La paura:...poi l'orrore. Risponde a questa sensibile empatica poesia di S. Giovannetti un altro poeta che è stato Testimone della guerra e della Shoah e ha visto «uomini e bestie ammazzati alla stessa maniera».
Quando già tutte le donne del trasporto furono rapate quattro operai con le ramazze fatte di tiglio spazzarono e ammucchiarono i capelli
Sotto i vetri traslucidi stanno i rigidi capelli degli asfissiati nella camere a gas fra quei capelli forcine e pettini d’osso.
Non li penetra la luce non li scompiglia il vento non li sfiora la mano né la pioggia né le labbra
Nelle grandi bacheche si attorcigliano aridi i capelli degli asfissiati e la treccina grigia codino di topo con un nastro che sono soliti tirare a scuola i cattivi monelli. La treccina, di Tadeus Ròzewicz - (Museo di Oświęcim, 1948)
"Lo so, posso immaginarlo. / Mai come te, però". L'esperienza del dolore, del male, è personale. Gli altri possono immaginarla, non viverla alla stessa maniera. Non con la stessa intensità, ci dice Sonia Giovannetti. La storia, checché se ne dica, non è maestra di vita. Le efferatezze di oggi, come di sempre, mostrano che l'umanità è ancora ferma a Caino e Abele. Ho sentito paragonare i nazisti alle bestie. Non diciamo eresie! In natura queste atrocità non esistono. Quante cose dovremmo imparare dagli animali! Certo, noi abbiamo la cultura che loro non hanno, ma non dovremmo consentire alla cultura di andare contro la vita. Prima viene l'umanità, poi l'umanesimo. Prima la fratellanza, poi le differenziazioni culturali. Non la storia, pertanto, ma la nostra interiorità è l'unica vera maestra di vita. Franco Campegiani
Sonia con la levità e la raffinatezza che fanno di lei un'Artista speciale, ci invita a 'non dimenticare' con versi di purezza e forza espressiva incredibili e con una chiusa che è il riassunto del senso della a vita. ""Lo so, posso immaginarlo. / Mai come te, però".L'ha sottolineato anche Franco Campegiani, io torno su questo distico per mettere in risalto quanto la nostra Sonia sia consapevole dell'importanza del verbo 'capire'. Si capisce ciò che si é vissuto. Il resto é luogo comune. Lei non cade mai nella banalità e ricorre al verbo più idoneo: 'immaginare'. Noi abbiamo raccolto testimonianze, visto filmati, visitato lager e moschee ebree, non vissuto l'orrore. Siamo testimoni solo del tempo che viviamo. Quel "Te" racchiude tutti coloro che hanno subito, incolpevoli, la più atroce delle morti. Racchiude uno sterminio. Una storia difficile da credere. Credo che solo Sonia poteva porgerla così e m'inchino alla sua Grazia! Maria Rizzi
I versi di Sonia non solo riescono a comunicarci gli stati stati d'animo che ci legano gli uni agli altri; non solo ci permettono di vedere oltre la “luce che si dissolve”; né soltanto “la levità e la raffinatezza“ sono le peculiarità “che fanno di lei un' Artista speciale “. Sonia sa adagiarsi sulle ali del cuore sentendone i battiti. Questa prezioso talento la rendono una donna (oltreché poetessa) rara! Ed è Poeta autentico solo chi è capace di regalare agli altri un'emozione da groppo in gola con la magia di strofe che vengono da “dentro”. Brava Sonia, hai fatto ancora centro!
Grazie dell'attenzione, cari amici,dei commenti illuminati, della testimonianza poetica offerta da Maria Grazia Ferraris e della generosità delle vostre parole, che non merito. Il mio è solo uno "sguardo rivolto all'uomo, alla sua sofferenza, all'umanità..." tra i tanti, tra i vostri.. Abbraccio voi e Nazario Pardini con il suo sguardo infinito che ci offre anche con Lèucade, avvolta dal credo della poesia. Sonia Giovannetti
RispondiEliminaLa paura:...poi l'orrore. Risponde a questa sensibile empatica poesia di S. Giovannetti un altro poeta che è stato Testimone della guerra e della Shoah e ha visto «uomini e bestie ammazzati alla stessa maniera».
Quando già tutte le donne
del trasporto furono rapate
quattro operai con le ramazze
fatte di tiglio spazzarono
e ammucchiarono i capelli
Sotto i vetri traslucidi
stanno i rigidi capelli degli asfissiati
nella camere a gas
fra quei capelli forcine
e pettini d’osso.
Non li penetra la luce
non li scompiglia il vento
non li sfiora la mano
né la pioggia né le labbra
Nelle grandi bacheche
si attorcigliano aridi i capelli
degli asfissiati
e la treccina grigia
codino di topo con un nastro
che sono soliti tirare a scuola
i cattivi monelli.
La treccina, di Tadeus Ròzewicz - (Museo di Oświęcim, 1948)
"Lo so, posso immaginarlo. / Mai come te, però". L'esperienza del dolore, del male, è personale. Gli altri possono immaginarla, non viverla alla stessa maniera. Non con la stessa intensità, ci dice Sonia Giovannetti. La storia, checché se ne dica, non è maestra di vita. Le efferatezze di oggi, come di sempre, mostrano che l'umanità è ancora ferma a Caino e Abele. Ho sentito paragonare i nazisti alle bestie. Non diciamo eresie! In natura queste atrocità non esistono. Quante cose dovremmo imparare dagli animali! Certo, noi abbiamo la cultura che loro non hanno, ma non dovremmo consentire alla cultura di andare contro la vita. Prima viene l'umanità, poi l'umanesimo. Prima la fratellanza, poi le differenziazioni culturali. Non la storia, pertanto, ma la nostra interiorità è l'unica vera maestra di vita.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Franco Campegiani
Sonia con la levità e la raffinatezza che fanno di lei un'Artista speciale, ci invita a 'non dimenticare' con versi di purezza e forza espressiva incredibili e con una chiusa che è il riassunto del senso della a vita.
RispondiElimina""Lo so, posso immaginarlo. / Mai come te, però".L'ha sottolineato anche Franco Campegiani, io torno su questo distico per mettere in risalto quanto la nostra Sonia sia consapevole dell'importanza del verbo 'capire'. Si capisce ciò che si é vissuto. Il resto é luogo comune. Lei non cade mai nella banalità e ricorre al verbo più idoneo: 'immaginare'. Noi abbiamo raccolto testimonianze, visto filmati, visitato lager e moschee ebree, non vissuto l'orrore. Siamo testimoni solo del tempo che viviamo. Quel "Te" racchiude tutti coloro che hanno subito, incolpevoli, la più atroce delle morti. Racchiude uno sterminio. Una storia difficile da credere. Credo che solo Sonia poteva porgerla così e m'inchino alla sua Grazia!
Maria Rizzi
I versi di Sonia non solo riescono a comunicarci gli stati stati d'animo che ci legano gli uni agli altri; non solo ci permettono di vedere oltre la “luce che si dissolve”; né soltanto “la levità e la raffinatezza“ sono le peculiarità “che fanno di lei un' Artista speciale “.
RispondiEliminaSonia sa adagiarsi sulle ali del cuore sentendone i battiti.
Questa prezioso talento la rendono una donna (oltreché poetessa) rara!
Ed è Poeta autentico solo chi è capace di regalare agli altri un'emozione da groppo in gola con la magia di strofe che vengono da “dentro”.
Brava Sonia, hai fatto ancora centro!
Roberto Mestrone
Grazie dell'attenzione, cari amici,dei commenti illuminati, della testimonianza poetica offerta da Maria Grazia Ferraris e della generosità delle vostre parole, che non merito. Il mio è solo uno "sguardo rivolto all'uomo, alla sua sofferenza, all'umanità..." tra i tanti, tra i vostri..
RispondiEliminaAbbraccio voi e Nazario Pardini con il suo sguardo infinito che ci offre anche con Lèucade, avvolta dal credo della poesia.
Sonia Giovannetti
Chiedo venia a Sonia e agli amici lettori per i refusi presenti nel quinto rigo del mio commento.
RispondiEliminaRoberto Mestrone