Pagine

martedì 18 luglio 2017

MARCO DEI FERRARI: "LA NAUSICAA OMERICA... DI NAZARIO PARDINI"


La “Nausicaa omerica”
nelle “parole gestuali
di Nazario Pardini

Marco dei Ferrari,
collaboratore di Lèucade


Questa Nausicaa è una sinfonia di effetti naturali che vivono, o meglio indirizzano un tema delicatissimo nella lirica pardiniana: il tema del mito realistico.
Ulisse – Nausicaa – il Serchio – i naufraghi – le fanciulle gioiose e leggiadre – i Feaci – gli Dei – la Natura...
Tutto l'universo di questo affresco sprizza ricami affinandosi “verso su verso” e raffinandosi tra personaggi e ambienti.
Più ambienti: dal fluviale (il Serchio) che si disperde melodioso nel mare al corporeo (Ulisse) riscoperto dal sonno del naufrago e dalla sorpresa di un urlo; dalle pinete di foglie, sognanti e gioiose, al gioco (la palla) del canto di fanciulle “arzille” (ancelle) come divinità immaginarie per ogni richiamo; dalla nudità sfolgorante nella scultorea creazione dei marosi al rapimento nella bellezza dell'amore, un valore assoluto anche per Nausicaa...
Più scenari poi si compenetrano in questi versi d'ambiente così elevati nel ritmo lirico da flettersi serenamente nel gesto plurimo (la fuga – il flusso dei marosi – il riposo – la dispersione – la sorpresa - lo splendore...) che Pardini intreccia e armonizza con soffici immaginari  espressivi – compositivi sino a darci l'impressione di una propria concreta presenza sulle sponde del Serchio all'incontro omerico. “Storia” risognata nell'impegno di un progetto poetico dove ogni momento si sostanzia di visioni e incantevoli inniche alla coralità universale. Sì, perché per il poeta il sogno si trasforma nelle parole omeriche dell'anima-corpus dove il risveglio (di Ulisse) dei verbi gestuali significa musicalità permanente e cesello comunicante...
Cesello di un mito che si compie: Nausicaa e Ulisse si avviano verso la rocca dei Feaci, la Natura si arrende al presagio, i protagonisti si inchinano al valore omerico del Fato che neanche gli Dei possono condizionare.
E il destino mitico nel racconto poetico ribalta quindi le gerarchie, valorizza il dettaglio, esalta l'amore della globalità e sigilla la “parola” nelle sue articolazioni più misteriose per avvicinare il “mistero” di Nausicaa stupita dall'insolito divino. E' la grande capacità intrinseca di un linguaggio “arcadicamente” (o quasi) incentrato sulla visione del Serchio, corso d'acqua rivalutato e rivisitato da un raffinato prosatore-poeta (che dire poi del suo “fulgore del bello” o del “candido corredo esposto al sole” o delle “labbra in fiore” o dell'Ulisse “sbigottito”- espressioni icasticamente protese al “compendio” subliminale di un'energia creativa “pura” e semplice?).


Marco dei Ferrari      

Nessun commento:

Posta un commento