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lunedì 14 agosto 2017

G. BARBERI SQUAROTTI: "I VECCHI"

I VECCHI

Giorgio Bàrberi Squarotti

E marciranno i pali delle viti
sotto il peso dei soli e delle piogge,
fioriranno le ortiche in mezzo ai peschi
trafitti dagli aghi delle vespe,
senza filo di verde perirà
il grano dentro il tufo, e l’erba medica
si perderà nel ferro delle spine,
quando anche tu abbia abbandonato
la casa dei tuoi vecchi e l’ala
delle campane sopra le colline,
per seguire i tuoi sette fratelli
in fabbrica a Torino,
e qui io sia rimasta con tuo padre,
soli,
con i miei segni di Croce  contro i fulmini
e le aride estati e i geli e le alluvioni,
e le sue inutili bestemmie.

1955
(da La voce roca)


Nuovo contrappunto anno XXVI n. 2 – Aprile – Giugno 2017

1 commento:

  1. Grazie Nazario, per averci regalato questa bella lirica del compianto Squarotti. Leggo che è del '55: in tempi non ancora sospetti il poeta profetizza ciò che adesso è realtà.
    D'altro canto - si sa - quando è autentica, la poesia cammina sempre avanti e vede cose che i contemporanei non possono vedere.
    Qui, Squarotti pre-vede ciò che non saranno più le campagne per colpa dell'industrializzazione e della globalizzazione: non meno inutili delle bestemmie del vecchio che resta solo.

    Sandro Angelucci

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