Claudio Vicario collaboratore di Lèucade |
La mia tristezza
Ho annegato nell’amore
la mia tristezza,
ne ho frantumato il guscio
e sempre una nuova pena
mi ha privato della libertà,
mi ha imprigionato
in nuove sofferenze,
mi ha reso schiavo
degli ultimi raggi di luce
oscurati da ombre
che vengono da lontano
e si levano fino al cielo
per ripiombare su sentieri
che sfumano nella memoria,
indefiniti, silenziosi, statici,
in questa età melanconica.
L’anima è nuda di fronte
ad un incerto futuro
come lacrime di pioggia
nel silenzio della sera
ed ha paura di ogni verità
nascosta nei segreti del cuore.
Calano
le ombre
Lo
sguardo indugia, calano le ombre,
il cielo
si spegne, un ricordo si perde
e
svanisce portato via dal vento.
Abbiamo
percorso sentieri intricati,
vissuto
giorni deludenti, lottato,
abbiamo
combattuto troppo spesso
senza
essere vincitori… mai vinti.
Ci siamo
lavati nel fiume della vita
nella
speranza di creare una nuova terra,
pregato
nell’attesa di un gesto semplice,
di spazi
sereni tra nuvole sparse,
cercato
leali compagni di viaggio,
un
rifugio dal mondo per sfuggire
ai
grandi inganni, al buio che ristagna
negli
arresi silenzi dei pascoli eterni,
per
spezzare le ali alla malinconia.
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