Claudio Fiorentini, collaboratore di Lèucade |
SERPE
Per poi tornar bambini
come se la vecchiezza nel suo lemme
avvicinarsi
altro non fosse che un incantatore di
serpenti
che nella melodia sospende la sorte
per poi, chiusa la cesta, avviarsi ad
altri mercati.
Si può, forse, in un ammanco di veleno
uscir dal vimine e inoffensivi rastrellar
villaggi
e, pur se non portatori di mortali morsi,
d’intorno urla di paura e gesti
incontrollati
si aprirebbero come ventagli fino ad esser
strade
deserte per l’arrivo dell’infida bestia.
Ma la realtà ci vuole sedotti
da melodie inesperte e da occhi taglienti
per uscire al canto e rimaner chiusi al
chiasso
perché di noi la serpeggiante natura
va controllata, e con essa anche l’angelo
che vive
tra terra e cielo, in un incantamento
ancora inespresso.
Dicevi: Kundalini, serpente piumato,
tentatore dell’Eden
dormi, sei una serpe!
Invece io t’imploro: apri la cesta
lascia che io strisci fino a capire come
si fa a volare
perché il rettile è canto di rondine
capovolto
ma canto sarebbe, non serpe, se questa
vecchiezza incantatrice
non avesse sospeso la mia sorte
di ritornar bambino al nuovo inizio
e all’altra morte.
Claudio Fiorentini
Superba poesia sapienziale (non direi filosofica, come si usa in questi casi). Il Bene ed il Male stanno l'uno nell'altro. Il sibilo del rettile è "canto di rondine capovolto". Questa serpe è piumata, quindi ha dentro di sé il segreto del volare, le melodie dell'"angelo che vive tra terra e cielo". La decadenza civile e culturale, sempre moralistica e senile (di una senilità corrotta, lontana dalla saggezza dei veri vegliardi) è incantatrice di serpenti e tenta di impedire loro di strisciare, con ciò ostacolandoli nella possibilità di "capire come si fa a volare". Una poesia velenosa che tuttavia possiede spunti edenici dimenticati (i frutti dell'albero proibito son proprio quelli che danno la scienza del bene e del male). L'immagine è stupenda. Un solo avvertimento: i serpenti purtroppo non sono tutti piumati...
RispondiEliminaFranco Campegiani
Credo che la chiave di lettura di questa "sapienziale" - come giustamente sottolinea Franco - poesia di Claudio Fiorentini vada ricercata nell'ultima strofa.
RispondiEliminaE' lì - a parer mio - che si dipana la valenza metaforica di un discorso poetico che vuole scendere in profondità: alle radici del cosiddetto peccato originale. E come ci vuole scendere? Non facendosi "incantare" ma implorando affinché sia restituita libertà al tentatore dell'Eden:
"lascia che io strisci fino a capire come si fa a volare /
perché il rettile è canto di rondine capovolto".
Sono versi che riportano indietro di milioni di anni e fanno fare un balzo altrettanto grande nel futuro; ma la "vecchiezza incantatrice" sembra aver sospeso la sorte.
Forse l'ha sospesa davvero - posso dirti, Claudio - ma, anche la vecchiezza è stata "incantata" (diciamo così) da forme culturali di pseudo-sapienza.
Se l'uomo avesse disobbedito, consapevole di disobbedire, senza sensi di colpa - lasciami dire, anche se a qualcuno apparirà paradossale - nessun dio "l'avrebbe punito", non si punisce chi vuole "ritornar bambino al nuovo inizio /
e all’altra morte.
Sandro Angelucci
Con immenso piacere oggi ho letto questo mio inedito su Lèucade.
RispondiEliminaRingrazio il grande, generoso e instancabile professore per questo approdo, e gli eventuali lettori e commentatori per il tempo che hanno dedicato e dedicheranno a questa serpe.
Claudio Fiorentini
Buona giornata
Claudio
andare per sentieri scoscesi per poi uscir a riveder le stelle è compito della poesia e questo componimento di Claudio assolve in pieno a questa funzione. Il mito è ripreso e trasformato nuovamente in metafora, fornisce aiuto alle proprie constatazioni interiori. L'anima narrante ritraccia quello che può essere il percorso di una vita e giunge a un finale liberatorio, che stupisce per la semplicità con cui vengono espressi contenuti importanti. Roberto DL
RispondiEliminaTra le tue più belle senz'altro! Non aggiungo altro ai commenti illustri che mi precedono se non che è difficile restare tra cielo e terra senza sperdersi in un chiassoso vivere.
RispondiEliminaConcordo con Patrizia: tra le tue più belle. Un cantico che mette in rilievo il dualismo esistente nella società e che evidenzia quanto nel male possa essere nascosto il bene: "perché il rettile è canto di rondine capovolto". Stupenda e immaginifica. Grazie!
RispondiEliminaMaria Rizzi