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domenica 22 luglio 2018

M. GRAZIA FERRARIS LEGGE: "SINFONIA" DI C. FIORENTINI



Maria Grazia Ferraris,
collaboratrice di Lèucade

Ho incontrato recentemente  a Sarzana Claudio Fiorentini, dove è stato premiato, e ho avuto così la possibilità di avere in regalo e quindi leggere per intero l’ultima sua fatica poetica Sinfonia (Ensemble edizioni).

Il titolo è emblemtico, scelto con attenzione e consapevolezza artistica (C. Fiorentini si esprime in un ampio spettro artistico: pittura, poesia, prosa, traduzione, voce radiofonica…);  si tratta infatti di una grande partitura poetica-musicale, divisa in quattro parti come i movimenti in cui si divide il testo: allegretto inquieto e pieno di domande; adagio rabbioso, constatazione e amore; andantino furioso e maturo; allegrissimo ostinato con fuoco, felicità e amore.
Un titolo che è anche una chiave di lettura, che ci permette di penetrare nella storia umana ed artistica intensa e varia, inquieta e plurale, problematica e generosa, così come lo è la vita autentica, quella di questo poeta vero.
Molti sono i temi che si rincorrono nella plaquette (natura, vita, poesia, amore, morte, intimità, divenire affannoso della realtà, drammatico mondo sociale…), ma la ripresa tematica nelle varie sezioni segna bene il mutamento della prospettiva, del punto di vista e rende questa lettura intrigante, originale, affascinante. Si torna necessariamente a rileggere, dopo aver percorso l’itinerario che il poeta ci propone in una lettura lineare…

Un esempio:  dal 1°movimento:

In quest’ora così marcia
così insulsa
così mestamente passabile
scrivo versi.
Non cerco poesia, ma nobiltà del tempo
Voglio che quest’ora non passi invano….

L’inquietudine, l’insoddisfazione  lo spingono alla ricerca problematica di sé e del senso della vita e diventano nel  2° movimento rabbiosa constatazione, che si mescola con faticosa, esibita, provocante  e malinconica confessione:

Sì, lo ammetto
sono geloso, invidioso, infido
traffichino, disonesto, volgare….
Però anche così son degno di vivere..
E riesco ad amare….

E nel 3° la parola poetica, l’espressione ormai collaudate, sicure,  si fanno orgogliosa e matura rivendicazione di autenticità:

Non sono come quelli che parlando
Si riconoscono nelle parole vuote…
Io sono altro
Un fiume in piena
Un torrente turbolento
Un grido di rocce  possenti…

Per acquietarsi infine-pensieroso e problematico-  nel 4° movimento, in un ritmo più sereno, disteso, condiviso, maturo:

Se fossi Dio chissà cosa farei veramente
Chissà se è giusto che io dica che cosa è giusto.
No, no…se fossi Dio non sarei io, ma Dio
Quindi resto io
E mi limito a fare la carità con un sorriso
A dare un pezzo di pane a chi non ne ha, quando posso

Un mondo che si schiarisce via via, un paradosso che si scompone pur ricomponendosi, un linguaggio di accettazione volutamente condivisibile, pur di grande connotazione personale. Un invito alla lettura.

Maria Grazia Ferraris





2 commenti:

  1. Maria Grazia Ferraris individua magistralmente il nucleo di questo poeta autentico, che io ben conosco ed apprezzo, teso, come lei dice, "alla ricerca problematica di sé e del senso della vita". Poeta che pone al bando ogni retorica e che, privo di enfasi, pratica la poesia come autoanalisi, come esperienza dell'uomo comune, dell'uomo della strada che cerca di essere semplicemente se stesso. Poesia che rifugge dagli effetti speciali e ricorre raramente, il più delle volte per puro sarcasmo, alla metrica tradizionale, pur essendone conoscitore raffinato ed esperto (in questa stessa silloge, se non ricordo male, compaiono un paio di sonetti). E' una poesia di conoscenza, la sua, poesia che definirei sapienziale, puntata sul mistero dell'essere, interrogativa e labirintica sul valore della vita, che paradossalmente diviene piena di senso laddove si rinunci a conoscerne il senso per vie razionali.
    Franco Campegiani

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  2. Leggo solo ora la graditissima lettura di Maria Grazie Ferraris e il commento di Franco Campegiani. Coincidenza non banale, la prima pubblicata il giorno del mio compleanno. Grazie di cuore a voi e a Lèucade... lunga vita a quest'ondeggiar di versi che ci vede uniti in un fermento di cui non conosciamo la fine... GRAZIE!!!!
    Claudio

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