La poesia ha ricevuto il Premio
Speciale della Giuria alla VII^ edizione del Premio Letterario "Scriviamo
insieme" di Roma. E' una lirica che tratta il tema dell'anoressia: una
tragica vicenda che il poeta ha voluto raccontare in prima persona, come se
fosse accaduta a se stesso.
Un
attualissimo e quanto mai sentito problema che sempre più ha preso piede in
questa nostra società fatta di immagine. Il poeta con un forte impatto emotivo,
come se vivesse in prima persona il dramma dell’anoressia, consegna a versi di
alta valenza esplicativa tutto il suo sentire senza mai cadere nei trabucchi di
un sentimentalismo becero e scontato. La versificazione si distende su uno
spartito vario e articolato, fatto di diverse misure metriche, libere e
sbrigliate, quasi a seguire i moti di un’anima in preda a input che chiedono di
uscire con tutta la loro potenza icastica. Sentieri, nebbia, vicini, insieme,
alba, ricordo, compagna, rughe, volto adulto, preservarti, petali di rose,
fanciulla magra e rannicchiata, l’anoressia, consumava, giorno dopo giorno:
inseguendo
la morte che tutto acquieta,
se non l’anima mia
che disperata vaga.
Un andamento di termini
corposi e visivi, zeppi di pathos; un climax
di verticale intrusione emotiva, che, ricorrendo a iuncturae di metaforico
sussulto (Lasciare che la nave/ dei sentimenti/ ormeggiasse sulle rive /del tuo
cuore), ci acchiappa concedendosi a versi che a volte contrastano, per la loro
eufonia, con la drammaticità del tema: un’amica che soffre e strugge; una
ragazza che, spegnendosi nella quietezza della morte, punge l’anima del poeta che disperata vaga.
Nazario Pardini
Nazario Pardini
Sentieri
distanti (il tempo del rimorso)
Distanti
sono i nostri sentieri
eppure
aliti appannati, nascosti
nella
fitta nebbia del mattino,
mi
appaiono vicini. Come fossimo
ancora
insieme a passeggiare,
in
mezzo a strade deserte,
alle
prime luci dell’alba.
Così
ti ricordo,
compagna
di un tratto della mia vita,
che
mi sussulti nel cuore,
nel
gemito da lacrime segnato,
rivoli
salati che bagnano
le
rughe tracciate in un volto adulto.
Ah! Il tempo ti illude
con
l’incedere di lancette
che
attraversano il cerchio
della
vita e si posano
sulle
stanche membra.
Avrei
dovuto presevarti,
in
mezzo a petali di rose
sparse
su un candido letto.
Lasciare
che la nave
dei
sentimenti
ormeggiasse
sulle rive
del
tuo cuore (cristallo puro),
oracolo di un amore eterno.
Pallida
ti salutai, quel volto
di
cera nascosto da fitta chioma,
fanciulla magra e rannicchiata,
che
l’anoressia consumava
giorno
dopo giorno, inseguendo
la
morte che tutto acquieta,
se
non l’anima mia
che
disperata vaga.
Ringrazio il Prof. Pardini per aver voluto dedicare il suo tempo prezioso e la sua sempre acuta analisi a questa lirica che, come ben evidenziato dal Nostro, ha suscitato in me un forte impatto emotivo, nel trattare un tema, quello dell'anoressia, che rappresenta una drammatica realtà in questa società postmoderna, sempre più ancora alla vacuità dei valori umani e morali che la sorreggono
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