PREFAZIONE A "CI TROVEREMO ANCORA"
DI GRAZIELLA CARLETTI
Accoglimi
nel porto caldo del
tuo abbraccio
ora che l’arroganza
della giovinezza
s’ è frantumata in
schegge d’incertezze.
Stammi vicino
saremo le colonne
di quel tempio
ch’ abbiamo eretto
insieme
(Insieme).
Mi piace iniziare da questa
citazione testuale per evidenziare fin da subito la cifra euritmica,
profondamente espansa, e verticalmente intrusa di questo canto. Endecasillabi,
settenari, versi di maggiore e minore misura, fra loro intrecciati in un armonico
gioco di risonanze musicali.
Una poesia semplice, densa,
urgente, fortemente intimistica, dove il verso sgorga da un’anima genuina e
schietta; disposta e disponibile ad una confessione umanamente coinvolgente per
il calore dei palpiti di un cuore fremente. La vita. Sì, in questa silloge
appare in tutta la sua polisemica significanza; in tutto il suo abbraccio
vitale: l’amore, il memoriale, la coscienza di un tempo fugace e irripetibile,
il sogno, le inquietudini… tutti i sentimenti che questa sacrosanta esperienza
ci fa vivere; ci fa provare durante tutto il suo tragitto. La poesia
incipitaria della raccolta ci avvicina, da subito, ad uno dei più
umani impulsi naturali: la speranza; un rimedio a tutto ciò che ci illude; un
conforto alle sottrazioni subite o agli smacchi incontrati in questo cammino
non sempre liscio e scorrevole:
Ora il cielo si è un poco scolorato
e la speranza ha cambiato sembianze
ha occhi ingenui e teneri sorrisi
grandi piccole braccia
che circondano il mondo
il nostro
(Ci troveremo ancora).
E quale rammarico più grande
della scomparsa di una compagnia a noi legata da una vita? La solitudine spesso
ci attanaglia e si fa sempre più invadente di fronte a cose o pensieri che
riguardano un passato a noi vincolato. È l’amore, quello vissuto, quello che
resta dentro fisso e intramontabile, e che si fa ricordo sempre più sfumato e
denso, e per questo serbatoio di immagini potenti per versi di saporita
empatia. Un sentimento che segue passo passo le composizioni della Carletti,
legandole fra loro direttamente o indirettamente in un insieme compatto e
armonico; in un cammino che prosegue su uno spartito il cui pentagramma vive di
forte connotazione esistenziale: sogni ormai consunti, ritorni a stagioni
cariche di pathos, di reminiscenze sfumate; di stagioni di vitigni, di inviti
alla festa, di aromi seppur svaniti, sigillati dentro la memoria:
Pende ora l’uva matura dai vitigni
un invito alla festa
tra fragranze di mosto e foglie gialle
ma quel mondo più non mi appartiene
i suoi aromi le luci ed i
colori
li ho sigillati dentro la memoria,
quella memoria frutto di un tempo
che passa impietoso e inarrestabile, lasciando tracce di giorni felici, di
colori smarriti:
Passa il tempo
sui segni che l’acqua
scolpisce
nei sassi del fiume
passa il tempo
nei cerchi ordinati
del tronco di un pino vetusto (Passa il tempo).
Un percorso fecondo di armoniche
sonorità, di fughe e ritorni, di struggimenti anche per incontri
irrimediabilmente perduti: appigli a rami e fioriture che parlano di vita, di
amore, giovinezza, dove il verso fa di tutto, con i suoi semplici schemi metrici,
per avvinghiarsi ad un’anima zeppa di empatiche reminiscenze. E la natura con tutta la sua polivalente
cromia va incontro all’Autrice; l’accompagna in una rievocazione fluida e
gentile; amabile e vitale. Le offre una mano consolatrice, i suoi petali o le
sue striature di colli verdeggianti o di tramonti decadenti per farsi corpo del
suo sentire; degli abbrivi di un cuore nostalgico e generoso:
L’aria mi sorride tra le mani
mentre stringo fiori di campo
e la luce precipita dal cielo
e ruba spazio all’ombra del tiglio (Fiori di campo).
Forse è proprio il sogno che spesso
crea un alcova in cui spegnere le nostre inquietudini per ricondurci a una
realtà virtuale di connessioni a un mondo che più non ci appartiene:
Cerca la pace
il mio spirito inquieto
in fuga dalle parole vuote
di chi urla più forte
per avere ragione,
da chi cerca soltanto
profitti e consensi
… e la trova
nel tempio silente
dei campi fioriti
dove mi sento
più vicina a Dio (Inquietudine).
Un morso interiore che ci
avvicina a Dio, che ci parla di pace, di serenità, di conforto verso una
dimensione altra in fuga dalle parole vuote.
Una silloge, questa, totale e
plurale nella sua consistenza epigrammatica, dove tutti i tasti del sentire
affiorano ora con dolcezza, ora con delusione, ora con rammarico, ed ora con un
animo sereno nei suoi incontri con il soprannaturale; dove preghiere al Signore
danno pace a una vita che fa i conti con il passato; con tutta la sua storia,
nel momento del redde rationem:
Aiutami,o Signore,
ad affrontare il male
dopo una vita spesa
a costruire
equilibri
per cercare di
realizzarli
come quello di una
famiglia
coesa nell’amore, (Preghiera).
Vi si legge un’anima zeppa di
vicissitudini che traduce tutto il bagaglio vicissitudinale in parole forbite
di semplicità; in verbi che con tutta la loro portata semantico-narrativa si
fanno tatuaggi di un vissuto intenso ed amato; di un vissuto che torna a
rinfoltire il presente di tutte le sue rimanenze; di tutta la sua carica
esplosiva per farsi di nuovo vita, tanta la forza visionaria che l’alimenta. E
anche se a volte la melanconia si affaccia in questo percorso di solitudini e
stanze vuote:
Quando è giunto il
tuo tempo
ho intrecciato alle
mani di cera
una rosa carnosa e
profumata
perché ti offrisse
conforto
nel tuo viaggio incontro alle stelle.
Vuota la casa e
vuoto il cuore
e il dolore rimbalza sui muri (Profumi),
a vincere, alla fine, è una “poema”
d’more; per tutta la sua fragranza; per tutta la sua portata; un
carico tanto vasto da riempire una sacca di sogni e di memorie che farà da
compagno fedele per tutto un viaggio, ed oltre il guado del nostro essere umani:
Mi sono tolta dalle
spalle
zavorre d’ansia e di tristezza
e cammino leggera,
leggera
mai sazia del
profumo di vita
che mi porta la
brezza della sera
insieme all’eco di
voci del passato.
Sì, la Poetessa bramerebbe
portare con sé la sua terra, i suoi prati, i suoi mari di verde, di ulivi, di
campi di grano; quei colori e quei profumi che sempre ha tenuto dentro e che
fanno parte del suo essere; quelli vorrebbe portare con sé in un cielo blu, ricamato di stelle; in un
abbraccio senza fine:
Dagli smerli consunti
il mio sguardo si tuffa
in un mare di verde
di vitigni, di ulivi e di campi di
grano
con serpenti di annosi cipressi
silenziosi guardiani
di vita e di morte (La mia terra).
Accoglimi
nel porto caldo del
tuo abbraccio (Insieme).
Nazario Pardini
Ci troveremo ancora
Ci troveremo ancora
e a te seduta accanto, nei giardini di luce
stringerò le mani, cesellando parole
laddove le parole
non saranno più
ostaggio del pudore.
T’abbraccerò ancora e ancora
come quando nel sonno
rigeneri memorie che riscaldano il cuore.
L’armonica non piangerà più note
come nei giorni dell’addio,
sarà di nuovo musica dolcissima.
.
Cieli colorati
Una sciarpa di vento profumato
scompiglia i miei pensieri
e mi riporta al tempo in cui
si colorava il cielo a piene mani
con pennelli di sogni e d’ illusioni
intinti, nello splendore della gioventù.
Ora il cielo si è un poco scolorato
e la speranza ha cambiato sembianze
ha occhi ingenui e teneri sorrisi
grandi piccole braccia
che circondano il
mondo
il nostro.
E il tempo va
Passa il tempo
sui segni che l’acqua
scolpisce
nei sassi del fiume
passa il tempo
nei cerchi ordinati
del tronco di un
pino vetusto,
passa e lascia
una stanchezza
languida
nel corpo un po’usurato
e, nelle pieghe del cuore,
memorie rapprese
che si impigliano
a trame
di sogni ormai consunti.
Fiori di campo
L’aria mi sorride tra le mani
mentre stringo fiori di campo
e la luce precipita dal cielo
e ruba spazio all’ombra del
tiglio.
Mi sono tolta dalle spalle
zavorre d’ansia e di tristezza
e cammino leggera, leggera
mai sazia del profumo di vita
che mi porta la brezza della sera
insieme all’eco di voci del
passato.
Non lo so quanti passi
mi conceda ancora il destino,
ma vorrei che l’ultimo mi cogliesse
così.
Il tempo del
ricordo
Dai vasti campi gravidi di luce
tra borghi medievali e mura antiche
sale la strada fresca e solitaria.
Là d’estate l’aria
si profuma
di resina, di muschio e girasoli
e l’atmosfera è quella del ricordo
in quei poderi ridenti di natura.
Ripenso a un mondo solitario e antico
dove il respiro esplodeva nel petto
e il tempo scivolava via veloce
dialogando coi sogni.
Pende ora l’uva matura dai vitigni
un invito alla festa
tra fragranze di mosto e foglie gialle
ma quel mondo più non mi appartiene
i suoi aromi le luci ed
i colori
li ho sigillati dentro la memoria.
Inquietudine
Cerca la pace
il mio spirito inquieto
in fuga dalle parole vuote
di chi urla più forte
per avere ragione,
da chi cerca soltanto
profitti e consensi
… e la trova
nel tempio silente
dei campi fioriti
dove mi sento
più vicina a Dio
che in un tempio di pietra,
… e la trova
in una tela immacolata
dove i pensieri
diventano colore,
… e la trova
negli abbracci affettuosi
nei baci dei
bambini,
nelle parole buone di un amico.
Luce nel campo
Un sospiro di vento repentino
dà sollievo alla terra assolata
ed accarezza piano l’erba,
sfiora corolle incendiate di luce
e le spoglia dei petali indifesi
che vorticano in aria
come spruzzi di sangue.
Il campo è una grande tavolozza
luminoso ed uguale ad ogni primavera
ma sul sentiero del casale
sono passati in tanti
gambe scattanti e passi lenti
le loro impronte ancora sulla terra
e restano impigliati tra i rami dell’ulivo
risate, canti e pianti di dolore
e Il vento danza ubriaco
tra le foglie d’argento
come a fermare il
tempo
e riportare frange di memoria
di vite ormai passate ,
ma non dimenticate.
Preghiera
Aiutami,o Signore, ad affrontare il male
dopo una vita spesa
a costruire equilibri
e ad intrecciare
sogni
per cercare di realizzarli
come quello di una famiglia
coesa nell’amore,
coltivato con la stessa caparbietà
di un grande giardiniere
che pota eccessi e accarezza germogli,
E le mete raggiunte
calpestando mattoni di rinunce
e le separazioni ragionate e approvate
ma solo per amore
che hanno sempre lasciato,
tra le mura di casa e dentro al cuore,
silenzi e vuoti a
perdere
riempiti a fatica con manciate di orgoglio
e le lacrime asciugate col dorso della mano
per lasciare lo spazio a sorrisi sinceri
ed accorgersi in un momento solo
che n’è valsa la pena.
Profumi
Quando è giunto il tuo tempo
ho intrecciato alle mani di cera
una rosa carnosa e profumata
perché ti offrisse conforto
nel tuo viaggio
incontro alle stelle.
Vuota la casa e vuoto il cuore
e il dolore
rimbalza sui muri
mentre la mente vaga alla ricerca di te
nelle stanze,negli echi,negli odori
e quel profumo di salvia e rosmarino
ch’entra con un soffio di vento
mi dà consolazione
e mi riporta ai pranzi della festa,
ingrediente l’amore,
per una tavolata di sorrisi.
I cespugli di rosmarino e salvia
rigogliosi in mezzo alle rose
ora crescono nel mio giardino
così se passando li sfioro
sarà per te una carezza in più.
Sere d’estate
Ultimi sussulti di sole dietro il gelso
e scaglie di luce all’orizzonte
il campanile che rintocca le ore
e già nasconde la prima stella,
danza di lucciole nei campi
e profumo di fieno tagliato
che si mischia
con quello di minestre e stufati
nella tavola già apparecchiata
che aspetta visi arrossati dal sole,
e poi sotto la luce fioca di un lampione
le storie di fantasmi e di misteri,
sgusciando pannocchie di granturco.
Ora le sere hanno un altro sapore
e nella notte non sono più i fantasmi
a far paura.
Sogni a colori
I miei sogni a colori si sono sbiaditi
e le mani fanno fatica
a cogliere raggi di sole
per posarli sul cuore,
ma dal fumo dell’angoscia
filtra la luce e vedo ancora
la mia testa sul
tuo petto
e le mani saldamente intrecciate.
Nutro così la
mente di pensieri positivi ,
l’amore è già dalla mia parte….
in una manciata d’infinito.
Tempesta
Nel cielo sereno d’improvviso
nuvole bianche vanno al galoppo
nascondono il sole
e s’ ingravidano d’acqua.
Il calore dell’ultimo raggio
è diventato un brivido,
aspetto il segnale di tempesta,
arriva,
il cielo
singhiozza il male del mondo,
uno spruzzo di pioggia sul viso
ma non piango con lui.
Apro gli occhi
e decisa comincio a combattere.
Messaggio
Appoggiata ad un sogno
in uno spicchio della mente
mi arriva il sorriso di un tuo abbraccio
anche se stringo solo aria.
Vorrei ancora dissetare
l’anima mia mai
sazia
e il tuo messaggio
che arriva da lontano
mi dà la certezza
che tu vegli
ancora su me.
Aironi
Giochi,parole,risate
nella valle azzurrata
da ranuncoli in fiore.
In un battere d’ali,
poi, vi ho visti volare,
aironi felici,
con le penne ancora arruffate
e le lacrime lievi,
divenute diamanti d’orgoglio,
le ho adagiate in mezzo ai gerani
sul mio davanzale.
Io non so se il ricordo
di fiabe,di abbracci,
di pianti, nel buio popolato da draghi
si fa strada,ogni tanto,
tra i vostri pensieri ,
se rende leggeri gli affanni
e più motivato il ritorno a quel davanzale
dove pendono,fili dorati,
le parole mai dette
e il rimpianto del nido sicuro.
Dove sei
Sei nel respiro del vento
che lambisce le foglie
sei nelle gocce di pioggia
che cade leggera
La tua voce è nel canto
degli uccelli del bosco
la tua essenza
nel profumo dei fiori di
campo.
.
Mi sorridi da un arcobaleno
e ti vedo
laddove c’è bellezza e mistero,
ma ancora mi manca
il tepore rassicurante
del tuo abbraccio.
Insieme
Accoglimi
nel porto caldo del tuo abbraccio
ora che l’arroganza della giovinezza
s’ è frantumata in schegge d’incertezze.
Stammi vicino
saremo le colonne di quel tempio
ch’ abbiamo eretto insieme.
Sarò con te
quando nuvole nere
offuscheranno la luce del tramonto
e vestita di nuova
tenerezza
spianerò le tue rughe
soltanto col calore d’un sorriso
…. e sarà un dono
sgranare insieme il rosario dei giorni.
Magia della musica
Danza nel
vento
l’armonia di una canzone antica,
un tuffo al cuore
che chiude affanni dentro
ad un fagotto
e mi conduce
ad un’altra stagione della vita
quando con te per mano
cantavo a squarciagola
nel viale dei tigli
inebriati di gioventù e d’ amore,
con le speranze
ancora intatte
e i progetti infiniti sul domani.
Il domani è arrivato
sulle ali di un’aquila in picchiata
e ci ha sorpresi
con il vento del tempo tra i capelli
ma con la voglia di cantare,
ancora.
Un altro
giorno
Scioglie l’aurora
la sua chioma di luce
mentre il cielo spenge l’ultima stella.
Là fuori solo il canto del gallo
e un silenzio
brumoso
che profuma d’ erba tagliata
e di pane appena
sfornato.
Assaporo molecole di pace
prima dell’ansia quotidiana
mentre tu dormi ancora
e darei non so cosa
per aprire la
porta del tuo sogno,
ti accarezzo piano e tu mi sorridi
comincia un altro giorno da vivere,
insieme.
La mia Terra
Borghi antichi fra dolci
colline
testimoni del tempo
scrigni d’ arte e armonia
tra le mura severe
dove albergano i passeri
e fiorisce la rosa canina.
Camminando nei vicoli ombrati
sento intenso il profumo
delle cose passate, mai perse.
Dagli smerli consunti
il mio sguardo si tuffa
in un mare di verde
di vitigni, di ulivi e di
campi di grano
con serpenti di annosi
cipressi
silenziosi guardiani
di vita e di morte.
Conosco le poesie di Graziella ,una mia cara amica e condivido pienamente le belle recensioni sulle sue opere che considero una giusta gratificazione al suo estro poetico.
RispondiEliminaCordiali saluti e complimenti all'autore ed esimio professore
Professore,le Sue belle parole mi hanno emozionato,ha saputo leggermi nell'anima più di quanto sanno fare le persone che mi conoscono.Le sono molto grata per il tempo che mi ha dedicato e sono onorata della Sua attenzione.Grazie ancora.
RispondiEliminaCordialità,Graziella Carletti
Graziella .
RispondiEliminaE le prima volta che entro in questo tuo blog . Complimenti poetessa .
Io non sono scrivere le poesie , mi arrangio a scrivere delle riflessioni . Già e tanto, visto non ho neppure una cultura scolastica . Di fronte a te mi sento piccola ...piccola . Sei davvero bravissima! Complimenti!!! Lina
Professore, le sue bellissime e ricche recensioni hanno emozionato Graziella Carletti. Giustamente!
RispondiEliminaMa anche noi che abbiamo letto... abbiamo sentito emozione e orgoglio per l'amica Graziella, che con i suoi versi e disegni da ampio respiro all'animo di chi la segue e la legge.
Condivido la tua gioia Graziella!
Grazie, professore.