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lunedì 18 aprile 2016

MARIA GRAZIA FERRARIS LEGGE: "LUX E LE PERLINE DI VETRO" DI EDDA CONTE



Maria Grazia Ferraris collaboratrice di Lèucade

Una “favola” colta, altamente poetica, come ci ha abituato a gustare la nostra scrittrice-poetessa nelle sue consuete apparizioni sull’isola di Léucade: racconto polisemico, di plurale lettura  lirica, che ci riconduce a un famoso importante romanzo filosofico-fantastico Il gioco delle perle di vetro del Nobel H. Hesse.
Tutto è silenzio, l’atmosfera è sospesa, si vive, si gioisce, si attende, in felice armonia e bellezza: ma…l’attesa diventa catastrofe.
Lux contempla il gioco delle perle di vetro(“sta a guardare dall’alto della sua torre”), gioco innocente e fascinoso delle perle di vetro dal sole illuminate. Gioco felice. Potrebbe fermarle, ma non vuole…Sono così piccole, belle, innocue…la divertono.
Poi il buio, e la vita che continua la sua corsa. Altra vita. Le stelle. Altra luce….e le perle si uniscono impaurite in un’unica grande palla: rotolano, verso il fiume, sfavillano. Nuova e diversa vita. Conflitto che non dominano: “non hanno occhi, non hanno mente”.  Metafora di vita e libertà.
 La libertà può confondere, ma è comunque vita, rischio, pericolo, speranza di futuro: sul fiume miriadi di perline vanno alla deriva...sembrano tanti gusci d'uovo ..
Come e  perché hanno tanto osato? La dimensione onirica e surreale, coadiuvata  dal linguaggio leggero, musicale, offre la carica attrattiva e meditativa del racconto originale e riuscito.

Maria Grazia Ferraris



LUX E LE PERLINE DI VETRO  ( favola)

Rotolano perle di vetro. Rotolano a non finire... Stanno ricoprendo tutta l'erba del prato. Il prato ora è tutto un luccichio.
Dall'alto della Torre Lux  sta a guardare...il Sole strappa mille riflessi dalle perle in movimento. Il bagliore è forte...dentro quel bagliore appaiono figure fantastiche, geometrie, arabeschi orribili...e si espandono, crescono, scompaiono.
La luce è abbagliante, ovunque.
Lux socchiude appena gli occhi, chiari come il cielo della prima ora, non teme il lampeggiamento, il bagliore accecante. Lei è luce, luce pura. Con un solo cenno potrebbe annullare la luminosità delle perle, potrebbe fermare il movimento delle perle sul prato...
Non lo fa.
 Resta a guardare  con indifferenza.
Dall'alto della Torre le perle sono così piccole, come tante lucciole fosforescenti.
Lux avrebbe il potere di deviare i raggi del Sole e lasciare in ombra quelle particelle di luce riflessa..
Non lo fa.
Osserva incuriosita le ipotetiche forme che si sollevano ondeggiano danzano  come avvolte in vaporosi veli.. Sorride. Si diverte.
Avrebbe il potere di mutare i tratti di quelle immagini, irreali eppure verosimili, di cambiare in bellezza la deformità, l'orrore in meraviglia.
Non lo fa.
E le perline continuano a rotolare sul prato...rotolano e sfavillano...
...........
Al tramonto del Sole calano le ombre. E' prossima l'ora che spalma sulle cose una patina incolore, l'ora che tutto nasconde dentro una cappa di silenzio.
Non si muove una foglia. Ogni creatura si assopisce nell'attesa.
Il prato è tutto un' ombra. Un buio deserto.
La vita però non si arresta. La Terra continua a girare su se stessa.
Nello spazio infinito compare prima una stella, bella, luminosissima- non sembra neppure molto lontana-, e subito dopo , come accese da una mano invisibile, un'altra e un'altra e...tante tante altre, da sole o in gruppo...quasi una danza figurata.
Ora tutto il cielo risplende di luci. Sembrano occhi aperti a sorridere su un mondo buono.
Sotto la Torre il prato è come ricoperto di gocce di mare.
 Le perline di vetro rabbrividiscono, si avvicinano l'una all'altra, per un  inconscio bisogno di protezione. Non hanno occhi, non hanno mente. Si accostano l'una all'altra sempre di più, fino a formare un'unica grande palla di vetro..
.Non sanno dove andare , ma continuano a rotolare alla cieca, alla cieca verso il pendio.
Più tardi la Luna, alta nel cielo, illumina un lungo nastro, come una colata d'argento che scivola  lentamente...e va a confondersi con le acque del fiume.
.........
Quando la volta del cielo comincia a schiarire Lux si affaccia dalla Torre a guardare il mondo. Volge intorno i begli occhi chiari e...tutto si "illumina d'immenso": il verde degli alberi, i tetti rossi, i giardini i balconi fioriti...le vesti leggere delle donne...
 Il cielo ora è un lenzuolo soffice dai mille colori e una brezza lieve come un palpito d'ala annunzia la levata del Sole.
Lux è tutta un sorriso. Gioia e Amore le stanno accanto. E' felice. E' potente. E' buona.
All'improvviso un qualcosa di terribile rompe quell'idillio tra lei e il mondo.
Gli occhi chiari mandano lampi e folgori, i lunghi capelli si sollevano agitandosi come serpi, un urlo tremendo sale fino al cielo. Tutto si scuote nella tempesta, tutto annichilisce sotto l'impeto della pioggia forte dirompente continua.
Lux ha il potere di distruggere.
E lo fa.
 In quel momento non ricorda di essere buona...in quel momento sente forse il bisogno di punire la stupidità di quanti non si accorgono di rompere un giusto equilibrio.
Continua a guardare il suo bel prato devastato, l'erba calpestata strappata morta...
    Intanto sul fiume miriadi di perline vanno alla deriva...sembrano tanti gusci d'uovo. Nessun riflesso nessuna immagine fantastica le accompagna...

Edda Conte,  11 Aprile 2016


5 commenti:

  1. Affascinante favola, e esemplare commento.
    Prof. Angelo Bozzi

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  2. Non è certamente improprio definire la relazione del critico superlativa; autorevole antiporta al racconto dalla quale trasuda sagacia e profondità intuitiva; ma soprattutto un impiego coerente e saggio della cultura. Molto spesso se ne fa sfoggio, senza motivo; ciò che qui non accade, anzi quasi sembra che la Ferraris voglia rifugiarsi per non apparire.
    Tutto ciò dà risalto ad un racconto bello e intricante

    Anna

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  3. Concordo pienamente con Anna.
    Stupenda lettura quella di Ferraris.
    La mia favola ne risulta arricchita.
    Grazie a entrambe.
    Edda Conte.

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  4. Grazie veramente a tutti dei vostri giudizi generosi.
    Avete ragione: il critico( o chi si presta provvisoriamente a tale scopo) non deve, a mio modo di vedere,"apparire": non è questo il suo compito. Deve leggere: con rispetto, con simpatia, con benevolenza, con attenzione, misurandosi con il testo che gli è stato proposto. Se poi il testo si cala empaticamente nel suo mondo culturale ne guadagna l'autore, il lettore e il critico stesso."Leggere" è un'operazione altamente gratificante. Grazie.

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  5. Oltre ad Hesse, che è il richiamo più diretto, nella lettura che avevo fatto in anteprima del bel racconto della Conte, mi era venuto in mente Lucrezio e la sua Lux:" un aggregato di atomi che si lanciano a grandissima velocità nello spazio e lo riempiono tutto, e quasi senza interruzione ogni raggio è stimolato da altri raggi."
    Brava l'autrice e brava come sempre la "lettrice" Maria Grazia Ferraris.

    Ubaldo de Robertis

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