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domenica 7 agosto 2016

CLAUDIO FIORENTINI: "RIFLESSIONE SUL 6 AGOSTO"


Claudio Fiorentini, collaboratore di Lèucade

Il 6 agosto di 71 anni fa, a guerra finita, gli occidentali salutarono con il segno di vittoria quello che forse fu il peggiore dei crimini contro l'umanità. Da allora non si può dire che abbiamo avuto pace. Certo, si è tentato di costruire l'Europa, un sogno e un ideale meravigliosi. Ma fuori dall'Europa, dagli US, dalle Nazioni ben alimentate, cosa succedeva? Guerre di cui non si è parlato molto perché ci riguardavano poco. Eppure il nostro PIL (e, in parte, il nostro benessere), oltre che dallo sfruttamento di territori (spesso non nostri), dipende dalla progettazione, costruzione e vendita delle armi... E allora, mi chiedo, come possiamo parlare di pace? Si dovrebbe partire da un profondo esame di coscienza, credo, e poi da un autentico rifiuto della guerra in tutte le sue forme... i pazzi esisteranno sempre, ma se non gli diamo pretesti per far del male, forse saranno isolati. Non parlo di religione, parlo di pazzia, e di questa pazzia furono malati anche quelli che, con un bacio a "little boy", approvarono e portarono a termine il piano che portò sui cieli del Giappone l'Enola Gay, un gigante battezzato con il nome della mamma del suo comandate e pilota. E ancor più pazzi furono quelli che non impararono la lezione e decisero guerre a tavolino per risanare il PIL, fregandosene delle conseguenze, e ben sapendo che i loro militari, spesso, si divertivano a giocare con un videogame, forse inconsapevoli del fatto che le bombe e i proiettili erano veri. Del resto, si sa, un soldato deve obbedire anche se uccide uomini come birilli. 
Finché al mondo ci saranno dei pazzi che porteranno avanti queste strategie, ci sarà una controparte più subdola, intangibile quasi, che seguirà l'esempio del più forte e, incapace di prendere di mira i grandi pazzi, rovinerà la vita a molti innocenti e giustificherà frontiere, disgregazione, isolamento, muri e filo spinato. Noi non dobbiamo cedere, non dobbiamo cadere nelle trame tracciate dalla nostra storia malata. Il razzismo non deve vincere, l'odio non deve governarci, nonostante l'economia non sia fatta di pace (ma di armamenti, petrolio, ricerca del benessere...)...
E se ci chiediamo "come si fa, visto quello che succede?" insistiamo, cerchiamo la nostra via, ribelliamoci alle basi della storia del mondo che sono crudeli e sanguinarie... dobbiamo farlo, dobbiamo scrivere a chiare lettere che l'amore e la tolleranza sono valori inalienabili, e affinché lo siano devono essere praticati con costanza e convinzione da tutti.


ANITA MENEGOZZO: "UMANO BACCANO"

Umano baccano

Quando  fosse svanita  anche l’ultima impronta
sentiranno  la nostra  mancanza
l’ infinito e le stelle?
Sentiranno l’ assenza 
del nostro infantile  baccano
e di tanto agitarci scomposto sul palmo del caso?
E' finito il bel sogno che un tempo eravamo.
L 'universo ne avrà del sollievo 
ma  un solo  rimpianto.
il rammarico tipico
di  un paradiso  sprecato
Quanto a ciò che 
si dice  ci abbia creato
se ci amò fu in silenzio 
e con troppo distacco
Proverà 
come   morda 
ascoltare un tacere
per sola risposta
Proverà quanto costa.
specchiarsi nell’eco dell’eco di un nulla
Solo  l’uomo  
fu quasi divino
nel suo crudo destino
di essere solo
Da quel dì come lui più nessuno.



  





GIUSEPPINA FRISINA: "GROUND ZERO"



Giusy Frisina collaboratrice di Lèucade


GROUND ZERO


Il mondo finisce
e ricomincia qui
nell'assordante interminabile scroscio.
I  nomi in fila -infiniti nomi
talvolta una rosa sui lunghi bordi scuri.
Intorno crescono alberi tristi piantati apposta
e  ancora grattacieli  che si dicono eterni
come le torri mai più rinate.
Un fondo buco d'acqua
una insondabile fossa di marmo e acqua
a pregare l'abisso - un assordante scroscio che non conforta
ma avverte del dramma permanente che ogni giorno
 incombe su ogni vita -
Si il mondo finisce e ricomincia qui
o forse non comincia  e non finisce affatto

 in questo eterno ritorno d'acqua sprecata
che ora ci arrende e ci chiama con migliaia di  voci urlando
solo  in attesa che qualcosa comunque cambi.

GIUSEPPINA FRISINA: "GROUND ZERO"



Giusy Frisina collaboratrice di Lèucade


GROUND ZERO


Il mondo finisce
e ricomincia qui
nell'assordante interminabile scroscio.
I  nomi in fila -infiniti nomi
talvolta una rosa sui lunghi bordi scuri.
Intorno crescono alberi tristi piantati apposta
e  ancora grattacieli  che si dicono eterni
come le torri mai più rinate.
Un fondo buco d'acqua
una insondabile fossa di marmo e acqua
a pregare l'abisso - un assordante scroscio che non conforta
ma avverte del dramma permanente che ogni giorno
 incombe su ogni vita -
Si il mondo finisce e ricomincia qui
o forse non comincia  e non finisce affatto

 in questo eterno ritorno d'acqua sprecata
che ora ci arrende e ci chiama con migliaia di  voci urlando
solo  in attesa che qualcosa comunque cambi.

CONCORSO DI POESIA "PARASIO" CITTA' DI IMPERIA

Provincia di Imperia
CONCORSO INTERNAZIONALE DI POESIA
“PARASIO - CITTA’ DI IMPERIA” 2016, 3^ Edizione



Il Circolo Parasio di Imperia indice la terza edizione del Concorso Internazionale di Poesia “Parasio – Città di Imperia” 2016, con il patrocinio della Provincia di Imperia, del Comune di Imperia, del Consolato Generale e Centro di Promozione della Repubblica Argentina (Ministero delle Relazioni Estere e Cultura) e della Scuola di musica “L. Belmonti”, all’insegna del suo costante impegno nella promozione della Cultura a livello nazionale e internazionale, con una giuria completamente rinnovata.
Poesia singola inedita a TEMA LIBERO
Ogni partecipante potrà presentare una poesia a tema libero che dovrà pervenire in tre copie (due anonime e la terza firmata completa di dati anagrafici, numero di telefono, email e breve curriculum) entro, e non oltre, il 31 agosto 2016 (farà fede il timbro postale), da indirizzare a: Concorso Internazionale di Poesia “Parasio – Città di Imperia” 2016 c/o Circolo Parasio, Piazza Pagliari 4, 18100 Imperia (IM).
E’ inoltre richiesto l’invio di una copia della poesia e del breve curriculum in formato elettronico (Word), via email, da inviare a:parasiocultura@gmail.com
Per la partecipazione è previsto un contributo di Euro 15 (quindici) da versare sul conto corrente bancario: Banca Carige Imperia Piazza Serra IBAN IT12A0617510501000000993980  intestato a  Circolo Parasio – Imperia.
Copia dell’avvenuto versamento andrà allegata alla lettera d’invio dei testi poetici, assieme all’attestazione firmata che le opere sono frutto esclusivo del proprio ingegno e alla dichiarazione di seguito riportata per il trattamento dei dati personali ai sensi del D. Leg. 196/2003.
Il sottoscritto … esprime il suo libero consenso affinché il titolare e gestore del Premio Internazionale di Poesia “Parasio – Città di Imperia” proceda al trattamento dei suoi dati personali per finalità di archiviazione, lettura e vidimazione dei dattiloscritti inediti forniti in formato cartaceo ed elettronico (Word) alla suddetta manifestazione.
I Lavori pervenuti non saranno restituiti e l’organizzazione non risponde di eventuali disguidi postali o deprecabili plagi.
GIURIA
Ninnj Di Stefano Busà (Presidente)
Giuseppe Benelli (Univ. di Genova)
Davide Rondoni (Univ. di Bologna)
Nazario Pardini (Univ. di Pisa)
Massimo Morasso (Doc., critico letterario, poeta)
Alfonso Vincenzo Mauro (Poeta, traduttore)
Franca Rambaldi (Provv. agli Studi Imperia)
COLLABORATORE DEL CONCORSO
Maurizio Donte (Poeta e scrittore)
COMITATO ORGANIZZATORE
Anna Ansaldi (Segr. Comitato)
Pietro Chersola (Critico)
Enzo Ferrari (Scrittore)
Francesco Lotito (Funz. Biblioteca Civica)
Francesco Milano (Critico)
Sara Rodolao (Scrittrice)
Natalia Shakai (Segr. Rapp. Internazionali)
A insindacabile giudizio della giuria saranno assegnati i seguenti premi:
Al primo classificato Euro 500,00 e diploma di partecipazione
Al secondo classificato Euro 150,00 e diploma di partecipazione
Al terzo classificato Euro 100,00 e diploma di partecipazione
Sono previsti inoltre 7 finalisti di merito con diploma.
I tre vincitori saranno ospiti dell’Organizzazione a cena conviviale con la Giuria in un ristorante tipico di Imperia, offerta dall’Azienda Agricola Il Cascin di Arzeno di Oneglia.
Inoltre ai tre vincitori (e all’eventuale accompagnatore), se residenti fuori provincia di Imperia, sarà offerto il pernottamento con colazione per la sera precedente la cerimonia di premiazione dall’Hotel Robinia e/o dall’Hotel Miramare.
Per i tre vincitori e i sette finalisti di merito, l’Azienda Agricola Il Cascin offrirà altresì una selezione di prodotti alimentari.
La cerimonia di premiazione è prevista nel mese di ottobre del 2016 nella prestigiosa sede di Palazzo Pagliari nel cuore dell’antico Borgo del Parasio.
L’Ente organizzatore si riserva la facoltà di pubblicare a stampa le opere vincitrici e segnalate.
I vincitori dovranno personalmente ritirare il premio assegnato il giorno della premiazione. I premi non ritirati resteranno a disposizione dell’Ente organizzatore.
Per favorire la partecipazione alla cerimonia di premiazione di persone provenienti da fuori provincia, il Circolo Parasio ha stipulato convenzione con strutture alberghiere locali (Hotel Miramare e Hotel Robinia).
Per ogni informazione telefonare al numero 0183 63866 nei giorni di lunedì e giovedì dalle ore 16,30 alle ore 18, o inviare un’email ai seguenti indirizzi: parasiocultura@gmail.com  o  concorsi@parasioformazione.it
Il Presidente del Circolo Parasio
Giacomo Raineri      
Il Presidente della giuria

Prof. Ninnj Di Stefano Busà

PAOLO BUZZACCONI: "PREGHIERA"

Cari amici, in questo momento storico continua drammaticamente a diminuire la percezione di sentirsi parte di un progetto evolutivo comune e aumentano al contempo le difficoltà quando si cerca di interagire con le innumerevoli realtà culturali e religiose che lo compongono.E' chiaro che il l'esplosione del consumismo contribuisce molto al disgregamento di valori e ideali, ma le vere ragioni di questa crisi sono molto più profonde e temo che nessuno possa affermare di aver dato tutto ciò che poteva per invertire questo stato di cose. Dunque quest'anno vorrei affidare i miei auguri di buone vacanze ad una preghiera. Una preghiera che rivolgo al Cielo, ma soprattutto alle nostre coscienze, nella speranza ritrovino i questo periodo più a misura d'uomo la voglia di donare al mondo il proprio contributo, perché in esso - grande o piccolo che sia - è racchiuso il senso del nostro passaggio su questa terra. 
Un saluto affettuoso e ancora buone vacanze a voi e ai vostri cari

Paolo


              Preghiera

O Padre nostro che vivi nei cieli
e in ogni petto dove batte un cuore
sia benedetto sempre il Tuo volere
di far di noi strumenti del Tuo amore
e venga il regno Tuo a portare pace
in questo mondo che gronda dolore.
Dacci ogni giorno il pane quotidiano
e la capacità di ragionare,
rimetti a noi gli errori che facciamo
così come riusciamo a perdonare.
E non ci indurre, Padre, in tentazione,
ma insegnaci la gioia che è nel dare,
perché se ognuno dona ciò che vale
con il tuo aiuto vinceremo il male.


martedì 2 agosto 2016

SERENELLA MENICHETTI: "CHISSA' SE L'ONDE"


Serenella Menichetti, collaboratrice di Lèucade


CHISSA’ SE L’ONDE

Chissà se pure l’onde
bramino cieli calmi,
dove specchiarsi.



Quando appena increspate
godono dell’astro.
O quando piatte 
in coltre di cristallo, 
si raggruppano.
A celare i segreti del mare.
Ma la tranquillità
è fuggevole attimo
che presto si dissolve 
nella spuma.
E s’alza l’onda e s’adira
A volte con furia 
il cielo graffia.
Annaspa fino a ferire.
E a rimaner ferita.
Lacera vite.
Ed urla.
E piange.
Poi, un istante 
si quieta.
Anche la vita
come l’onda urla.
E proprio come l’onda 
affonda.
E percuote, col suo bastone.
A volte in vita lascia il corpo 
Ma straccia l’anima.
E la quiete a cui anelavi:
presto, si fa chimera.

Serenella Menichetti

DA "FIORE DI LOTO"



RIVISTA LETTERARIA SOGLIE ANNO XVIII N. 1 - APRILE 2016


Atti della Giornata di studi in ricordo di Elena Salibra (Pisa, 15 giugno 2015)
a cura di Marzia Minutelli con la collaborazione di Enrico Tatasciore
SOGLIE NUOVA SERIE ANNO XVIII N. 1 - Aprile 2016  ISSN 2283-3218


IN QUARTA

sostai paziente sulla soglia
quella sera. eppure dovevo
entrare. il tavolo era prenotato
ma un vento contrario mi spingeva
fuori. era l’ora. controvoglia
mi sistemai in prima fila davanti
all’insegna del locale.

Elena Salibra. I piatti del giorno. vv. 4-10. da Nordiche

lunedì 1 agosto 2016

N. PARDINI: LETTURA DI "IL TAVOLO ANTICO" DI MARISA CECCHETTI



Marisa Cecchetti: Il tavolo antico. Giovane Holden. Viareggio (Lu). 2016. Pag. 72. € 12,00

Il tema del ritorno nella poesia di Marisa Cecchetti

Della mia terra ho riscoperto il grano
voltava al giallo chiacchierava basso
con l’aria appena mossa era dovunque
volgessi gli occhi - fino al fiume e ai monti –
fino al profilo delle prime case
(…)

Il tema del ritorno è comune nella letteratura contemporanea e non solo. Ed è proprio su questo gioco che la Poetessa tesse la trama del suo  nostos; una trama odisseica che fa dell’uomo il viaggiatore infinito alla ricerca di una verità che Ella, alla fin fine, trova proprio nel suo ritorno. «Dove siete diretti?» la domanda ai viandanti nello Heinrich von Ofterdingen (1798-1801), di Novalis. La risposta «Sempre verso casa»: il viaggio quale odissea, quale ricerca, quale formazione, quale metafora della vita, quale nostoi. In Ulisse la stasi del focolare non ha seguito, si riparte per perdersi nel nulla; nella letteratura esistenziale prevale, spesso, un ritorno come scoperta di noi stessi; di ciò che cercavamo fuori. “Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via”. (Pavese, La luna e i falò). “…Ritorno con nell’anima lo sguardo/di una fanciulla intenta al corredo/che giocava spensierata a palla/sorridendo con le ancelle. Torno a sera/zeppo di vita, arricchito di genti di mari e di città/che colmarono in parte le mie voglie./ E questa è la mia sera:/ è un’ora che lascia all’incoscienza del mattino/la ricchezza del ritorno/alla mia casa…” (Nazario Pardini: La ricchezza della sera, da Le simulazioni dell’azzurro).
 Questo il tema centrale della plaquette che strugge in bocca per la delicatezza del suo incedere metrico. Una vera empatia che ti acchiappa e ti fa suo col procedere del canto. Poesia schietta, fluente, di eufonica elasticità, i cui versi, con impennate di ontologica trasparenza, concretizzano input emotivi di rara vicissitudine umana: una storia, un vissuto, trasmessi tramite il ricorso a fiumi, a grani, a campagne colorate e possenti, che, con i loro policromi azzardi, si fanno corpo di stati d’animo tornati freschi e vivi dopo un lungo riposo nell’alcova dell’anima: “Spesso ci sono più cose naufragate in fondo a un’anima che in fondo al mare”. (Victor Hugo). Sì, tornano a galla nuovi e incisivi, questi subbugli; rivestiti di un pathos che il tempo crea con il suo potere storicizzante; è così che la realtà di una volta si è fatta immagine; si è fatta serbatoio di una poesia calda e umanamente vicina. In ciò sta la grandezza del poièin della Cecchetti; in una simbiotica fusione fra dire e sentire; in una esplosione interiore che trova il terreno giusto a far fiorire parole per intarsi narrativi di resa poematica; per giochi sinestetici di forte intrusione significante. Mai si scade in lamentatio becera e scontata; tutto è armonicamente controllato da una creatività adusa alla scrittura; le emozioni di sana natura epigrammatica trovano un giusto equilibrio in nessi verbali che fanno da argine a corsi in piena verso il mare. Ed è la vita, zeppa di ogni suo accadimento, che alimenta questo scorrere fatto di memorie, di rimpianti, di illusioni, delusioni, saudade, di odeporici innesti; la vita c’è tutta coi suoi luoghi magici che assumono valenza edenico-rievocativa; è là, in quei luoghi dove la Nostra torna, sperando di ritrovarli eguali, immarcessibili, non soggetti ad un tempo che tutto fagocita e consuma senza rispetto alcuno per le cose sacre rimaste con noi come patrimonio insostituibile. Ma le cose cambiano, assumono aspetti nuovi, proprio perché toccate da quella brezza gentile dell’onirico; da quella sedimentazione produttiva a livello artistico. Forse eguale resta l’immagine di un mare che inghiotte il fiume; che rapina tutto il patrimonio del nostro essere ed esistere, dacché la vita che scorre per perdersi nell’ignoto è il frutto della ricerca verso cui volge il patema di questa silloge. La Poetessa sa, ora, che la verità da sempre cercata si trova in quelle umili cose a cui, una volta, dava poca importanza: le acque che riflettevano i primi bagni di Lei bambina, o la pietra levigata testimone di ancestrali e immortali usi:

“Ho ricercato il fiume là dove la zattera traghettava
biciclette e mamme con la sportina della spesa
e alla gonnella qualche figlio che guardava magico
il barcaiolo che spingeva la pertica sul fondo
ho cercato la pietra piatta della nonna
dove sbatteva le lenzuola la pozza chiara
di mio padre che mi insegnava a nuotare
la casa che il fiume gonfio allagava in golena
e gli occhi spaventati ho cercato a rincorrersi
i ragazzini prima della scuola – ha risposto soltanto
un canneto che spettinava il vento e una vietta
sull’argine tra l’erba di un inverno mite –
ma lì mi è apparsa la sagoma del nonno
in equilibrio sulla bicicletta con il sacco del grano
per la macina. Non ha la stessa voce il fiume
di quando ero bambina né la stessa magia
ma sì la stessa luce là dove volge quieto ala foce.

 Tornare a quelle chiarìe, ripescare il profumo di antiche primavere, abbracciare stagioni fuggite per incanto significa per Marisa dare un senso alla vita; rimettere in ordine accadimenti il cui processo tanto si avvicina a quella verità di difficile conquista “Noi siamo quello che ricordiamo/ il racconto è ricordo/ e ricordo è vivere” (Mario Luzi). “Après un long voyage, j’ai trouvé la verité dans ma petite maison” (Baumarchais). Un’attrazione verso le radici che ci cova dentro, e che matura sempre più a mano a mano che ce ne allontaniamo; un mondo di piccoli oggetti, di luoghi, vie, piazze, che torna con forza, per darci risposte ai tanti perché mai risolti:
piazza San Martino, piazza San Giovanni, la mia casa, via Gozzano, peri bianchi, peschi rosa, l’azzurro trinato del rosmarino, la bicicletta, lo zaino, il  capolinea degli autobus, silenzi bianchi di neve…; un trionfo di memorie che si concretizza in“un tavolo antico/  che mio figlio mi aiutò a collocare / più di vent’anni fa ricordo/ il nostro daffare operoso tra/ tavolo e libreria…”. E anche se qui  risalta viva la coscienza della precarietà del tempo e dello spazio; anche se umano risulta vivere un soggiorno ristretto senza vie di uscita; anche se cosciente la Poetessa della miopia dell’uomo di fronte al tutto, Ella sa trovare quel tutto nel potere della poesia. E’ con essa che, partendo dalle cose più umili,  ricuce le tappe del  suo viaggio, volgendole in realtà; e lo fa con una creatività che rende oggettivo e universale il suo amore per la vita. Niente è poco, tutto contribuisce a rendere luminoso il percorso, come la luce di un faro che schiarisce le tenebre del mare:

… Da grande –mia madre
diceva da grande mai ha detto da anziana-
ogni cosa acquista un valore speciale
e quindi la gioia.

Nazario Pardini       

PREMIO "MIMESIS 2016" RISULTATI

XIX PREMIO NAZIONALE MIMESIS DI POESIA  ( 2016 )

Associazione Culturale Teatrale Mimesis LT  

VERBALE DELLA GIURIA



Il segretario del premio Giovanni Martone e la redazione con Marco Martano e Barbara Scudieri rendono noto il verbale di giuria in data 01/08/2016. Sono state ammesse a concorso n° 738 poesie.
La Giuria del XIX Premio Nazionale Mimesis di Poesia composta inizialmente da:
Presidente Nazario Pardini, Vice Pres. Nicola Maggiarra, Corrado Calabrò, Pasquale Balestriere, Giorgio Linguaglossa, Candido Meardi, Ivano Mugnaini, Francesco Mulè, Antonio Villa, coordinata da Patrizia Stefanelli, dopo aver esaminato le opere partecipanti al concorso ha deliberato la classifica per le tre sezioni di poesia come segue, tenendo conto della mancata votazione, causa impegni di lavoro e la grande quantità dei testi pervenuti, dei giurati Giorgio Linguaglossa e Corrado Calabrò.  La segreteria del premio, dopo la pubblicazione del presente verbale, provvederà ad avvisare soltanto gli autori qui menzionati.




POESIE VINCITRICI   SEZIONE A - POESIA INEDITA                                                                                

PRIMO Premio: “Dammi lavoro Dio, dammi lavoro” di Rodolfo Vettorello                        voto 214
SECONDO Premio: “Nei sereni giardini della sera” di Caterina Cellotti                                                                        207      
TERZO Premio: “Ti sia certo l’istante che non vivi” di Mauro Corona                                                                          206
   4) “Sulla scacchiera dell’eternità” di Giovanni Caso                                                                  205   
  5) “Mare di ieri, mare di oggi” di Giuseppe Barba                                                                                                      204 
  6) “La stria e il partigiano” di Carla Baroni                                                                                                                  203
  6) a pari merito “Potrà mai finire l’amore?” di Roberto Benatti                                                                                   203
  7) “Gioisce il melo sopra il bagolaro” di Franca Cavallo                                                                                                200
  7) a pari merito “Il nonno” di Pompeo Mattioli                                                                                                              200
  8) “Numero quattrocentottantatre…” di Rosanna Di Iorio                                                                                            196
  9) “Di tutte le sentinelle” di Angelo Taioli                                                                                                                      195
 10) “Cave d’autunno” di Antonio Colandrea                                                                                                                  194

MENZIONI DI MERITO
“Cinquant’anni”  di Saverio Cristiani                                                                                             193
“Se questa è pace” di Maricla Di Dio                                                                                                           193
“Amato figlio” di Adriana Lozza                                                                                                   192
“Sibilla” di Elena Varriale                                                                                                                           191

POESIE VINCITRICI SEZIONE B  - POESIA EDITA
PRIMO Premio: “Lampedusa” di Carmelo Consoli                                                                                213
SECONDO Premio: “ Quello che resta” di Valerio Di Paolo                                                   202    
TERZO Premio: “ Visione greca” di Giusy Frisina                                                                                 201
4)    “Bisso di mare” di Maddalena Leali                                                                                                         199
4) a pari merito “Elogio dell’imperfezione” di Rodolfo Vettorello                                                   199
5)   “Il pozzo” di Saverio Cristiani                                                                                                  192
6)   “Quando i fiori cantavano” di Franca Donà                                                                            189
7)   “La casa di sole” di Carmela Esposito                                                                                    178

MENZIONI DI MERITO
“Pennellate di me” di Carla Maria Casula                                                                                                177
“Notte di S. Lorenzo 2014” di Domenico Pisana                                                                                      177
“City frame blues” di Fernando Della Posta                                                                                             177
“Anna” di Annalisa Rodegherio                                                                                                                 176

POESIE VINCITRICI SEZIONE C POESIA DIALETTALE
PRIMO Premio: “Er mistero de la vita” di Luciano Gentiletti                                                     205
SECONDO Premio: “Dal muntiròzz” di Daniela Gregorini                                                                               200
TERZO Premio: “Lupu di mari” di Giuseppe Vultaggio                                                                                    192

MENZIONI DI MERITO
“Lamentu di la me terra” di Maria Teresa Di Marco                                                                 184
“Billo” di Pasquale Aceto                                                                                                              179






PREMIO "MIMESIS 2016" RISULTATI

XIX PREMIO NAZIONALE MIMESIS DI POESIA  ( 2016 )

Associazione Culturale Teatrale Mimesis LT  

VERBALE DELLA GIURIA



Il segretario del premio Giovanni Martone e la redazione con Marco Martano e Barbara Scudieri rendono noto il verbale di giuria in data 01/08/2016. Sono state ammesse a concorso n° 738 poesie.
La Giuria del XIX Premio Nazionale Mimesis di Poesia composta inizialmente da:
Presidente Nazario Pardini, Vice Pres. Nicola Maggiarra, Corrado Calabrò, Pasquale Balestriere, Giorgio Linguaglossa, Candido Meardi, Ivano Mugnaini, Francesco Mulè, Antonio Villa, coordinata da Patrizia Stefanelli, dopo aver esaminato le opere partecipanti al concorso ha deliberato la classifica per le tre sezioni di poesia come segue, tenendo conto della mancata votazione, causa impegni di lavoro e la grande quantità dei testi pervenuti, dei giurati Giorgio Linguaglossa e Corrado Calabrò.  La segreteria del premio, dopo la pubblicazione del presente verbale, provvederà ad avvisare soltanto gli autori qui menzionati.




POESIE VINCITRICI   SEZIONE A - POESIA INEDITA                                                                                

PRIMO Premio: “Dammi lavoro Dio, dammi lavoro” di Rodolfo Vettorello                        voto 214
SECONDO Premio: “Nei sereni giardini della sera” di Caterina Cellotti                                                                        207      
TERZO Premio: “Ti sia certo l’istante che non vivi” di Mauro Corona                                                                          206
   4) “Sulla scacchiera dell’eternità” di Giovanni Caso                                                                  205   
  5) “Mare di ieri, mare di oggi” di Giuseppe Barba                                                                                                      204 
  6) “La stria e il partigiano” di Carla Baroni                                                                                                                  203
  6) a pari merito “Potrà mai finire l’amore?” di Roberto Benatti                                                                                   203
  7) “Gioisce il melo sopra il bagolaro” di Franca Cavallo                                                                                                200
  7) a pari merito “Il nonno” di Pompeo Mattioli                                                                                                              200
  8) “Numero quattrocentottantatre…” di Rosanna Di Iorio                                                                                            196
  9) “Di tutte le sentinelle” di Angelo Taioli                                                                                                                      195
 10) “Cave d’autunno” di Antonio Colandrea                                                                                                                  194

MENZIONI DI MERITO
“Cinquant’anni”  di Saverio Cristiani                                                                                             193
“Se questa è pace” di Maricla Di Dio                                                                                                           193
“Amato figlio” di Adriana Lozza                                                                                                   192
“Sibilla” di Elena Varriale                                                                                                                           191

POESIE VINCITRICI SEZIONE B  - POESIA EDITA
PRIMO Premio: “Lampedusa” di Carmelo Consoli                                                                                213
SECONDO Premio: “ Quello che resta” di Valerio Di Paolo                                                   202    
TERZO Premio: “ Visione greca” di Giusy Frisina                                                                                 201
4)    “Bisso di mare” di Maddalena Leali                                                                                                         199
4) a pari merito “Elogio dell’imperfezione” di Rodolfo Vettorello                                                   199
5)   “Il pozzo” di Saverio Cristiani                                                                                                  192
6)   “Quando i fiori cantavano” di Franca Donà                                                                            189
7)   “La casa di sole” di Carmela Esposito                                                                                    178

MENZIONI DI MERITO
“Pennellate di me” di Carla Maria Casula                                                                                                177
“Notte di S. Lorenzo 2014” di Domenico Pisana                                                                                      177
“City frame blues” di Fernando Della Posta                                                                                             177
“Anna” di Annalisa Rodegherio                                                                                                                 176

POESIE VINCITRICI SEZIONE C POESIA DIALETTALE
PRIMO Premio: “Er mistero de la vita” di Luciano Gentiletti                                                     205
SECONDO Premio: “Dal muntiròzz” di Daniela Gregorini                                                                               200
TERZO Premio: “Lupu di mari” di Giuseppe Vultaggio                                                                                    192

MENZIONI DI MERITO
“Lamentu di la me terra” di Maria Teresa Di Marco                                                                 184
“Billo” di Pasquale Aceto                                                                                                              179