Pagine

lunedì 18 dicembre 2017

PATRIZIA STEFANELLI: "QUALCUNO TOCCHI CAINO"


 
Patrizia Stefanelli,
collaboratrice di Lèucade
Carissimo Nazario, si avvicinano le feste e con esse il Santo Natale. Ti scrivo per fare a te, e famiglia, i miei migliori auguri. In questi giorni, in cui il mondo frana (non mi sento di dire che sembra franare) per tanto male,  il mio pensiero va ai tanti bambini che soffrono per gli abusi. In tutto il mondo e così tanto vicino a noi. Un bambino è nato più di duemila anni fa, segno d'amore e vita oltre la morte. Un bambino nasce e muore ogni minuto, per amore e per odio. I mali sono tanti, troppi e alcune notizie di questi giorni ci sconvolgono. Ripenso alla tua bellissima antologia per il "Padre", della quale mi onoro di far parte. Oggi penso al altri "padri" ai mostri che abusano sessualmente dei figli. Questa è una poesia che non ha saputo tacere il pensiero. Non ho cercato i segni belli, non ho cercato altro oltre la crudezza. Occorre essere uniti contro lo scempio che sta accadendo indisturbato da una giustizia che non esiste. Manca l'educazione e la morale è solo una parola vuota. Desidero fare gli Auguri a tutti gli amici di Leucade con parole forse dure ma, in queste, cerco e trovo l'amore che non può morire.
Ti abbraccio e spero di sentirti al telefono. Un bacione grandissimo. Buon Natale, caro, caro amico.

Tua amica Patty


Qualcuno tocchi Caino

Abbiamo un mondo che ci frana addosso.
Auguri!
Auguri con le stelle di Natale
auguri con il cuore e quale cuore ?
Il nostro che si tace sanguinando
nell’impotenza di fronte alle leggi
che i crimini proteggono!
15 Dicembre 2017: un “padre”, uno dei tanti
il sesso se lo prende da sua figlia,
da altre figlie nei paesi dove
le bimbe sono merce a pagamento.
Stuprate ovunque come qui,  con l’albero
che luce alla finestra e i canti belli.
Ma quale poesia si sente dentro
in un Natale come un altro. I buoni
cullati dalle proprie pene a stringersi
idee e fatti; i fatti sono questi.
Qualcuno tocchi Caino! Lo tocchi
alle rotonde dove anime sfatte
non hanno corpi, già venduti altrove;
e tutti sanno, tutti .
Non tocchi Abele, Caino o la storia
è sempre quella. Chi non ha vissuto
non sa l’orrore di una mano a pelle,
della saliva l’acre odore  sceso
sulle gambe. Non sa.
Per un abbraccio dato mille spine
si conficcano a fior di dita. Auguri!
Bambini negli asili e nelle chiese,
nella case omertose
luoghi dove esser sicuri è normale
là dove sull’amore trionfa il male.
Auguri, sì auguri per Natale:
che il grido salga al Cielo
si inondi per le strade sui sagrati
e siano forti le preghiere al Padre.
Giustizia!
Caino, e sia la vita. Il mondo frana.


7 commenti:

  1. Fa piangere, ma anche gioire, il tono amaramente beffardo ed ironico di questi versi che strappano l'anima. Il fatto è che Caino ed Abele non sono due persone distinte, ma una sola persona. Nessuno tocchi il Caino che alberga dentro ognuno di noi, contribuendo al nostro equilibrio e alla nostra integrità morale. C'è un altro Caino, purtroppo (che molto spesso prende il nome e le sembianze di Abele), il quale va combattuto a spada tratta perché tenta di infrangere la fratellanza e l'armonia tra il vero Caino ed il vero Abele. Complimenti Patrizia: hai scritto con il sangue che sgorga da quel terribile assassinio questa struggente poesia.
    Franco Campegiani

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Franco, il tuo intervento mi è prezioso. Quasi mi ero pentita d'aver mandato a Nazario questo testo così crudo che lui ha voluto pubblicare insieme alla mia lettera personale. Come tu mi insegni, l'equilibrio tra il Caino e l'Abele di ognuno è necessario e naturale. Abele, spesso, non è Abele ma un lupo che come nella fiaba di Cappuccetto Rosso, si traveste da nonna per carpire la fiducia dell'innocente. E' difficile distinguerli ma una volta fatta tale scoperta non possiamo tacere. Io stessa ho subito le mani addosso di uomini grandi d'età e avevo 12 anni. Per fortuna solo mani ma possono bastare a destare un sentimento di difesa difficile da superare. Ti parlo al plurale, quindi ciò significa che la piaga è diffusa, come la peste invade la società e si manifesta se non quando è troppo tardi. Ti abbraccio e ti auguro un Buon Natale.

      Elimina
  2. Bella e struggente poesia, cara Pat. Avete detto bene, tu e Franco, su Caino e Abele. Purtroppo le statistiche sono impietose e drammatiche; dovrebbe esserci un maggior coinvolgimento di tutti, anche se le violenze il più delle volte vengono compiute dalle persone che dovrebbero proteggere i bambini e le bambine: padri, preti, insegnanti, amici di famiglia. E’ un problema enorme; è necessario vigilare sempre e denunciare qualsiasi tipo di abuso. I bambini sono fiori freschi da proteggere in un campo di rovi. Un caro abbraccio e tanti auguri di Buon Natale.
    Pietro Catalano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Pietro, dici bene, è un problema enorme che esiste da sempre, una soluzione di continuità che non finisce. Io spero in leggi più severe che prevedano la castrazione chimica obbligatoria e nell'educazione. Un caro abbraccio a te

      Elimina
  3. Auguri a tutti noi- Auguri ad un mondo che frana-Auguri a chi si rimbocca le maniche e sulle macerie riesce a costruire ancora. Educazione, giustizia, morale scricchiolano.L'AMORE è il collante per costruire solide mura.
    Amore e rispetto in famiglia, a scuola. Amore in ogni luogo per non creare MOSTRI.

    GIGLIO

    Piccolo seme portato dal vento,
    nel ventre caldo di una terra fertile.
    Accolto,coccolato,nutrito
    cresciuto. Sbocciato all'alba
    di un giorno d'estate.

    Bianco tenero, profumato giglio
    che spunti radioso,su un prato di seta
    smeraldo,nutrito da terra e da sole
    e amato. Sbocciato all'alba
    di un giorno d'estate.

    Sei forte a intemperie invernali
    che il tempo scorrendo ha portato,
    coperto da piante perenni.
    Protetto, coccolato, nutrito
    sei pronto alla vita futura.

    Bellissimo candido fiore, che vivi
    felice il tuo tempo, ignaro
    che mostri che temi, vestiti di nero
    e cattivi, a volte s'incontran davvero.

    E, sempre non stanno nel bosco,
    ne in antri spettrali. Nessuno
    ti ha detto, che belle e leggiadre
    farfalle, talvolta si cambian la veste?

    Le amiche farfalle, che volano intorno
    al tuo cielo, posandosi sui petali lievi,
    si scaldano al sole, giocose, ed il vento
    vi culla all'unisono, in danza comune.

    Poi, il sole scompare ad un tratto,
    coperto da velo grigiastro,la brezza va via.
    La luce pian piano si spegne, un lugubre telo
    di nero velluto, la cela del tutto. Ed è buio!

    Un brivido intenso e improvviso, ti scuote.
    Lo stelo ed i petali tremano. Paura!
    Mio giglio adorato!" Farfalla soave e
    leggiadra" si muta in orribile mostro!

    dai denti bestiali e dagli occhi di fuoco.
    Attonito e solo, mio piccolo fiore
    soccombi impaurito, un fragile petalo
    si lacera e sanguina. Il mostro,scompare,furtivo.

    Lasciandoci il gelo nel cuore, un pezzo
    di ghiaccio sì duro, che il raggio del sole
    d'estate, ne'quello più caldo e cocente,
    riuscirà a sciogliere, nè piante perenni.

    Dolore, dolore! Sconosciuto, straziante,
    La terra incredula tace, si lacera, ti stringe,
    ti culla, ti nutre, ti coccola, invano.
    Affranta e impotente,si chiude, si secca.

    Tu, lo stelo inclinato, mio piccolo giglio,
    deluso e ferito. Adesso,vorresti soltanto
    tornare quel piccolo seme ,portato dal vento
    nel tiepido,solido ventre di tua madre terra.

    SERENELLA MENICHETTI



    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Serenella, ecco che le voci della poesia sanno unirsi per difendere la dignità e la vita da un dolore subdolo, imposto con crudeltà.

      Elimina
  4. Sì, voi Poeti possedete il Dono di riuscire a dare volto e nome all'inesprimibile. Di rendere visibile l'orrore che si cela dietro il copione che siamo chiamati a vivere e che viviamo con spirito piatto, privo di senso di rivolta. Tu sei l'urlo che ognuno dovrebbe avere il coraggio di fare. L'urlo intervallato dall'ironia degli orrori, delle storie di vergogna e di abusi che si consumano come sempre, che non si fermano a natale. La festa appartiene a coloro che possono permettersela. E ognuno di noi, nell'accettarla, dovrebbe andare con il pensiero 'A un abbraccio dato mille spine, che si conficcano a fior di dita.' Difficile distrarsi dalle vicende comode. Si va avanti così. E' comodo e non fa male al cuore. Patrizia è il richiamo. L'urlo che ci rende consapevoli dell'altro natale. Ascoltarla è provare a nascere un pò diversi e un pò meno in gregge. In fondo il volo non è difficile. Grazie Amica mia. Grazie di essere lirismo e coscienza.
    Maria Rizzi

    RispondiElimina