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mercoledì 21 marzo 2018

FRANCESCO CASUSCELLI PER LA FESTA DELLA POESIA: "FANCIULLA"



Francesco Casuscelli,
collaboratore di Lèucade

Una poesia delicata, di erotica sensibilità, di sublime spiritualità, dove il Poeta, con una ritmica melodia, riesce a fare del verso una decantazione concretizzante dei suoi brividi emotivi. Tutto scorre armonioso e ispirato; tutto volge ad un epifanico trasalimento; ad una visione leggiadra di incontri dai palpiti soffusi: “un giorno venne lei/ leggera/ mi prese le mani/ mi strappò i vestiti/ mettendo a nudo il cuore/ da allora ogni parola/ ha un suono…” . I battiti del cuore si fanno note di una romanza d’amore; di un coro a “boca serrada” sulla scena di un lago pucciniano dove i remi dei barcaioli accompagnano le romanze del Maestro. Amore infinito, amore gentile, amore dal sapore dolcestilnovistico, amore sognato, vissuto, amore che, come un sogno all’apparire dell’alba, può sparire lasciando parole, sillabe, lettere a volare   sulle nuvole.

N. Pardini


La fanciulla

un giorno venne lei
leggera
mi prese le mani
mi strappò i vestiti
mettendo a nudo il cuore
da allora ogni parola
ha un suono

da allora
ogni frase diventa un verso
ogni ricordo diviene memoria
ogni istante sfida l'eternità

(ed eterea mi guarda e sorride)

se poi un giorno
dovesse lasciarmi
mi sbriciolerò
e le parole diventeranno sillabe
poi lettere
e voleranno sulle nuvole

Francesco Casuscelli

4 commenti:

  1. Il commento del nostro Nazario evidenzia come una poesia possa essere interpretata in vari modi. Mentre il recensore vede, in questa lirica, esaltato un incontro carnale che poi si sublima nella passione amorosa, per me "la fanciulla" non è altro che la metafora abbastanza evidente della POESIA stessa con le sue seduzioni, i suoi incantamenti, il suo modo di trasformare le parole in suoni, in canti che potranno anche sfidare l'eternità. E se questa amante silenziosa dovesse, un giorno, abbandonare il poeta, le parole perderebbero il loro fascino sbriciolandosi insieme all'autore prima in sillabe , poi in lettere, infine definitivamente in polvere.

    Carla Baroni

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  2. Una bellissima poesia d'amore, e di disperazione amorosa, per una donna che riempie con la sua presenza - assenza tutto lo spazio lirico e, a tratti, sembra corporea, carnale, ma per lo più è vaga, dispersa, inafferrabile come un'anima, non essendo altro, in fondo, che la proiezione mutevole dell'amante. La fanciulla sembra dipendere dalle scelte, dai gesti dell'uomo, ma nella chiusa asserisce, che qualora venisse lasciata,si ' sbriciolerò
    e le parole diventeranno sillabe
    poi lettere
    e voleranno sulle nuvole". Diventerà, quindi, essenza pura di poesia. L'andamento stilistico del testo è sinuoso, scandito da pause ritmiche che dimostrano una capacità di scansione intensa ed energica.
    Grazie, cara Serenella di tanto dono. Nazario, come spesso avviene, era stato più che esaustivo, ma venirti a trovare arricchisce.
    Maria Rizzi

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  3. "... da allora ogni parola ha un suono e diventa verso", credo non ci sia espressione più semplice e più bella per definire la poesia che in se ha la potenzialità di sfidare l'eternità. Lo stile poetico di Francesco credo viaggi su due direttive come canoni ineludibili per la poesia e per fare poesia: Semplicità e Profondità di contenuto, del messaggio. Per ogni poeta la poesia è l'amante per la quale senza di essa il poeta si disfà, si "sbriciola" nel mare del nulla, nel proprio vuoto interiore ove inevitabilmente si dissolve come entità unica. Da questo nasce la paura quotidiana che "la fanciulla- amante" lo abbandoni. Pasqualino Cinnirella

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  4. Grazie al professore Nazario per la magnifica nota introduttiva e i commenti arricchenti che Carla, Maria e Pasqualino hanno aggiunto con generosità.

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