La bella bimba
La bella bimba dai capelli neri
è là sul prato e parla e gioca al sole.
Io so quei
giochi e so quelle parole;
rido
quel riso e penso quei pensieri.
Son io
la bimba dai capelli neri.
Ed
anche io vedo una fanciulla bruna
gli occhi
sognanti al ciel notturno fisi.
Quante
chimere e quanti paradisi
gli occhi
suoi! Te li rammenti, o Luna,
gli
occhi febèi* della fanciulla bruna?
Ora è
stanca; la penna ecco depose;
e la
man preme su le ciglia nere.
Di quanti
sogni e quante primavere
vide sfiorir
le immacolate rose?
Ora è
stanca; la penna ecco depose.
* da Febo, solari
Vittoria Aganoor Pompilj, di famiglia
armena, nacque a Padova nel 1855; morì a Roma nel 1910. Discepola di Giacomo Zanella,
fu poetessa delicata e feconda. Nelle sue raccolte Leggenda eterna e Nuove
liriche parla spesso di sé e del suo tormento
con acutezza psicologica. Forte la suggestione che hanno esercitato su lei il
mondo e la poesia dannunziana, e l’opera di alcuni scrittori stranieri come Maeterlinck,
Baudelaire, Francis Jammes. La sua lirica è uno specchio fedele dell’anima
femminile nell’Ottocento.
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