Il sonetto di Patrizia Stefanelli dal titolo L'Immutabile è
piaciuto molto a Carla Maria Casula, giornalista pubblicista, che si occupa di
linguistica sarda con particolare attenzione nei confronti dei fenomeni
lessicali, fonetici e morfologici. Scrittrice e poetessa, laureanda in
Filologia Moderna presso l'Università degli Studi di Cagliari, ha deciso di
portarlo nella sua tesi di Laurea! Il Blog di cultura e informazione: La voce del gattopardo, ha pubblicato
una sua recensione critica molto attinente al testo e apprezzabile. Questo il
link dell'articolo e il sonetto:
http://www.lavocedelgattopardo.com/recensione-del-sonetto-doppio-limmutabile-patrizia-stefanelli/
L’immutabile
Sta qui nella mia testa un
cingolato:
A
proviene dal costato a
passando lentamente per il collo B
su per le arterie che pulsano al lato A
e seguono lo stato a
del cedersi angoscioso ad un tracollo. B
proviene dal costato a
passando lentamente per il collo B
su per le arterie che pulsano al lato A
e seguono lo stato a
del cedersi angoscioso ad un tracollo. B
Sta qui nella mia testa, appena
nato
A
e già m’accorcia il fiato a
mentre tritura i pensieri e barcollo B
per tutto quello che ho calamitato A
– ché io son folle e ho dato – a
senza tenere all’ossa né al midollo. B
e già m’accorcia il fiato a
mentre tritura i pensieri e barcollo B
per tutto quello che ho calamitato A
– ché io son folle e ho dato – a
senza tenere all’ossa né al midollo. B
Questo rumore che mi atterra
scioglie
C
degli occhi il limbo e trema in luce instabile D
la natura, indomabile. d
Ahi, credo nelle storie e poi ne ho doglie C
degli occhi il limbo e trema in luce instabile D
la natura, indomabile. d
Ahi, credo nelle storie e poi ne ho doglie C
– se concepisco inganno! – e non
son abile
D
a sotterrarmi dentro le mie voglie. C
Così come le foglie c
sta al cingolo e alla forza: l’immutabile. D
a sotterrarmi dentro le mie voglie. C
Così come le foglie c
sta al cingolo e alla forza: l’immutabile. D
Mentre il sonetto seguente, composto nella mattinata del 23, è ispirato dal celebre Addio
ai monti, testo di prosa poetica di Alessandro Manzoni. Racconta la vicenda vera di Lucilla, madre della Stefanelli,
profuga istriana. Il Gorilla è il nome di fantasia di un monte, nella memoria
della madre, allora bambina.
Addio monti
Quel che
m’appare qui oltre la soglia
è il culmine dannato del Gorilla
che desta meraviglia in chi si voglia
e tremulando luce frange e stilla
è il culmine dannato del Gorilla
che desta meraviglia in chi si voglia
e tremulando luce frange e stilla
memorie scarne:
gli addii di Lucilla.
E’ storia triste d’Istria e non si sbroglia
nel tempo quell’inganno e lei vacilla
pensando alla sua cima sempre spoglia.
E’ storia triste d’Istria e non si sbroglia
nel tempo quell’inganno e lei vacilla
pensando alla sua cima sempre spoglia.
Nei fossi il
sangue è secco e dalle gole
le grida ancora sferzano gli orecchi
di gente che non sente o che non vuole
le grida ancora sferzano gli orecchi
di gente che non sente o che non vuole
e dice: Ormai i
dolori sono vecchi
tutto è cambiato lì, su quella mole
tra quelle rocce carsiche, sui becchi
tutto è cambiato lì, su quella mole
tra quelle rocce carsiche, sui becchi
arsi e degli
occhi specchi
di una vita che torna con la mente
là dove nacque e strugge. Inutilmente.
di una vita che torna con la mente
là dove nacque e strugge. Inutilmente.
Grazie Maestro. Sono sempre molto fortunata e grata. Ogni cosa che arriva è un dono. La poesia ci allieta, ci ripaga e se è raccolta anche da una sola persona, con così tanto amore, è valsa la pena di averla scritta.In questo caso, mi sento onorata da Carla Maria Casula che ringrazio e da te, per la tua fiducia e l'affetto che ricambio di cuore.
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