Daniela
Quieti: GRENDEL E IL POETA
DA
BEOWULF A SHAKESPEARE.
IBISKOS-ULIVIERI. Empoli 2016. Pp. 128
Daniela
Quieti si presenta ai lettori con una
nuova fatica letteraria di interesse sociale, storico, epico, saggistico e linguistico.
Con tempi narrativi di attuale e proficua veste espositiva, affidandosi a
pagine scelte di storia della letteratura inglese, riesce a tessere una tela di vite, ideali, dibattiti, incastonati in una
sintesi dei maggiori movimenti letterari: saggi scritti a suo tempo e pubblicati
su riviste o giornali specializzati ed ora raccolti in questa plaquette di 128
pagina con un titolo emblematico che già fa da prodromico ingresso al resto
dell’opera: GRENDEL E IL POETA DA BEOWULF A SHAKESPEARE. Il tutto con una scrittura
sciolta, fluente, apodittica che sa farsi vestito di un intelletto zeppo di
sostanza, di humanitas, e di spirito scientifico-filologico, nel senso che ogni
lavoro è convalidato da una ricerca
attenta sulla lingua, intesa non solo come
mezzo di comunicazione ma come risultato di un humus storico-sociale di
cui essa è espressione. Credo sia utile fare riferimento ad alcuni richiami
focali della acuta premessa per cogliere quel filo rosso che fa da legame ai 13
saggi determinandone compattezza,e
originalità: un’opera di grande valenza speculativa per eventuali approfondimenti di lavori
pluridisciplinari: “Questo saggio” inizia la premessa “raccoglie pagine scelte
di storia della letteratura inglese, dall’età anglosassone fino a quella
shakespeariana, con l’obiettivo di proporre un excursus attraverso le opere più
significative di alcuni illustri autori che hanno influenzato lo sviluppo
culturale e sociale della propria epoca e di quelle successive… E’ stata
dedicata una particolare attenzione all’influsso della vis tragica di Seneca
sul teatro elisabettiano e sulla complessa trama di contenuto e struttura sviluppatasi
sullo sfondo di una realtà fosca, attraversata da colpe arcaiche, e tuttavia
sempre attuali, celate nei baratri della natura umana… serbando nel cuore la
forza e il mistero di Beowulf in lotta contro il mostro Grendel e il drago dal
soffio infuocato, ho attraversato ballate, guerre, conquiste, ideali, fede; e
ho incontrato eccezionali nomi quali Geoffrey Chaucer, Christopher Marlowe,
Thomas More, William Shakespeare, Ben Jonson, Francis Bacon, John Donne…”.
L’opera inizia con il primo saggio: Beowulf: gloria e morte di un eroe, in cui si mettono in risalto
“il capolavoro di creatività eroica del poema Beowulf”, l’appartenenza di
esso ai diversi collezionisti, l’impresa dell’eroe nel liberare la reggia
danese del Re Hrothgar dagli assalti di Grendel, enorme creatura umanoide. Si
conclude coi riferimenti alla lingua usata, al suo elevato grado espressivo e ad
una cultura che lascia convivere paganesimo classico e Bibbia, anima della sua
forza creativa. Si prosegue con il secondo saggio: La conquista normanna: aspetti linguistici e letterari che,
iniziando dall’occupazione normanna da parte di Guglielmo il Conquistatore, si
protrae, attraverso ricami storico-linguistici, fino all’inizio dell’età
moderna con il Rinascimento elisabettiano.
Seguono: Geoffey Chaucer e i
racconti di Canterbury; La Barren Age e le ballate popolari; La fioritura del
dramma inglese; L’Inghilterra dal
Medioevo al Rinascimento; L’influsso di Seneca nel teatro elisabettiano;
Marlowe e il tormento dell’essere; L’utopia di Thomas More tra ideali e fede;
William Shakespeare: il Bardo immortale; O Rare Ben Jonson; Francis Bacon: la
conoscenza del reale; per concludersi con l’ultimo saggio: John Donne: “Nessun uomo è un’isola”, in
cui si analizzano la società del tempo di Shakespeare e di Donne suo
contemporaneo, le nuove rivoluzioni scientifiche, la crisi delle antiche
certezze; il contrasto tra la spontaneità ed il manierismo di Donne a cui
faceva riferimento John Dryden, definendolo metafisico in senso negativo (tema
molto attuale sull’origine
dell’estetica, della poesia, e dell’arte in genere; sul rapporto fra
spontaneità e sentimento, ragione e
impegno), la sua vita, la sua poetica, l’influenza del Petrarca sulla sua poesia
erotica, e la sua rivalutazione nel novecento da parte di Thomas Eliot; di
grande significato umano, poetico, e filosofico la citazione di Nessun
uomo è un’isola, e l’emblematico
verso “per chi suona la campana”: “Nessun
uomo è un’isola/ completo in se stesso; / ogni uomo è un pezzo del continente,/
una parte del tutto. / se anche solo una nuvola/ venisse lavata via dal mare, /
l’Europa ne sarebbe diminuita, / come se le mancasse un promontorio,/ come se
venisse a mancare/ una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa. / La morte di
qualsiasi uomo mi sminuisce,/ perché io sono parte dell’umanità./ E dunque non
chiedere mai/ per chi suona la campana: / essa suona per te”. Tema molto
presente in questi tempi non sempre favorevoli all’integrazione; alla visione
di una società multiculturale, e universale, disposta a superare l’idea di
conflittualità per approdare a quella della condivisione, della pace. Mi piace chiudere
questo mio scritto con uno stralcio tratto dalla conclusione dell’autrice:
<<In questo saggio mi sono proposta di rinnovare l’attenzione sulla
modernità, sulla creatività e sull’originalità espressiva di alcuni grandi scrittori
britannici - Shakespeare in particolare – i quali, pur appartenendo a culture
ed età lontane, esercitano ancora adesso con le loro opere un fascino senza
tempo, derivante da una significativa sensibilità per la natura dell’uomo,
l’ambiente che lo circonda e il cammino che le genti devono seguire per un
progresso nel quale convergano “in una maestosa confluenza le acque di molti
fiumi”>>. Un testo, quindi, di grande spessore pluridisciplinare da
consigliare non solo agli addetti ai lavori ma ad ogni persona curiosa di
conoscenza e di sapere, dacché la virtù prima di Daniela è quella di saper
spicciolare, con perspicace intrusione, gli argomenti più ostici in un
linguismo affabulante e coinvolgente.
Ad arricchire l’opera un grande e corposo
apparato bibliografico.
Nazario
Pardini
Desidero ringraziare di cuore il carissimo Prof. Nazario Pardini per il lusinghiero giudizio critico dedicato al mio saggio “Grendel e il Poeta Da Beowulf a Shakespeare” e per averne pregevolmente evidenziato gli elementi essenziali, gli spunti di riflessione e la struttura. Essere sugli scogli di Lèucade con espressioni di apprezzamento così profonde e generose mi emoziona e gratifica in modo particolare. Giungano al Prof. Nazario e a tutti i lettori i migliori auguri di un sereno Natale e di un fervido 2017… “con un sentire lieve e tanto amato che in ogni fatto lieto o meno lieto” veda “un superbo dono”.
RispondiEliminaAff.ma
Daniela Quieti