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giovedì 29 giugno 2017

MARIA RIZZI SU "DUE POESIE" DI ANNALISA RODEGHIERO



Maria Rizzi,
collaboratrice di Lèucade

Le due liriche dell'amica Poeta Annalisa Rodeghiero sono talmente intense da renderne brivido la lettura.
La prima, dedicata al figlio, è preceduta da un'annotazione in corsivo, che, a mio umile avviso, evoca Garcia Lorca e che è canto di ciò che il genitore desiderava per l'esistenza della figlia. Nella poesia l'autrice tesse un'elegia della figura del figlio, che ci coinvolge tutti.
Gli ricorda, con fortissimo afflato lirico, quanto lui seppe essere felice, 'come il profumo d'erba nuova / che la campagna mescolava /alla tua voce bambina'. E si sofferma sul tempo dell'addio, palesando con coraggio i timori che ci annientano tutti: le domande sul 'dove', sul 'perché'... Sarà vero come asserisce Sant'Agostino, che la gioia di aver avuto gli amori è più grande del dolore di perderli? In un crescendo che fa male al cuore Annalisa si rivolge al proprio Amore e lo invita 'ad alleggerirsi come nuvola'  e, in una chiusa magnifica, a ricordare 'quand'era fiordaliso tra le spighe'.  La poesia ha colori, profumi, sentimenti primordiali e rara originalità d'impostazione. Un gioiello.
Nella seconda lirica il Poeta - merita l'appellativo che unifica gli artisti in versi - in una serie di similitudini degne delle migliori tradizioni letterarie, paragona la propria esistenza a quella degli abeti. Le immagini scorrono rendendola animatrice dell'inanimato: "Ho pianto come loro / pioggia d'aghi orfani a terra"; "Io come loro attendo / ma non so più dire chi nè cosa".
La verseggiatura è fluida e modulata, priva di orpelli stilistici, ricca di un caleidoscopio di visioni, di una capacità inesausta di variazione di ritmo nell'ambito di uno stile omogeneo e inconfondibile. Un'autentica gioia, un onore poter leggere versi di tale valore. Ringrazio Nazario e Annalisa per tanto Dono.                               
                                                                                                                                                          Maria Rizzi
                                                                                                                                
SE PUOI RICORDA

“Sii felice” ha detto tuo padre pur immaginando che così non potrà essere.
Io chiusa in gola ti ho soltanto guardato, del tutto certa che così non sarà.

Annalisa Rodeghiero,
collaboratrice di Lèucade






-Vedi- è che felice, tu sei stato davvero
 e lo sai bene. Di quella felicità
che faceva scoppiare i fichi
quando l’estate si gonfiava al sole.
Felice, come il profumo d’erba nuova
che la campagna mescolava
alla tua voce bambina
ebbra di giochi buoni all’aria e sogni.
Non piango perché te ne sei andato,
piango perché nemmeno tu
sai dove stai andando.
Hai, ho, abbiamo reciso
il cordone che sapeva di pienezza,
passaggio necessario come un cambio di stagione.
Se è ancora estate
quella che t’attende
spogliati d’abiti sbagliati,
alleggerisciti come nuvole
che svuotano il grigio sulla terra
e se puoi, ricorda
quand’eri fiordaliso tra le spighe.


COME ABETI

Ho imparato da loro
il tempo silenzioso dell’attesa,
ho avuto anch’io braccia curvate
dall’ impietoso vento di dicembre.
Ho pianto come loro
pioggia d’aghi orfani a terra
in notti di gelate senza luna.
Immutabile a rassicurarli
la certezza d’altre stagioni a venire,
la fine e il principio
nel susseguirsi d’ombra e luce.
Io come loro attendo,
ma non so più dire chi, né cosa.


3 commenti:

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  2. I versi di Annalisa sono pregni di sentimenti intensissimi plasmati da una sensibilità fuori dal comune e da esperienze di vita vissuta col cuore prima che con la mente. Nel panorama popoloso dei poeti attuali sono pochi quelli che svettano per originalità del verso e per l'eleganza dello stesso. Annalisa con la grazia del cigno e l'incisività del bisturi regalandoci emozioni che lasciano segni nell'anima è uno dei pochi poeti che, pur conoscendo la metrica, può permettersi di scrivere anche in versi liberi mantenendo ritmo e musicalità. Le due liriche recensite magistralmente da Maria Rizzi ne sono un esempio illuminante.
    Posso solamente aggiungere di essere fortunato di conoscere Annalisa, che definisco Fine Poetessa, per imparare da lei, verso dopo verso, la grandezza della modestia.

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  3. Vorrei riuscire a credere, sempre, che la gioia di un amore superi il dolore della perdita, secondo il pensiero di Sant’Agostino, carissima Maria. Se così non fosse, l’uomo si negherebbe la più grande delle sue potenzialità: amare a prescindere. Nessun bambino verrebbe messo al mondo e nessun amore potrebbe sbocciare. Ti ringrazio di cuore per le parole generose che hai riservato ai miei versi nella tua attenta ed entusiastica lettura. Ringrazio tanto anche L’amico poeta Franco Vetrano per le sue parole di stima e la sua sensibilità, certa che già possiede ciò che da me vorrebbe imparare.
    Un abbraccio al caro Nazario per l’attenzione e l’affetto dimostrati nei miei confronti.

    Annalisa Rodeghiero

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