Maria Grazia Ferraris, collaboratrice di Lèucade |
2016: Poeti che se ne sono andati …
Tra il mio pollice e l’indice riposa
la tozza penna. Scaverò con questa. (S.
Heaney)
V. Zeichen |
G.Orelli |
D.Fo |
N. Risi |
I PARTE- I Poeti: V. Zeichen, G.Orelli,
D.Fo, N. Risi
Quest’anno
trascorso-2016- ha ricordato e visto la definitiva partenza di poeti che
lasceranno un grande vuoto in chi ama la poesia. Ricordo Valentino Zeichen (1938-2016), straordinario personaggio, di
origine fiumane, vissuto a Roma, poeta antiretorico,disincantato,
anticonformista, ironico ed antilirico, che, pur trasferendo sempre tutto il
suo canto in prospettiva universale,
assorbe e digerisce la dimensione autobiografica di una vita segnata da eventi tutt’altro che
normali; Nelo Risi (1920- sett. 2015) , poeta e regista, con una storia
poetica che nata nella Linea Lombarda, percorre la penisola e guarda alla
poesia francese, dall’inizio lombardo alla "poetica dell'usuale",
intesa a cogliere le contraddizioni, le assurdità, le mistificazioni del nostro
vivere quotidiano, in fuga dal fatto
personale, con toni volutamente minori e svagati, fa seguire opere in cui
l'impegno politico si fa sempre più orientato e dove vengono elaborate nuove
forme espressive come, tra le altre, l'utilizzo di linguaggi settoriali
diversi, dalla pubblicità al gergo politico; Giovanni Orelli( 1921-
dic.2016) poeta intellettuale e coltissimo, ticinese, scrittore in lingua
italiana di pazienti maturazioni, che ha sperimentato in prima persona ed in
modo inesausto gli stili e i generi più disparati: dalla narrativa alla poesia,
dal tragico al comico, dalla lingua al dialetto. Per non parlare poi delle sua
voracità di studioso e di lettore, interessato di stilistica, semiotica,
filologia, filosofia, poesia, grammatica, filosofia, etnologia e politica. Orelli sapeva coniugare i
fitti riferimenti colti presenti nei suoi testi poetici, fino alla citazione e
alla ripresa, con il gusto per i temi concreti, che acquistano col tempo una
dimensione narrativa. Frequentissimi nei suoi testi poetici la predilezione per
il sonetto, i giochi verbali, tecnici, di bravura sul significante. Ha lasciato pagine di grande impegno civile nel
segno dello sperimentalismo linguistico caro a Gadda e ancor prima a Carlo
Dossi.
E non
possiamo dimenticare Dario Fo
(1926- 2016), il menestrello d’amore,
artista "scomodo", anticonformista, coi suoi personaggi presentati
sempre in un'ottica rovesciata, opposta a quella comune, premio Nobel 1997, con la motivazione:
“Perché, seguendo la Tradizione dei Giullari medievali, dileggia il potere
restituendo la dignità agli oppressi”.. e
la sua più famosa
"giullarata" Mistero
buffo, una fantasiosa rielaborazione di testi antichi in grammelot,
linguaggio teatrale che si rifà alle improvvisazioni giullaresche e alla
Commedia dell'arte, traendone una satira tanto divertente quanto affilata. Ma soprattutto per Lu Santo Jullare Francesco, il lavoro sulla vita del Santo di
Assisi in cui emerge un personaggio provocatorio e
coerente, coraggioso e ironico che Dario Fo illumina con tutta la sua
giullaresca maestria e che permette
accostamenti alla figura dell’ attuale Pontefice, con l’ elaborazione di un’immagine non agiografica del Santo umbro,
attraverso un’indagine su testi canonici del Trecento e documenti affiorati
negli ultimi tre secoli e ripassando le antiche narrazioni della tradizione.
Una
poesia per ciascuno di loro, a ricordo.
Valentino Zeichen-
La mattanza della Bellezza
All’avvistamento
della Bellezza
appena
una polena che fende l’onda,
e
all’istante sull’occhio critico
cala
la benda nera del pirata
affilata
cortellessa tra i denti
e
inizia l’allegra mattanza
della
sirena nella tonnara.
Ma in
ambito letterario
l’innominato
pratica il volontariato!
E
rianima sperimentalisti smorti.
*
Giovanni
Orelli-
Da Quartine per
Francesco. Un bambino in poesia
Una pozzanghera è per te un mare immenso
e zam giù con i piedi, due o mille, a sguazzare.
Per me les jueux sont faits, niente più mare.
Questa la differenza tra te e me, immensa.
Essere vecchio è brutto, dicono alcuni vecchi,
uno di quelli io. Ragione hai tu che credi
nella pozzanghera. Rimettici i piedi,
guardala come del tuo avvenire bello specchio.
*
Nelo
Risi.-
Saprò annodarmi la cravatta a farfalla?
Saprò annodarmi la cravatta a farfalla?
bilanciare d’un sol colpo le bretelle
dietro le spalle? questo non altro
diceva il me stesso turbato quando
il mattino saltavo piedi nudi sul loro letto
e assistevo al rito
accucciato nello stampo ancora caldo
ignorando la mamma cui stavo accanto
per il papà riflesso nello specchio
col rasoio a mano libera
su una guancia insaponata -
stranamente quel gesto veloce
mi ridava la stessa fiducia
della volta che mi tenne ben saldo tra le gambe
che mi tolse in due colpi le tonsille
e un fiotto del mio sangue
si rovesciò sullo specchio frontale
per un attimo accecandolo.
*
Dario Fo-
A Francesco d’Assisi
Altissimo
mio Signore,
Dammi
la forza di portare come dono ai miei fratelli questo tremendo peso che è la
pace,
seppellita
fra le pietre dell'immenso dirupo.
Così
finalmente si riuscirà a capovolgere l'odio amaro in delicato amore
e gli
offesi di nullo cruccio proveranno,
ma
bagnati in una fonte d'amore si troveranno.
Segnami
dove sta l'errore e ponimi nella mano la verità,
che io
a quelli la vo traducendo.
Conducimi
nel gretto del fiume, dove grida il disperato,
che io
co' lazzi da te appresi lo vo blandire Da' me il danno che stai per gettare
agli uomini,
ma
giungici appresso la forza di sopportarlo.
E ti
prego accoglimi quando in morte verrò da te,
ma
stando discosto per non darti disturbo in eccesso.
*
2^PARTE- Le donne: J.Insana, M.Ferrario Denna, D.Lessing
J.Insana |
M.Ferrario Denna |
D.Lessing |
Tra le donne se ne sono andate in silenzio la poetessa Jolanda Insana,(1937-2016), messinese di origine, scoperta, valorizzata dal poeta-critico milanese Giovanni Raboni e studiata via via con sempre maggiore interesse da numerosi critici letterari, vincitrice di premi prestigiosi ed importanti come nel 2002 il Premio Viareggio per la poesia e il Giovanni Pascoli, 2009; è presente in numerose antologie, tra cui Poesia femminista italiana, ed. Savelli, 78, e Poesia degli anni settanta, Feltrinelli, 79.
Si è dedicata nella sua vasta cultura alla
traduzione di vari classici e autori contemporanei, dal greco e dal latino. Tra
di essi: Saffo, Plauto, Euripide,
Alceo, Anacreonte, Ipponatte, Callimaco, Lucrezio, Marziale e del medievista
Andrea Cappellano. Ha inoltre adattato in versi alcune opere di Ahmad
Shawqi e Aleksandr Tvardovskij. La sua è poesia nata dalla
cultura e dalla tradizione popolare, nelle sue fonti sia filosofiche che
teatrali, mediati però da una profonda conoscenza della letteratura, non solo
italiana La sua sintassi è nervosa, la ricerca lessicale volge al parlato e al
dialetto, quasi a ricreare un’antica poesia aulica..
“Violentemente connotati d’espressionismo, i
lemmi della Insana sono perle in un bric-à-brac
tragicamente
barocco, particolari di uno scenario da opera dei pupi, da teatrino sboccato e
atroce, rabbioso, sensuale, moralistico, eccitato da neologismi come i
seguenti: gabbo, baccalara, minchia, bravanteria, strambatizza, incrugnata,
sciarra, stuti, menzognera … dell’area
linguistica siculo-calabra.” Si fa strada infatti nella poesia insaniana
«l’alternanza, il gioco teatrale e il divertito travisamento di morte e vita»,
visibile non solo in alcuni dei suoi celebri versi : “pupara sono /e faccio teatrino
con due soli pupi
lei e lei/lei si
chiama vita/ e lei si chiama morte”
Il 13
dicembre 2016 ci ha lasciato anche la lombarda Marisa Ferrario Denna.(1945-2016)
che è stata poetessa di talento, anche se un po’ misconosciuta, appartata,
apprezzata dai suoi lettori per la pacatezza del dettato, l’acutezza delle
intuizioni liriche e anche sociali, senza mai accendersi di livore contro
qualcuno o qualcosa, con pari acutezza d’intelligenza e di cuore, unite
alla capacità di cogliere il senso nascosto della vita e delle opere e i
loro enigmi. ma sempre vigile sulle opportunità che la vita può offrire, anche
nel quadro generale di difficoltà e delusioni che ognuno riceve inesorabilmente
nel corso dell’esistenza.
Ha
messo in risalto la difficile situazione in cui versava la donna fino a ieri (a
maggior ragione, se artista) che non godendo di autonomia economica né della
possibilità di gestire la propria vita sessuale, veniva generalmente ridotta a
ruoli subalterni, quando non privata d’ogni diritto, come ci dice nei suoi Ritratti in controcampo,dove privilegia
i ritratti femminili
Qui la
parola resiste con una arcaica durezza, conosce lo scontro quotidiano con l'
esistenza, non rincorre i sentieri della "maniera", non si perde
nelle stanze del nulla. In questo segna la continuazione con le raccolte
poetiche che l’hanno preceduta( Frammenti
da una miopia, Male di luna, Imprudenti viaggiatori, Il sole d’inverno…) E'
iscritta nel respiro non scalfibile del vissuto. Tutto suo è il velo di pianto
con cui osserva le case, i vecchi cortili, le ciminiere, le fabbriche, i fiumi
impuri: i così' inamabili ma pure amatissimi luoghi dove ha vissuto e i suoni
del suo aspro dialetto.
Tra i
premi Nobel che ci hanno lasciati non possiamo dimenticare la famosa scrittrice
inglese Doris Lessing (1919 -2016),
principalmente autrice di numerosissimi romanzi, che offrono un lucido sguardo sul mondo, non privo di
passione critica e di scetticismo, caratteristiche che fanno delle sue opere un ideale ponte per
tentare un dialogo con la storia e la coscienza critica, ma non aliena dalla
poesia, che pure ha praticato con parsimonia, e pubblicato in pochi libri non
tradotti o ormai introvabili. Leggere le
sue poesie può aiutarci a comprendere meglio le parole a lei familiari e a
“vedere”il mondo che ci circonda con occhi nuovi, accompagnati per mano
dall’autrice stessa, e dalle sue inconsolate meditabonde visioni.
Una
poesia a ricordo:
Jolanda Insana-
Non cardo né canto
Non
cardo né canto e non penelopo al telaio
Perché
slittata per troppo tendersi la corda perpetua della girella
Non
riavvolgo tautologie e le scombino infedelmente
E
ricomincio a nutrirmi non imboccata né imbeccata
E
finchè piccolo orologio scandisce le ore
Acquaderno
pagine e foglie e non sarai certo tu
Che
mastichi erìsamo a imbudellarmi.
*
M. Ferrario Denna-
L’Olona
Di
quello che una volta fosti- fiume-
gora
rimane, putrido liquame,
ristagno
di una fonte inaridita.
La
valle che d’Olona prende il nome
scarna
rinverde tra robinie e spini.
Schiuma
la bava dei rifiuti urbani
lungo
romanici detriti invano:
slavate
sponde di una giovinezza
che
mai non ebbe per approdo il mare.
Restano
sassi, ciottoli di vita,
sterili
forme di un informe andare.
Se mai
potesse verde d’innocenza
ridare
linfa al tuo cammino stanco,
me
stessa rivedrei, lo svelto passo,
che
l’onda infranse dentro un marcio bianco.
*
Doris Lessing-
Oh
ciliegi, siete troppo bianchi …
Oh
Ciliegi, siete troppo bianchi per il mio cuore,
e
tutta la terra è imbiancata dalla vostra morte,
e tutti
i vostri rami vanno a immergersi al fiume,
e ogni
goccia sta cadendo dal mio cuore.
Ora,
se c’è giustizia nell’angelo dagli occhi lucenti
egli
dirà “Basta!” e mi porgerà un ramo di
ciliegio.
L’angelo
con la barba, deciso e diretto come una capra
alza
il muso ruminante e lentamente mastica in faccia alla neve.
Capra,
devi stare qui?
Devi
stare ferma qui?
Starai
sempre qui,
a
prova di fede, a prova di innocenza?
*
Il paradiso dei poeti li accolga generoso
Maria Grazia
Ferraris
Non si può fare a meno di commentare tanta potenza rievocativa e tanto acume interpretativo. Uno scritto di grande vicinanza umana e poetica che senza dubbio dà sostanza ulteriore a questo valido blog di cui la Ferraris costituisce un pilastro solido. I miei complimenti.
RispondiEliminaProf.Angelo Bozzi
Maria Grazia, per questo dono di Natale-Anno nuovo, ti sono veramente grato: E' un affresco che non si consumerà con le memorie di un tempo breve.
RispondiEliminaUmberto Cerio
Quale modo migliore di questo per ricordare un anno che ci ha lasciato tante amarezze e delusioni? I poeti sono la voce della speranza, anche quando, paradossalmente, sottolineano il male di vivere da cui siamo attanagliati. Dalle loro menti e dai loro cuori si alza sempre e comunque un inno alla vita. Grazie per questo dono.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Lodevole davvero, e dovuto, questo ricordo/recupero operato dalla sensibilità e dall'accortezza di Maria Grazia Ferraris, opportunamente corredato da materiale illustrativo ed esemplificativo.
RispondiEliminaSi vive anche nel ricordo, come ci insegna Foscolo e, prima di lui, il grande poeta latino Orazio.
Grazie per questa proposta a Ferraris e a Pardini.
Pasquale Balestriere
Versi esemplari a ricordo di grandi poeti scomparsi: straordinaria Ferraris , critica, interprete, scrittrice di eccellenza e sensibilità
RispondiEliminaimpareggiabili.Le tue parole hanno le ali per salire al cielo.
Leggerti è sempre un immenso piacere. Grazie.
Edda Conte.
Edda.
Ti ringrazio molto, carissima Maria Grazia, per questo viaggio nei versi e nel ricordo dei poeti che ci hanno da poco salutato. Ci lasciano molto, così come la tua preziosa penna che è sempre lì, pronta ad aggiungere bellezza. E, come affermava Paolo VI rivolgendosi agli artisti nella chiusura del Concilio Vaticano II: "questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non cadere nella disperazione"
RispondiEliminaTi abbraccio.
Sonia Giovannetti
Grazie a tutti gli amici e le amiche che come me sanno vedere in questo mondo poetico la speranza della Bellezza e della Poesia: Forse non salveranno il mondo, ma ci aiutano a vivere.
EliminaUn lavoro superbo il tuo, mia carissima Maria Grazia. Il tempo 'liquido' che viviamo induce a dimenticare.Tu con l'analisi attenta, professionale e ricca di sensibilità letteraria, ci ricordi che l'arte è... Dio che ha nostalgia degli uomini. E noi abbiamo il dovere di essere fedeli a tanta Arte. Di continuare a vivere gli uomini e le donne che hanno reso, che rendono grande il tempo appena vissuto, come ombre che danzano in cerchio nel crepuscolo. Più andiamo avanti negli anni più riusciamo a vederle chiaramente. Complimenti vivissimi e buon anno!
RispondiEliminaMaria Rizzi