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venerdì 13 ottobre 2017

ROSANNA SPINA: "TERZA CLASSIFICATA AL "PARASIO CITTA' D'IMPERIA"

Il cardo innamorato

Tristezza ammutolisce, non ti dice
che il fior di cardo nasce dal dolore
e non ha petali per morbide carezze:
ama il silenzio amaro delle pietre
dimentiche di chi non diede amore.

Dio povero del campo, tutto solo,
cuce con gli aghi storie a fil di vento
da regalare agli occhi della sera
e infine si addormenta tra gli sterpi
cullato da una vecchia ragnatela
bagnata da perline di rugiada
con cui potrà lenire la sua sete.

Di notte,
sotto la cupola del cielo con le stelle
perfino un cardo forse può sognare
che all'alba qualche maga lo trasformi
nella bellezza pallida di un giglio
affinché giunga nella brezza una farfalla
che di lui si possa innamorare


  
La linea che congiunge terra e cielo

Ti separò un soffitto dalle stelle,
e un quadro di finestra non bastava.

Chissà se immaginavi la bellezza
in forme sconosciute a noi mortali
o se piangevi lacrime non viste
nel caos che scompigliava le tue carte
mentre sbiadivano i contorni
e lentamente il tempo smemorava.

Madre mia dolce e cara ed infinita
che tendi le tue braccia giù dal sole
per diradare l'ombra sui miei passi:
non trovo alcuna cosa al tuo cospetto
che possa sostenere il paragone
con te che sei la luce, la sorgente
che si alimenta in seno all'universo
e inventa nuove sillabe sui fiori
che io raccolgo in forma di pensieri
per porgerteli in dono, quale segno
dell'infinito amore che continua.

Tu che sparivi dentro le tue nebbie
cercando come un faro la mia voce
perché nel buio ti facesse luce
mi appari adesso nitida e serena
nel luogo dove Dio è l'Assoluto

laddove non c'è posto per il male









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