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venerdì 1 dicembre 2017

N. PARDINI LEGGE: INEDITI DA "RISACCA" DI EDDA CONTE


Mia Poesia!

Non hai veste splendente
né brillio di stelle che t'illumini
né raggi di luna
per sognare...
nasce triste il tuo verso
ruba un aquilone
ma non trova sorrisi nell'azzurro...
(…)

La risacca, la bàttima, il mare, l’orizzonte, i voli, le cadute, gli sguardi, i sogni,  la fuga, il viaggio, un’isola lontana, il faro, gli spazi, la voglia del tutto, di una pluralità che l’animo umano stenta a contenere, le memorie, le tante memorie, quelle di un’intera vita che vanno e vengono come i suoni delle onde, ma che sempre presenti scalpitano per tornare a vivere con il loro patrimonio umano. Questa la polisemica intrusione dell’anima della Conte; di un’anima che in un momento di redde rationem è volta a ri-costruire l’intensa successione delle sue ontologiche vicende; e si ama, si adora, ci si perde in un mondo di tante connessioni, di plurimi accostamenti emotivi; di panici risvolti simbolici:
 
Breve brezza a sorpresa
profuma di tiglio
l'aria  in pura luce
abbraccia la rosa al gelsomino
con sospiri odorosi...
impregna d'amore la mia fantasia
e lieta nasce la giornata.

In questa storia umana, fortemente umana, i versi si fanno melodia, sinfonia di  un sottofondo flautato; raccolgono tutto il pathos della poetessa, lo modellano, lo visualizzano, lo contengono e lo rielaborano per darlo alla pagina in corpi di impatto significante.  “Non ha attese il silenzio/nel mezzo della notte”; “Signore di quest'ora insonne/è un desiderio lontano/che nel tepore  del  ricordo/si fa eco fioca di favola d'amore.”; “il tempo-/fugge insieme a te..../ mentre io leggo nel libro dell'attesa/ le ore della mia giornata.”… Inquietudine che attanaglia il senso della vita; l’ora che fugge improrogabilmente senza tener conto del patrimonio dell’essere;  azzardi verso isole che potrebbero appagare  deficienze umane, ma che, troppo lontane per gli sguardi terreni, restano miraggi. Tutto il complesso gioco della vita è contenuto nella molteplicità di questi canti. Quasi una rinascita dell’architettura palladiana la stesura di questa plaquette: semplicità ed equilibrio delle forme. Candore di marmi  su ardui colonnati   di vicentina memoria. “E’ nel ricordo e nel tempo che gusto quelle lacrime” afferma Pirandello”. E la Conte si gusta le lacrime del giorno nei palpiti della sera, quando siamo più raccolti, più disposti a meditare sulle fragranze verdeggianti o sulle foglie intinte di rubino: Keats affermava: «Se la poesia non nasce con la stessa naturalezza delle foglie sugli alberi, è meglio che non nasca neppure.». E la poesia della Conte è vita, la sua vita è poesia. Il suo intento è quello di raccontarsi attraverso il panorama dei monti o del mare; attraverso i canti degli uccelli dell’isola; la naturalezza dei cicli naturali; dacché è a questa eterna arte che affida la sua storia, ad essa che chiede amore per volare “Mia Poesia/ come anima appena nata!/ hai solo bisogno d'amore/per abbracciare il mondo.”
Anche se gli interrogativi del nostro esserci non trovano mai soluzioni appaganti: “… ti chiedi il  perché di vita breve/di caduta gioiosa.../ breve il tuo volo/ senza gioia la caduta.”.

Nazario Pardini




Alcune liriche inedite  da "Risacca"



Sei qui, Madre!

Di altra vita mi dice
quest'ora della notte
cielo che non ha lume di luna
brillio di stelle lontane
a vegliare il mio sonno interrotto.
Ha strano bagliore lo specchio...
sei qui
ora
Madre!
nello spirito immortale
 che è il mio credo e la mia forza
 e mi parli.
Della tua fatica di vivere
mi parli
dei dolori affogati nel coraggio
  mi ricordi...Madre!
che la vita è bella ancora
tra le spine del roseto annoso.
Malioso Madre il tuo dire a cullarmi
la voce suadente e sicura di allora
il seno che ritmava
il tuo vivace conversare...
Ancora da amare quegli attimi
protetti tra le tue braccia
a dare conforto al sonno.
Eco fioca

La luce del giorno
in opalino manto si dilegua
 vaghe stelle in armonia segreta
 ingemmano il cielo della sera
  Non ha attese il silenzio
nel mezzo della notte
né veglia
 né remora
 né oblio...
Signore di quest'ora insonne
è un desiderio lontano
che nel tepore  del  ricordo
si fa eco fioca di favola d'amore.


Quando siamo insieme
                                                  
Il tempo si dilata
ci avvolge in unico respiro
gioisce nell'ardore dei progetti
alla tristezza dei ricordi soffre.
Nasce per crescere in noi
sorriso di sole nell'ora che passa
fuga di nubi sui nostri pensieri.
Il tempo si assomma e si divide
nuvola leggera ci trasporta
in allegrezze d'azzurro
tra i giorni felici spensierati
andati coi pensieri della vita...
ma presto fugge- il tempo-
fugge insieme a te....
 mentre io leggo nel libro dell'attesa
 le ore della mia giornata.


 Profumo di tiglio
 

Breve brezza a sorpresa
profuma di tiglio
l'aria  in pura luce
abbraccia la rosa al gelsomino
con sospiri odorosi...
impregna d'amore la mia fantasia
e lieta nasce la giornata.


 L'ora della sera

Nutre il silenzio l'ora della sera
e copre l'eco della mia giornata
 geme la pioggia sulle tenere gemme
volano breve i colombi
affamati e impazienti
fino al mio balcone.
Ha fretta il buio di unirsi alla notte
in abbraccio silente..


L'eco dell'onda

Abbracciavo il vento e la sua voce...
 Dal mare rabbioso
sibili infuriavano le tegole
nel rifugio sotto tetto..
batteva la finestra ritmica ossessione...
e la rabbia nutriva
il tempo nebuloso dei ventanni
e copriva l'eco dell'onda
sullo scoglio.
Era il tempo dei fili d'erba
che crescevano in mezzo alla tempesta.


 Rubiamo il sole

Porta gelo al cuore questa luce
 pallido è il giorno in cerca di calore...
rubiamo il sole, amico!
che diventi nostro.
Già gli alberi stormiscono un richiamo
il mondo attende il tuo sorriso
per regalarlo alla giornata .
Apriremo i balconi all'ombra della sera
che entri la freschezza della notte
a compensare il giorno!
Ascolteremo il silenzio
al respiro dei nostri pensieri.


Mia Poesia!

Non hai veste splendente
né brillio di stelle che t'illumini
né raggi di luna
per sognare...
nasce triste il tuo verso
ruba un aquilone
ma non trova sorrisi nell'azzurro...
Mia Poesia
come anima appena nata!
hai solo bisogno d'amore
per abbracciare il mondo.


 Voli

Gialle nel sole
arrossate e riarse
farfalle ebbre di calura..
il vento le disperde
le logora la pioggia...
 foglie staccate dal ramo
come parole che non sai più dire
nel tramonto dell'ora.
Occhi lucenti ancora
guardi .. rifletti...ascolti
 dell'albero le foglie
colorate farfalle a svolazzare
a raccontare di giorni felici...
e ti chiedi il  perché di vita breve
di caduta gioiosa...
 breve il tuo volo
 senza gioia la caduta.


 Rimarrà un'orma?

Un'orma-memoria  -dico-
 in questa polvere incivile
a traccia di un pensiero puro
che nasce là sui monti tra i castagni
  il pino silvestre senza chioma
e l'onda marina di brioso accordo...
Nelle vie tra i palazzi e nei cortili
vivi polvere    degrado
 violenza    corruzione....
 Vagheggiare  spazi aperti
luminosi e puri ormai è precluso
a questo vivere stanco e prigioniero.
Il rumore-  senti?- di catene
che  gemono al passo obbligato...
 sentore di muffa tutto intorno....
Una parola sola è Vita
che misteriosamente e rara ci raggiunge.
Rimarrà di Poesia un'orma?


 Edda Conte- da RISACCA (silloge inedita)

Novembre 2017

7 commenti:

  1. Grazie, sempre grazie carissimo Nazario poeta! Le tue parole sono l'eco melodioso della mia "risacca".
    Edda.

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  2. Ho ammirato in particolare nella silloge dalla voce multipla questa “VOLI”, che assume un valore universale: i molteplici e multiformi voli della vita, quelli delle farfalle, delle foglie, delle parole…, voli analoghi pur nella loro dissomiglianza. Il volo di vita e di morte, la brevità e gli attimi di gioia fuggente: la sintesi del nostro inquieto vivere.

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    1. Gentile Maria Grazia Ferraris, esattamente così.
      Nella risacca dei miei pensieri arriva talora un sentire universale. L'io può diventare facilmente "noi "quando è sincero e attento con sé e con il mondo, in definitiva con tutto il creato.
      Ti ringrazio dell'attenta lettura e dell'acuto commento.
      Edda Conte.

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  3. Tutto in questi versi, che ho avuto il piacere di leggere, ci riporta ad un canto, un corale canto di vita. Non possiamo che rimanere suggestivamente attratti dalla naturalezza e solarità di queste liriche: il suono, l'armonia, la luce, tutto ci affascina e ci coinvolge.
    C'è un'anima in questi versi, un'anima che si apre per noi a un messaggio forte di amore.
    Amore per ciò che ci circonda, amore per la Vita!
    Stefania

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  4. Grazie, Stefyp ,di questo commento .
    Lo leggo come messaggio di risposta data col cuore ai miei versi nel loro più profondo significato .

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  5. Nostalgici rimpianti di ricordi intrecciati punteggiano la risacca di Edda.
    Anche la poesia ha un cuore e l'orma di un eco richiama lo spirito del sole che la poetessa vorrebbe rubare alla natura.
    Sono versi di profonda sofferenza che raccolgono pluri orizzonti di aperture liriche in immagini di straordinaria efficacia.

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  6. Grazie Marco! La sofferenza è un'anima costante della Poesia.
    Ascoltarla è come dimostrare amore alla Poesia stessa.
    Edda.

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