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lunedì 11 giugno 2018

INTERVISTA A MARIA RIZZI




ROMA, MARIA RIZZI: “LA CULTURA È NUTRIMENTO DELL’ANIMA PER LE NUOVE GENERAZIONI”


giu102018
INTERVISTA A MARIA RIZZI
di SILVANA LAZZARINO – L’INTERVISTA. Scrittrice e poetessa nata a Bologna, laureata in Sociologia, è un’autrice di successo. Un’operatrice culturale dallo stile lineare ed avvolgente

 
 La scrittrice e poetessa bolognese, romana d'adozione, Maria Rizzi
La scrittura nel testimoniare ora con profilo documentaristico e realistico, ora con spirito creativo, stralci di storie passate e presenti, vicine e lontane, reali e immaginarie porta con sé ricordi, emozioni in cui ritrovare stati d’animo nuovi o in parte già vissuti e in cui riconoscersi. Entro uno scenario che spazia dal romanzo al racconto, alla poesia, si muove l’attività di Maria Rizzi, nata a Bologna, laureata in Sociologia, e ben presto trasferitasi a Roma, appassionata di tutto ciò che ruota intorno alla cultura nel suo significato più alto. E’ attraverso la cultura che si riscopre la bellezza di storie, esperienze vissute e immaginate descritte nelle pagine di un romanzo o nelle liriche dove diventa facile lasciarsi cullare dal ritmo leggero e intenso dei versi poetici che conducono entro dimensioni emotive senza tempo.
Insieme al padre Nicola Rizzi, poeta stimato e di grande sensibilità, scomparso nel 2007, Maria Rizzi ha fondato, anche con la collaborazione di 13 soci, il Circolo Iplac  per dare ampia voce alla cultura e alle sue infinite potenzialità nel suggerire percorsi di crescita emotiva proprio attraverso la forza della parola scritta e poi declamata e letta, che cattura e affascina, incuriosisce e appassiona tra momenti di ansia e attesa, e altri di entusiasmo e nostalgia.
Maria Rizzi è un’autrice di successo capace con il suo stile lineare e avvolgente di coinvolgere il lettore attraverso storie ed emozioni che colpiscono e affascinano come si evince leggendo i suoi racconti e i romanzi noir di cui vanno citati: “Anime Graffiate” del 2012  giunto alla terza edizione per i tipi di Corpo 12 – Giallomania e “Il sentiero del mare” del 2016 (Pegasus). Anche le sue Sillogi poetiche hanno avuto riconoscimenti e consensi in diversi concorsi: tra le prime ricordiamo “Il coraggio di scegliere le ali” 1991 (Ed. del Leone), “I cancelli del vento” (Ed. Firenze Libri ) e poi anche i volumi quali “Aironi nel vento” (Menna Edizioni, 2001) e “Ombre di sogni” (Menna Edizioni, 2002). Sentimenti legati alla gioia di vivere, al bisogno di libertà insita nell’uomo, ma anche coraggio e capacità di  sapersi ascoltare, si rincorrono nei suoi versi, come anche il suo sguardo rivolto all’uomo sospeso tra gioie e smarrimento, cui non manca il coraggio di rialzarsi innanzi a sconfitte per rimettersi in gioco in questa vita di cui sfugge il vero e ultimo senso e dove resta la speranza a costruire un futuro di amore e libertà.
 
 Silvana Lazzarino al Premio Voci città di Roma
Accanto alla sua attività di scrittrice e poetessa Maria Rizzi in virtù dell’associazione Iplac si dedica attivamente all’organizzazione e promozione di eventi, incontri letterari e concorsi letterari come quello per la Città di Abano Terme. Scrive prefazioni di libri, recensioni e si dedica alla presentazione di libri di diverso genere promuovendo gli autori e dando loro attraverso la sua associazione un’ottima visibilità. Maria Rizzi ha intuito quanto la cultura sia fondamentale per apprezzare ogni singolo aspetto della vita di ieri e di oggi. Nei romanzi storici, di avventura, in quelli d’amore e noir e poi nelle poesie e nei racconti l’uomo può riscoprire realtà nuove e apprezzare contesti e aspetti del passato che appartiene alla storia e ancora  può riscoprire stati d’animo ed emozioni rimaste sopite per troppo tempo.
La cultura restituisce la bellezza della vita e questo grazie all’attività svolta da Maria Rizzi che ogni giorno con passione e impegno si adopera per promuovere e fare cultura attraverso romanzi, racconti, raccolte poetiche di diversi autori con grandi idee e progetti. Ecco l’intervista per la versione online de La Voce del Nisseno.
Come e quando inizia il tuo interesse per la scrittura?
Il mio interesse per la scrittura nasce sin da piccola, ma le poesie, le fiabe e i primi racconti sono rimasti per tanti anni nei cassetti.
Quando hai iniziato a scrivere poesie e racconti?
Le poesie sono iniziate prestissimo, l’amore per la prosa si è concretizzato dal 2001-2002 e mi è sembrato l’habitus che mi rappresentava meglio.
Il tuo primo successo. Ti ricordi quel momento e l’emozione che provasti?
Sinceramente non ho mai tenuto un elenco dei premi ricevuti, ma ricordo che il primo racconto “Tante piccole vite” ebbe riscontri notevoli e provai stupore e gioia.
Con tuo padre Nicola Rizzi hai fondato l’IPLAC e hai dato vita al famoso Premio Internazionale “Voci Città di Roma” che quest’anno è giunto alla Tredicesima edizione. Cosa rappresenta l’IPLAC  per te?
Iplac, acronimo di Insieme per la Cultura, rappresenta la volontà di mio padre Nicola di fondare un’associazione che non avesse fini di lucro, fosse distribuita su tutta la penisola per creare ponti e abbattere le barrire, che entrasse in sinergia e non in competizione con le altre realtà culturali e  fosse arricchito da un Premio di Poesia e Narrativa che si distinguesse da altri per serietà, professionalità e trasparenza.
Ti senti più poetessa o scrittrice di gialli?
Non mi sento poetessa. Ho saputo prendere le misure delle mie attitudini e non credo di volermi definire scrittrice, ma operatrice culturale. Ciò non toglie che amo scrivere e non solo in giallo, anche se ho pubblicato due romanzi di questo genere.
Qual è il segreto per scrivere un giallo?
Non credo esistano segreti, ma predisposizioni. Il mio primo romanzo, “Anime graffiate” era un giallo sociologico, il secondo aveva ritmi più serrati, da thriller. Io confesso di amare il primo in modo particolare…
Per i tuoi lavori ti ispiri a qualche autore in particolare, intendo per l’impianto narrativo e la costruzione della trama?
Non mi ispiro ad altri autori. Ho voluto fortemente scrivere storie ambientate in Italia, con protagonisti della Polizia di Stato.

Come nasce l’idea di creare un premio così ad ampio respiro quale “Voci città di Roma”?  Inizialmente quante erano le sezioni?
Le sezioni inizialmente erano quattro: poesie in lingua a tema libero; poesie in dialetto; Libro Edito di poesia e racconti.
La sezione dedicata alla poesia in metrica porta il nome di tuo padre Nicola Rizzi. Immagino perché lui sia stato un grande poeta con la passione per la metrica. Nei sonetti di tuo padre vi è tutta l’intensità della vita nelle sue diverse sfumature tra desiderio, malinconia, rinascita e attesa. Mi accenni qualcosa di tuo padre e della sua arte poetica?
Mio padre ha vissuto con la passione di scrivere e ha patito il lavoro in banca che gli tarpava le ali. E’ stato un uomo inquieto. Ha iniziato a scrivere a settant’anni, quando una maculopatia centrale gli ha tolto la vista, permettendogli di vedere solo ombre. L’ho spronato io. Fino ad allora trascriveva i miei scritti al computer e mi accompagnava a ritirare i premi. Gli ho regalato un pino nano dicendogli che doveva impegnarsi a farlo crescere non per noi, ma per se stesso. Sono riuscita a convincerlo e negli anni di ‘buio’ ha dato alla luce quattro libri. Il quinto l’ho pubblicato io postumo, solo per gli amici e i parenti.

Ha mai voluto che scrivessi in metrica? E se sì, quale la tua poesia scritta in rima?
Lui lo desiderava. Era convinto che avessi le potenzialità, in quanto scrivevo in settenari senza rendermene conto. Purtroppo l’endecasillabo non era nelle mie corde. Dopo il suo congedo sono riuscita, con l’aiuto di Canfora a scrivere delle poesie in napoletano in endecasillabi. Una è arrivata seconda a un premio. Mi sembrava di averlo tradito.

Tornando al Premio “Voci città di Roma” chi è stato il primo vincitore della prima edizione per la sezione poesia in metrica dedicata a Nicola Rizzi?
Il primo vincitore è stato l’attuale Presidente Roberto Mestrone, nel 2008. Scrisse una lirica che sembrava composta a quattro mani con il Cielo.

Ogni anno con questo Premio ed altri come quello di Abano Terme, porti avanti un lavoro molto impegnativo insieme ai tuoi collaboratori tra giurati e assistenti con cui valutate le opere in concorso e pianificate e organizzate le diverse fasi della premiazione. Al tuo fianco sono in questo splendido percorso sono nomi illustri del panorama letterario nazionale tra scrittori, poeti, critici letterari. Tra questi Roberto Mestrone presidente Iplac e presidente della giuria del Premio Voci, Sandro Angelucci, Laila Scorcelletti, Loredana D’Alfonso, Federica Sciandivasci, Sonia Giovannetti, Nunzia Gionfriddo, Roberto De Luca, Paolo Buzzacconi, Alberto Canfora, Aurora De Luca e molti altri. Siete una squadra molto affiatata e anche in occasione della recente cerimonia di premiazione dello scorso 3 giugno svoltasi a Roma al teatro Ambra Jovinelli, si è potuto constatare questa armonia tra di voi. Come ti trovi con i tuoi compagni di squadra? Vi sono momenti in cui magari non si è concordi per l’assegnazione di un punteggio?
Con il gruppo di Roma esiste un rapporto di fratellanza dimostrato dalla mole di lavoro che riusciamo a portare avanti. Senza complicità, intesa profonda e affetto non sarebbe possibile.
 Nel tuo metro di giudizio di solito dai più importanza allo stile e alla forma o al contenuto per l’assegnazione di un punteggio più o meno alto?
Nei concorsi dove svolgo il ruolo di giurata do importanza sia al contenuto che alla sintassi. Lo stile rende un racconto ricco di nerbo narrativo, originale, fantasioso.
La sezione “Borsa di studio Gaetano Piccolella” è stata istituita da quest’anno all’interno del Premio. A vincerla è stata Sara Campanella una ragazza del liceo classico Publio Virgilio Marone di Avellino che ha ricevuto i complimenti della grande poetessa Maria  Grazia Calandrone. Come nasce la scelta di inserire questa sezione che vuole avvicinare i giovani alla cultura rendendoli parte attiva?
La “Borsa di studio Gaetano Piccolella” nasce dalla volontà della moglie e della figlia di Gaetano Piccolella, socio fondatore, amico di mio padre e di tutti noi, che si è spento l’anno scorso. E’ un premio che la famiglia intende continuare a donare e che valorizza gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado.
La cerimonia di premiazione svoltasi lo scorso 3 giugno al teatro Ambra Jovinelli è stata un grande successo: e la cornice del teatro ha giocato un ruolo importante. Cultura a tutto tondo tra racconti, romanzi, sillogi di poesia, con le letture di Paolo Di Santo e Rodolfo  Vettor e le arie intonate dalla splendida voce della soprano Graciela Dorberssan che hanno restituito un’atmosfera magica davvero intensa ed emozionante, atmosfera fermata dagli scatti del fotografo e reporter Vittorio Bertolaccini. Che mi puoi dire a riguardo?
Le letture erano del nostro lettore storico Rodolfo Vettor, che ha letto anche tutte le motivazioni e di Paolo di Santo, che in nome del nonno lo ha affiancato. La soprano è stata interamente curata dalla mia compagna di viaggio Laila Scorcelletti, che si è adoperata per il premio molto più della sottoscritta. Graciela Dorbessan è un’artista internazionale che riempie qualsiasi sala con la sua meravigliosa voce e con una presenza scenica eccezionale.

La sala era piena. Grandi applausi per te, Roberto Mestrone, Laila Scorcelletti e per la soprano davvero impeccabile nell’intonare le arie di Bellini, Puccini, Mozart. E poi naturalmente applausi per i premiati. Puoi davvero essere soddisfatta di quanto realizzato. Come ti senti?
Mi sento fortunata. Abbiamo vari aggiustamenti da fare, ma in complesso la Cerimonia è stata un successo e l’Ambra Jovinelli era gremito. Non potevamo immaginarlo.
Vi è stata una certa presenza di giovani grazie anche alla sezione loro dedicata con la “Borsa di studio Gaetano Piccolella”. Un aspetto importante perché vuol dire che la cultura sta ritrovando anche spazio nella quotidianità dei ragazzi. Ti ritieni soddisfatta di constatare come questo Premio Voci di Roma stia crescendo sempre di più coinvolgendo anche i giovani?
Sì, il Premio intitolato a Gaetano Piccolella ha contribuito, ma con gioia abbiamo preso atto che erano presenti molti giovani anche nelle altre sezioni. La Cultura è nutrimento dell’anima per le nuove generazioni e sapere che scrivono ci rende fieri.
Mi ha colpito molto quando oltre a citare di tuo papà Nicola Rizzi, grande poeta in particolare per i suoi sonetti, hai parlato della presenza silenziosa, ma fondamentale per lui di tua mamma Ida: donna sempre presene determinante nel sostenerlo e incoraggiarlo nel suo lavoro e percorso artistico di scrittore e poeta. Quale è stato il rapporto con i tuoi genitori durante l’adolescenza?
Ottimo. Io sono molto simile a livello caratteriale a mia madre e con lei l’intesa e la complicità erano scontate; per mio padre ho sempre rappresentato, tra i quattro, la figlia che sapeva comprenderlo, proprio in virtù della complementarietà caratteriale.
Cosa porti dentro di te di quei periodi vissuti con loro? Cosa ti resta e ti accompagna sempre di loro?
Loro mi sono accanto ogni giorno. Vivono in un’altra dimensione spazio – temporale, ma non mi hanno mai lasciata.
SILVANA LAZZARINO  

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2 commenti:

  1. Ho conosciuto Maria Rizzi su Leucade e poi per telefono per quei molti o pochi contatti avuti. Credo di poter e voler esprimere il mio modesto pensiero su Ella. E' stata (oltre al n/s Timoniere) la prima o una delle prime ad accogliermi in modo più che caloroso su quest'isola letteraria ove godo (bontà loro) la stima di tutti: collaboratori ché frequentatori. Della mia cara amica Maria basterebbe solo questo dono/virtù dell'accoglienza umana e calorosa per definirla una persona speciale che ama molto e tutti e che si fa amare altrettanto molto anche per la sua umiltà, spontaneità espresse,nei suoi quotidiani rapporti con gli altri, con quella naturalezza che a me commuove. Si ricorda che Maria Rizzi ha rinunziato ad essere e a definirsi poetessa. e questo i lettori di Leucade come lo valutano?, se non pura e consapevole Umiltà specie nel contesto contemporaneo ove tutti siamo e/o ci definiamo poeti?. Volutamente tralascio le doti culturali ed artistiche, ma anche lì sa essere, da par Suo, speciale. Pasqualino Cinnirella

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  2. Ringrazio caldamente Nazario per ave pubblicato l'intervista di Silvana. Sono contraria a rendere pubbliche le storie personali, ma una donna meravigliosa come la giornalista Lazzarino meritava tale tributo. Ringrazio altresì, l'amico Pasqualino per il commento a dir poco lusinghiero. Mi sento in imbarazzo di fronte a complimenti simili, ma so che
    lui è un uomo sincero e posso solo abbracciarlo forte e regalargli tutta la mia emozione. Sono fortunata e ricca!
    Maria Rizzi

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