Serenella Menichetti rinasce
affidando una storia di “Amore, gioia ed energia creativa” a endecasillabi che
cantano, suonano, incantano, e magnificano come una romanza di pucciniana
armonia. Ascoltate il coro a boca cerrada e ditemi se ho ragione....
RINASCITA
Mi sento spento, quasi
imprigionato.
Con gran sollievo lascio
Recanati.
Le membra porto nella Pisa dotta.
Per respirare versi e primavera:
costeggio il fiume, e giorno dopo
giorno
il pieno faccio di salute e
ardore.
E se un olezzo salubre di mare
sul volto giunge, assai mi
rassereno.
Sfilano le carrozze sul lungarno
Ed i cavalli vanno a passo lento.
Palazzi raffinati e monumenti,
gioielli immensi di inebriante
luce:
Grande torpore sciolgono
dall’animo.
In questa città di vita pulsante
bellezza ed armonia vanno a
braccetto.
Ed io le colgo come margherite.
E vivo e sogno, mentre l’Arno
scorre.
E creo di nuovo, in questo clima
puro.
Amore, gioia ed energia creativa
tornano a rifiorire in questo
prato.
La magica atmosfera, interra semi
in uno spazio che pareva morto.
Li sento mentre mettono radici.
E attendo.
Serenella Menichetti
Nel ringraziare Serenella Menichetti per la sua originale poesia..lascio le emozioni dell’endecasillabo al maestro Pardini e mi affido a un tema che mi è carissimo- Leopardi a Pisa-, nella bella Pisa che gli ha dato una serenità che mai ha conosciuto. Pisa: dove Giacomo inseguiva nuovamente il sogno a lungo accarezzato di lasciare Recanati. Un momento felice “ Sono rimasto incantato di Pisa per il clima: se dura così sarà una beatitudine…. Questo lung’Arno è uno spettacolo così bello, così ampio, così magnifico, così gaio, così ridente, che innamora: non ho veduto niente di simile né a Firenze né a Milano né a Roma; e veramente non so se in tutta Europa si trovino molte vedute di questa sorta. Vi si passeggia poi nell’inverno con gran piacere: sicché in certe ore del giorno quella contrada è piena di mondo, piena di carrozze e di pedoni: vi si sentono parlare dieci o venti lingue, vi brilla un sole bellissimo tra le dorature dei caffè, delle botteghe piene di galanterie, e nelle invetriate dei palazzi e delle case, tutte di bella architettura….Pisa è un misto di città grande e città piccola… un misto così romantico, che non ho mai veduto altrettanto …”.
RispondiEliminaGiacomo partecipava perfino a qualche seduta dell'Accademia dei Lunatici, scegliendo ironicamente il nome di “giraffa”: aveva trovato serenità e umorismo in quel clima cordiale! Un corto ma cruciale periodo, in cui il migliorato stato di salute e una maggiore disponibilità alle relazioni umane concorsero alla rinascita di quella 'vita del cuore', che dischiuderà le porte alla nuova poesia del mirabile ciclo poetico pisano-recanatese
Corre il tempo a riparo dei pensieri.
Scintillano i lungarni come dame al sole:
vi rivedo il contino Giacomo finalmente in pace.
Basta questo per ringraziarti, dolcezza
nel ricordo di memorie poetiche altrui.
Ringrazio Maria Grazia Ferraris per l'attenzione al mio testo e per le notizie su questo grande poeta che ha onorato la mia Pisa della sua preziosa presenza. Serenella Menichetti
EliminaConosco Serenella Menichetti come autrice versatile, curiosa di cimentarsi nelle varie forme della poesia..dal verso libero, di carattere intimistico, alla gustosa e rocambolesca filastrocca ( Le Filosuone- riuscitissime anche come ausilio didattico)..fino alle sguarnite innovazioni della NOE...sempre ricca di idee e di contenuti mai ripetuti e mai banali. Una poetessa, come suol dirsi, a tutto tondo, caratterizzata da grande humour naturale e profondo senso di umanità.
RispondiEliminaOggi mi trovo felicemente spiazzata di fronte a tanta dolcezza, anche nell'andamento del verso morbidamente classico, che incastona scenari reali in un tempo immaginato, e quasi vissuto, evocato dall'amore grande per il poeta di Recanati, nel cui animo la Poetessa sapientemente si cala. E oggi dico ancora una volta "brava" a questa Serenella che come per gioco scorrazza nell'immenso palazzo della poesia, portando ovunque il suo brioso spirito ricco di inventiva .
Con immensa simpatia, Edda Conte.
Serenella mia, in questa 'romanza', com'è stata splendidamente definita, ti superi e ci conduci in un viaggio verso il mondo di Leopardi, nel quale ti identifichi e per il quale canti, affidandoti al brio e alla purezza degli endecasillabi, il viaggio che il Poeta preferiva, quello nella Pisa dotta. Siamo tutti oltre la 'siepe', l'immenso lo narri tramite un sublime neo - realismo descrittivo e tramite un'ispirazione forte, che giunge alle fronde di ogni nostro cuore e le scuote con vigore e suggestione. La chiusa è miracolo. Si ferma il turbinio di immagini e si torna alla realtà dell'artista di Recanati. Con l'attesa di virgulti creativi che mettano radici... Attendo con te, Amica e incantevole Poetessa, seduta sul prato, nel sogno di un domani fiorito, di anime in volo, che ci accarezzino e ci tranquillizzino sul tempo che vivranno i nostri figli, i nostri nipoti. La storia torna e consente di aggiungere note al tuo magico canto...
RispondiEliminaMaria Rizzi