Sauro
Damiani si presenta alla scena letteraria con questa nuova plaquette editata
per i caratteri di Edizioni La Torre, nel maggio 2018: Quartine e altre poesie, il titolo. Una maniera tutta personale di
fare poesia e di sviscerare sentimenti e pensieri sul fatto di esistere. Lo
sguardo all’oltre, direi, ma niente di escatologico o di metafisico; piuttosto
un’ascesa, una scalata, una verticalizzazione, per usare un temine calcistico,
verso la luce; insomma una visione plurale e luminosa dei fatti della vita,
anche dei più esiziali, in un quadro di ritmica e armonica sonorità: fare delle
cose più umane una paradigmatica esemplificazione per trarne conclusioni di
filosofica e ontologica costruzione luminosa. Settanta quartine che “esprimono la mia
concezione domenicale della poesia...”, scrive
il poeta nella sua prefazione. E continua con il seguente esemplificativo stralcio,
che, credo, essenziale per conoscere il succo della sua poetica:
“... Lo
sguardo in alto, se c’è, è quasi sempre timido, come se sui poeti incombesse
ancora il fantasma del superomismo di cartapesta del Vate pescarese. Lo credo
anche io. Perciò nelle mie quartine predomina la luce. Non vi è ignorata l’ombra.
Ma da molto, troppo tempo, con l’affermarsi e il radicalizzarsi del nichilismo
romantico, sembra che solo essa debba essere il tema della poesia, che solo il
negativo sia adeguato al sentire di un uomo adulto e secolarizzato... Per chi non
conosce Nodi né le poesie pubblicate
sul primo numero della rivista on line Leuké,
faccio seguire alle quartine alcuni inediti, scritti il 2008 e il 2018.”.
Dal
testo:
35
Dio
soltanto fa crescere. A te spetta
gettare
il seme, non cercare il frutto.
Forse
domani morirai? Getta
Il
seme e va’. Nulla sarà distrutto.
40
La
primavera splende come un sole.
Gli
uomini sembrano dorati dei.
Sono
giochi di luce le parole.
Non
andrai in cielo, se già non ci sei.
55
Lontano
splende il sole, ma trasforma
la
vita nostra, celeste vicino.
E
la terra profonda par che dorma
ma,
sposa al sole, dona pane e vino.
Sì,
ci saranno ombre; d’altronde se si vuole essere coerenti per ciò che riguarda la vita, bisogna anche
descriverne le opacità, le aporie; ma altra cosa è fare poesia solo e soltanto
colle vicissitudini negative: non è vero che per essere poeti bisogna
soffrire o aver percorso le tappe della via crucis; qui sembra che ogni ombra abbia bisogno di luce per vivere.
Nazario
Pardini
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