Poesia onesta, dolce, di esistenziale
consistenza quella di Franca Donà. I versi si intrecciano in una intelaiatura
di classico respiro ma di moderna fattura per un verbo che s’incunea leggero e
morbido fra gli anfratti della vita: foglie morte, gramaglie di settembre,
orizzonti lontani per gli sguardi umani; cattedrali fatte d’anime, colori di
sole, pioggia-canto, amore:
Vorrei
che questa pioggia diventasse canto
e
tutti sapessero ascoltare più in là delle parole.
La natura coi suoi policromi interventi
fa da compagna rivelatrice; da metamorfica trasposizione di abbrivi emotivi
ampi e di poetica ebrietudine. Tutto è canto in
questa fuga verso l’alcova dei suoni, delle sinestetiche inclusioni,
dacché la poetessa pensa che bisogna andare oltre le parole per azzardare
visioni oltre la terrenità della vita.
Mentre
la pioggia rasenta i platani
ecco
arrivare l’estasi, il fruscio cercato
con
la poesia degli occhi e un ricordo
d’erba
che trasuda nei colori del sole.
Tanto respiro in queste estensioni di eufonica sonorità; tanta
forza di ermeneutico impatto che porta a rasentare cieli di fresca azzurrità;
vogliosi di esistere oltre la
sottrazione del tempo.
Nazario Pardini
E non morire mai
Quante foglie rosse han piovuto
e gli aceri han sparso nel respiro
di settembre, negli occhi del tramonto
e lo sguardo oltre l’invisibile
orizzonte.
Potremmo raccontare anche di noi
dell’abbraccio nella quiete della sera
la carezza docile dell’onda sulle dita
e le orme lasciate a riposare sulla
riva.
Potremmo lasciar ancora piovere
le foglie e bere luce ad ogni sole
immaginare che non finisca il cielo
toccarci fin dentro il cuore e non
morire
mai, davvero.
Questo canto d’amore
Mentre la pioggia rasenta i platani
ecco arrivare l’estasi, il fruscio
cercato
con la poesia degli occhi e un ricordo
d’erba che trasuda nei colori del sole.
E’ facile l’amore, per questo fiore
posato come un bacio sopra i palmi
per i silenzi vibranti dei petali
vermigli
e le parole lievi di foglie dentro il
vento.
Vorrei restare a respirare il tempo
in questa cattedrale fatta d’anime,
il melograno che ho raccolto e i
chicchi
da lanciare in aria come fosse riso.
Vorrei che questa pioggia diventasse
canto
e tutti sapessero ascoltare più in là
delle parole.
Introdotto dall'immenso Nazario il lirismo di Franca Dona erompe con indole schiettamente climatica, atmosferica, ispirata agli elementi della natura, intesa come madre benigna. Le immagini, che sembrano intrise di pioggia, di vento, di foglie, si sciolgono in dolcissimo canto e insegnano e risarciscono.
RispondiElimina"Vorrei restare a respirare il tempo
in questa cattedrale fatta d’anime,
il melograno che ho raccolto e i chicchi
da lanciare in aria come fosse riso."
La poetessa è padrona dell'arte di versificare al punto da commuovere. Si dilata l'orizzonte poetico in corrispondenza della sua esperienza vitale e la musicalità, altissima, è esplosiva, fitta di slanci d'amore, aderente al momento storico che attraversiamo. Si può denunciare in modo non inflazionato. Si può dire senza urlare. Va notata l'ampiezza del respiro strofico e il valore espressivo che assume l'iterazione, l'amplificazione di senso. Ringrazio Franca Dona, che non ho l'onore di conoscere e chiedo scusa a Nazario per aver aggiunto tanto dopo la sua esaustiva esegesi.
Maria Rizzi
Un grazie immenso al gent.mo prof. Pardini per la lettura delle mie poesie e le sue preziose parole.
RispondiEliminadesidero esprimere il piacere provato alla lettura dei versi, la presentazione e il commento, rispettivamente dell'Autrice , di Nazario, di Maria Rizzi. E' un florilegio di gusto estetico perfetto che impreziosisce il pensiero e arricchisce l'immaginazione di chi legge. E' un ennesimo richiamo a non dimenticare , a non tralasciare il senso della bellezza e dell'armonia, che solo la Poesia ci trasmette.
RispondiEliminaGrazie ai commentatori e complimenti alla Poetessa.
Edda Conte.
Ringrazio infinitamente le poetesse Maria Rizzi ed Edda Conte per avermi accolta con tanta generosità, e ancora un Grazie al grande Poeta Nazario Pardini. Franca Donà
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