Verso Itaca
Verso Itaca
Il mare che
lambiva il verde cupo
delle
silvestri rive si serviva
dei colori
del quercio, dell’acacia,
dell’allegro
corbezzolo e del còrniolo
per
rimarcare l’azzurro ondeggiare
dal salso
respiro. Navigando
verso
levante, poi, di tanto in tanto
dall’acqua
evadevano isolotti
che
parevano davvero fiori in boccio
al sole che
pungeva. Tra i meandri
di quelle
insenature, era frequente
immaginarsi ciurme
immaginarsi ciurme
disperse
che urlavano ai flutti
esorcismi
da insidie. Proprio là,
assai
vicino ad Itaca, m’illusi
che
apparisse la nave di Telemaco
intenzionato
a solcare lo Ionio
in cerca
del padre. E non è detto
che quelle
scogliere graffiate
dai venti e
dal mare non abbiano udito
le tante
preghiere volte da un dio
a danneggio
di Ulisse. Quando scorsi
che da
lontano il corimbo di una barca
luccicava
ai miei occhi, veramente
restai
suggestionato. Quell’immagine
diffuse
tutt’intorno alla polena
fughe di genti verso terre nuove
fughe di genti verso terre nuove
ad immolare
ostie, ergere tufi,
disseminando le isole di templi.
disseminando le isole di templi.
Ma erano
soltanto dei Cretesi
sopra una barca a lanciare le reti.
sopra una barca a lanciare le reti.
La nostra malattia, Nazario, è questa
RispondiEliminad'immaginare flotte tra i cornioli
e mari verde cupo tra le querce.
Ci spinge il sogno ultima chimera
del nostro antico balbettar fanciullo,
Ulissi senza guerre e senza storia
più a don Chisciotte uguali che ad eroi
con il petto fregiato da medaglie.
I pescatori sciolgono le reti e noi
a rinnovare in mente le battaglie
di popoli stranieri e di altre genti...
Ma è malattia innocua, siam bambini
con un raro strumento che non sanno.
Carla
Mi commuove la rapidità tua nel forgiare versi. E ancora di più la tua bravura nel musicare intenti, sogni, illusioni, delusioni, e viaggi marini in balia dei venti.
RispondiEliminaGrazie
Nazario
Nazario mio, leggerti in una lirica che celebra, con una vena di sana, dolce ironia, l'Ulissismo, l'eterno sogno del viaggio per tornare... mi ha lasciata basita e felice. Sei umano! Sogni come tutti che il nostro viaggio attraverso 'i miracoli quotidiani dell'esistenza', sia destinato a un ritorno:
RispondiElimina"E non è detto
che quelle scogliere graffiate
dai venti e dal mare non abbiano udito
le tante preghiere volte da un dio
a danneggio di Ulisse."
E sei perfettamente cosciente che l'idea del viaggio resta confinata nella mente. Il percorso è più importante della meta. Ogni giorno ci districhiamo tra idee di avventure, che possono naufragare nel quotidiano, nell'aspetto determinante del partire:
"Ma erano soltanto dei Cretesi
sopra una barca a lanciare le reti."
L'illusione di una rotta che ci avvicini a Odisseo, che sia epica e rivoluzionaria... per scoprire quanto può essere 'normale' e straordinaria la storia di sempre. Una lezione di vita attraverso l'afflato lirico che ti contraddistingue, che inanella versi illuminati, moderni e tecnicamente perfetti. Grazie. Sei arricchente!
Maria Rizzi
Caro il mio Toscanaccio - almeno il soprannome che ti ho dato da qualcuno è stato recepito- faccio con questo mio intervento una reprimenda. Tu, in questo tuo blog, ospiti generosamente tanti scritti non sempre di altissimo livello, ma gli autori di questi testi non è che ricambino facendo qualche commento alle tue bellissime poesie.
RispondiEliminaA loro non piacciono? Benissimo - quot capita,tot sententiae - però io ho scritto, pur non avendone le competenze, una quantità di recensioni e prefazioni e so che si può trovare il buono anche in poesie che non sono proprio nelle nostre corde.Perché questo assenteismo? Dovrebbe essere il tuo blog un mezzo di condivisione non di auto-celebrazione.
Io comunque continuerò a seguirti con i miei commenti molto alla buona
Carla Baroni
Reprimenda giusta, questa di Carla Baroni.Leggendola ho provato un qualcosa che non sto a ridire...Il fatto è che "Leucade" è spesso affollata e anche non volendo può capitare che qualche valore sfugga. Comunque Carla ha ragione...quanto pochi sono gli affezionati che ricambiano la generosità di Nazario con qualche parola sui suoi versi...la stupenda armonia tutta classica talora può mettere a disagio perfino ad apporci un commento adeguato. Le lodi sono parole, ma lo spirito che le detta in questo specifico caso dovrebbe essere un atto dovuto. Chiedo venia anche a nome di quelli che come me leggerano "Itaca" ormai in ritardo.
RispondiEliminaEdda Conte.