’oceano.
Intanto, tu:
attendimi sulla
soglia!
Ferma il
pensiero sulle mie mani.
Ai miei
ritorni, esse
non saranno più
nude. (Partenze).
Tutto contribuisce a rendere questo “poema”
umanamente lirico; liricamente suadente e vicino, dacché ognuno di noi vi trova
una buona parte di sé stesso, del suo mondo, degli abbrivi di una navigazione che volge le vele verso un porto
di difficile approdo per un mare spesso in tempesta, pieno di scogli che
rendono dubbiosa la rotta e in cui non è difficile naufragare:
Anche la vita
come l’onda urla
E proprio come l’onda
affonda.
E percuote, col suo bastone.
A volte in vita lascia il corpo
Ma straccia l’anima.
E la quiete a cui anelavi:
presto, si fa chimera. (Chissà se l’onde).
E partendo proprio dalla citazione testuale è
agevole penetrare fin da subito nella complessa poetica di Serenella
Menichetti: poetica plenitudinis vitae.
Ci sono le radici, simbolo del nostro vivere ed esser-ci; simbolo di una
storia in cui ogni ambito, ogni piccolo oggetto ha la sua ragione di essere;
c’è il passato, il presente, ognuno con la propria identità, col proprio sacco
di immagini, con la propria portata di sentimenti; c’è il futuro “complessa
operazione in perpetuo mutamento”. Ma soprattutto c’è il volo, questa voglia di
aprire le ali per un’avventura che ci elevi al di sopra del contingente, spesso
folto di delusioni. E ambire all’oltre è umano, fortemente umano; è dell’uomo cercar
di svincolarsi dal terreno per azzardare sguardi oltre la siepe. D’altronde è
il tempo che ci misura e ci ragguaglia sulla futilità del nostro esistere;
sulla precarietà di una vicenda in cui è difficile orientarsi, diventare
padroni del nostro destino, essendo oggetti in mano di una clessidra che ci
pilota a suo piacimento:
Chi sono ?
Forse una,
o tutte ?
A volte
Non riesco a trovarmi.
Forse una,
o tutte ?
A volte
Non riesco a trovarmi.
Vorrei uno specchio,
ampio.
Dove riflettere e rintracciare
la mia immagine
E ricomporla
con tutte le donne che io sono. (A volte mi smarrisco).
ampio.
Dove riflettere e rintracciare
la mia immagine
E ricomporla
con tutte le donne che io sono. (A volte mi smarrisco).
Tanti sono i perché
irrisolti e irrisolvibili in questa nostro andare; tante le domande che ci
poniamo senza avere risposte: motivo di inquietudine e di dolore; di incertezze
e insoluzioni; ed è il tempo col suo implacabile movimento, col suo
inarrestabile viaggio a darci la contezza della nostra insufficienza. Ed è così
che la poetessa è volta alla ricerca di quella parte di sé che la completi; di
quei profumi nativi su cui costruire il suo firmamento:
Senza i piani inferiori,
il grattacielo
non tocca il firmamento
si sfascia al suolo.
il grattacielo
non tocca il firmamento
si sfascia al suolo.
E il tuo castello oggi, vacilla.
Paurosamente, barcolla.
Crolla, si disgrega.
In una massa senza identità
Paurosamente, barcolla.
Crolla, si disgrega.
In una massa senza identità
Un profumo di cera d’api.
Fu: Epifania. (Profumo di cera d’api),
di quel castello che la
porti a toccare le stelle e che la renda totale in un mondo fatto di
imperfezioni, di dubbi, di viaggi che spossano; ripescare fiori e colline di
antiche primavere, profumi di giorni zeppi di luce, di altalene che toccano il
cielo, per Serenella significa fare poesia; una poesia buona, ben strutturata,
e ben alimentata di significati che si traducono agilmente in significanti:
Vorrei
distendermi in un prato di girasoli
Assorbire parole gialle e feconde.
La vita che troppe volte s’inabissa.
Fugare il dubbio che crivella la certezza.
Scendere dall’ altalena:
che tocca il cielo e torna.
Senza una sosta.
Viaggio che spossa e disidrata
Assorbire parole gialle e feconde.
La vita che troppe volte s’inabissa.
Fugare il dubbio che crivella la certezza.
Scendere dall’ altalena:
che tocca il cielo e torna.
Senza una sosta.
Viaggio che spossa e disidrata
Abbeverarsi alla sorgente del dubbio
lascia la bocca arida. (Viaggio precario).
lascia la bocca arida. (Viaggio precario).
Forse è la memoria che, con la sua ripulitura,
col suo potere drenante, può avere un ruolo determinante nel creare un’alcova
in cui trovare rifugio. Sì, il memoriale con tutta la sua energia evocativa,
dove la realtà si è fatta immagine, serbatoio a cui attingere per ampliare la vita
e dare terriccio fertile al canto:
Avrò
di vento voce e canterò
col mare.
Sarò: buio e luce
col mare.
Sarò: buio e luce
e
sabbia e roccia
e sole e luna.
e sole e luna.
"Sai, la memoria è una laguna,
dove i ricordi, sono organismi vivi
e, coralli preziosi, da evocare:
quando ti senti sola.". (Ti lascerò ricordi).
e, coralli preziosi, da evocare:
quando ti senti sola.". (Ti lascerò ricordi).
E qui il memoriale assume un ruolo risolutivo,
una funzione decisiva per il rendimento poematico; ci si affida alla natura per
dare rilievo a stagioni, a personaggi, a avvenimenti che hanno segnato tappe
fondamentali nel percorso vitale della Menichetti:
La bellezza
superba della natura
ti lascia sospesa
fra cielo e terra
Setacci le
parole del vento
cadute sul
fondale di un oceano
di conformismo.
E costruisci la
tua collana di giorni. (Perle).
Tappe che, alimentate dal
fervore emotivo, dalla attitudine alla meditazione, dalla riflessione sul
rapporto emblematico fra rien e tout, fra terrenità e universalità, fra
bellezza e bruttezza, dànno un forte incremento di polisemico abbrivo al fluire
dell’opera; cosciente, la Nostra, dei danni irreparabili che la natura stessa
subisce per mano di un uomo egoista e insaziabile:
Prati senza profumi, usurpati
da enormi fiori di plastica.
E barattoli di latta dal bordo
spinoso.
Chi sarà stato a nascondere i cadaveri
delle farfalle?
Se riuscissi a spostare lo sguardo oltre l’orizzonte
forse troveresti le tue risposte.
Magari tra i fili della tela di un paracadute
da indossare per atterraggi di luce. (Più in là)
da enormi fiori di plastica.
E barattoli di latta dal bordo
spinoso.
Chi sarà stato a nascondere i cadaveri
delle farfalle?
Se riuscissi a spostare lo sguardo oltre l’orizzonte
forse troveresti le tue risposte.
Magari tra i fili della tela di un paracadute
da indossare per atterraggi di luce. (Più in là)
Ed è così che la poesia scorre
fluida, potente, dolce, intimistica, in scarti semantici, in soluzioni
linguistiche, dove la parola arriva puntuale ad assecondare i subbugli dell’animo;
dove il verbo si forgia agilmente in nessi, metafore, e costruzioni iperboliche
di ampia valenza visiva:
La voce sgorgò dalla foce,
in un mare di parole.
le onde lambirono d'azzurro il verso.
D'argento guizzarono i suoni.
L'alba iniziò il suo semantico canto.
Alchimia, magia, non so.
Il sole transita sul punto gamma.
La barca bianca:
soccorre naufraghi. (La barca bianca),
dove
ispirazione, panismo, intuizione, e creatività dànno luogo a sprazzi lirici di
urgente effetto simbolico (poesia-luce, poesia-foce, poesia-mare, poesia-suoni
d’argento, poesia-salvezza), in un canto che dà l’idea chiara di quanto la
poetessa si sappia districare tecnicamente nell’utilizzo delle misure metriche: poesia libera, in
endecasillabi, settenari, novenari… Insomma una varietà di versi adatta a
concretizzare la plurivocità emotiva che anima un percorso ampio, diluito in
ben otto temi: Sul percorso, Sulla
poesia, Sulla donna, Sulla natura, La mia Toscana, Sulla pioggia, Sulla
fragilità, Fine? No.
E
anche se a fare da leitmotiv alle varie tematiche c’è un certo sentimento di
melanconia che mai, comunque, si risolve in pessimismo; e anche se la Poetessa
è cosciente della precarietà dei suoi spazi e della sua vicenda; tuttavia
quello che emerge alla fine della lettura è il grande amore che la lega alla
vita; a questo irripetibile miracolo che, seppur comporti travagli e delusioni,
sa offrirci speranze, amore, gioia, illusioni, e affetti che tanto sanno di
poesia. Per questo, non fosse altro, vale la pena viverla con tale intensità da
sentirla unica, nostra; da tenerla stretta:
Perché ognuno non si perda
in strade senza uscita.
Nei labirinti infiniti
della terrena vita. (Vola speranza).
Fase diversa
di un’esistenza eterna
tutta da svelare.
Non pianto per la goccia
che si fa vapore:
leggera sale
verso azzurri orizzonti. (Esistenza nuova).
di un’esistenza eterna
tutta da svelare.
Non pianto per la goccia
che si fa vapore:
leggera sale
verso azzurri orizzonti. (Esistenza nuova).
Nazario Pardini
DAL
TESTO
PER STRADA
Arduo viaggiare nelle intasate arterie del cosmo.
Desideri lentamente rosicchiare la circonferenza
dei giorni avanzati dal piatto sbeccato della vita
in girotondi lievi.
Alla ricerca di paesi nuovi rimasti intrappolati
nei buchi della tua solitudine.
Sporca di alghe vorresti nasconderti
dietro i merli, della torre del castello di sabbia
smarrito nella marea del tempo.
Vorresti sostare ai limiti del bosco selvaggio,
dove il profumo dei fiori celati dai rovi
non viene mai reciso.
Dell'albero dei vocaboli temi la stagione priva di
frutti.
Per non cadere sul fondo del pozzo vuoto di suoni,
ti arrampichi come glicine sopra un muro di parole.
Credi nell'innocenza del vento.
Attendi ancora il sogno:
residuo dei petali di una primavera mai colta.
FLUSSO
E’ un fluire
lento
di memorie, rituali
e dati nuovi.
Radici si allungano
nuovamente s’impiantano.
di memorie, rituali
e dati nuovi.
Radici si allungano
nuovamente s’impiantano.
E tu sei airone
a ricamare cieli.
per approdare, in acque di laguna.
Un becco, a sapori e saperi
spalancato.
per approdare, in acque di laguna.
Un becco, a sapori e saperi
spalancato.
Ampie ali
per volare ed atterrare
oltre le tue radici,
che con cura conservi
sotto bianco piumaggio.
per volare ed atterrare
oltre le tue radici,
che con cura conservi
sotto bianco piumaggio.
Passato e
presente,
non si sommano.
Il futuro:
complessa operazione
in perpetuo mutamento.
non si sommano.
Il futuro:
complessa operazione
in perpetuo mutamento.
A VOLTE MI SMARRISCO
Quando troppe persone mi abitano
mi smarrisco.
In luoghi dei quali non conosco
strada né nome.
mi smarrisco.
In luoghi dei quali non conosco
strada né nome.
Luoghi silenziosi.
Luoghi statici.
Senza movimento
né memoria.
Luoghi statici.
Senza movimento
né memoria.
Sono luoghi vuoti.
Sono non luoghi.
Sono luoghi infiniti.
Sono non luoghi.
Sono luoghi infiniti.
Senza luce né vento.
A farmi compagnia,
ombre senza corpo.
A farmi compagnia,
ombre senza corpo.
Chi sono ?
Forse una,
o tutte ?
A volte
Non riesco a trovarmi.
Forse una,
o tutte ?
A volte
Non riesco a trovarmi.
Vorrei uno specchio,
ampio.
Dove riflettere e rintracciare
la mia immagine
E ricomporla
con tutte le donne che io sono.
ampio.
Dove riflettere e rintracciare
la mia immagine
E ricomporla
con tutte le donne che io sono.
PROFUMO
DI CERA D’API
E’ tempo di riannodare
fili recisi dall’ascia affilata
di un menefreghismo cosmico.
fili recisi dall’ascia affilata
di un menefreghismo cosmico.
E’ tempo di nutrimento.
Con le radici mozzate
tutto secca e muore.
Con le radici mozzate
tutto secca e muore.
Senza i piani inferiori,
il grattacielo
non tocca il firmamento
si sfascia al suolo.
il grattacielo
non tocca il firmamento
si sfascia al suolo.
E il tuo castello oggi, vacilla.
Paurosamente, barcolla.
Crolla, si disgrega.
In una massa senza identità
Paurosamente, barcolla.
Crolla, si disgrega.
In una massa senza identità
Un
profumo di cera d’api.
Fu:
Epifania.
PERLE
Silenzi intensi fluttuano
tra i rami e il cielo.
Inali la magica essenza
dalle pagine di un libro
seduta su una poltrona
di roccia vulcanica.
La bellezza superba della natura
ti lascia sospesa fra cielo e terra
Setacci le parole del vento
cadute sul fondale di un oceano
di conformismo.
E costruisci la tua collana di giorni.
Nessun commento:
Posta un commento