Lidia Guerrieri, collaboratrice di Lèucade |
-1-
Il vento, e questo sguardo
fragile nella luce di Gennaio;
così, senza difesa, ho
denudato
la sottigliezza bionda
delle mie ciglia all'aperta campagna.
Dio! Come mi è venuto incontro
il mondo
ridendo fra i colori! come
chiari
il fermo ruscelletto del
sentiero
di terra e ghiaia, e la corrente d'oro
slavato delle canne lungo il
fosso!
Mi ammiccavano il mare
trastullando
in scintillio di dita
le curve blu dell'Elba, ed un laghetto
bianco di stoppie sotto il gocciolio
pallido degli ulivi.
Non una voce o un passo;
né uno sparo sui colli o dalla
macchia;
in mezzo al campo d'ocra
appena arata,
gli ossuti rami di un fico
azzurrino
si annodavano in scarna indifferenza
al frullare di passeri,
tracciando
enigmi nella nostra solitudine.
-2-
...oppure, intercettare
dentro la mia polifonia quel
suono
che in ogni istante ha
orchestrato il tumulto
di questo cerchio che ancora
percorro
e seguirlo al di là dei miei
universi
fino alla pietra nuda
dov'è scolpito quello che io
sono!
Sarebbe il primo passo
sulla rotta
per approdare all'isola di
luce
che mi naviga dentro e mi
accomuna
a tutto il mare dell'umanità.
“ Eccomi dunque”,
potrei dire all'immagine nell'acqua.
“Questo io sono;
qui mi ritrovo e qui mi
riconosco!
Al di là della polvere,
degli acquitrini e di ogni mia
tempesta,
ecco... io sono luce!”
Pietà di quello che ero, compassione
di chi ancora è per strada, la
certezza
che di vivere sia valsa la
pena.
-3-
Viene, leggero come un sogno
estivo,
il vento dell'amore
dall'oscuro
di profonde regioni, e schiara
l'aria.
Ti sorprende, talvolta,
silenzioso
come alito di viole al primo
sole,
altra, è lama di tuono
e il suo frastuono è
disorientamento,
che ti scuote e ti guida
per vergini, antichissimi
sentieri
oltre le ore slavate e banali,
oltre i pensieri e le rughe
del tempo.
Giunge l'amore, luminoso e
lieve,
chiudendosi alle spalle
vecchie porte
per aprirle su nuove
primavere.
E mentre colma le ciglia di
stelle
e snebbia gli orizzonti,
rapido passa il vento
dell'amore
come la brezza di una notte
estiva.
-4-
Il vento graffia
corrucciato l'uscio;
cerca antichi pertugi,
ma più non trova vie per farmi visita.
Tenta di persuadermi, a volte, in nome
di certe vecchie storie fra di noi
quando la confidenza era continua
nei lunghi giorni lividi
in cui l'Inverno saliva dal mare
a mordermi le mani
ed i miei sogni erano frutti acerbi.
Fatti passati, ormai!
Se li è ingoiati il tempo
col vecchio sillabario di vapore,
e tutto quel che ho amato.
Superstite, galleggio in questo nuovo
tepore dove al largo mi trascinano
esuvie di ogni cosa.
E una lenta risacca
di sfinimento, ecco mi raggiunge!
una stanchezza quieta
come di stelle che, arrese, si spengono.
cerca antichi pertugi,
ma più non trova vie per farmi visita.
Tenta di persuadermi, a volte, in nome
di certe vecchie storie fra di noi
quando la confidenza era continua
nei lunghi giorni lividi
in cui l'Inverno saliva dal mare
a mordermi le mani
ed i miei sogni erano frutti acerbi.
Fatti passati, ormai!
Se li è ingoiati il tempo
col vecchio sillabario di vapore,
e tutto quel che ho amato.
Superstite, galleggio in questo nuovo
tepore dove al largo mi trascinano
esuvie di ogni cosa.
E una lenta risacca
di sfinimento, ecco mi raggiunge!
una stanchezza quieta
come di stelle che, arrese, si spengono.
-5-
E così te ne vai
anche sapendo che ti vorrei
ancora
nonostante i tuoi inganni;
si sciolgono le dita
e non c'è come io possa trattenerti.
Vicina, già ti sento
allontanarti
come il vento che vola sulle
siepi
e passa oltre; e tu mi volgi
il viso
quasi fossimo estranee;
pure ne abbiamo fatta strada
insieme
cadendo e consolandoci;
quanti silenzi abbiamo
condiviso!
quante volte ci siamo trattenute
a contare le stelle, noi due
sole
immerse nella luna! Ed io ti
ho amata,
ti ho amata, tanto, vita!
Ed in nulla ti ho mosso mai
rimprovero.
Ma te ne vai in leggiadra
sicurezza;
mi sfumi accanto e non ti
trema il passo
né la tua bella fronte alcuna
ruga
di pena per me incrina.
Te ne vai indifferente,
come quello che ha assolto il
proprio compito
e quasi con sollievo taglia il
filo.
Grazie per questo mio nuovo approdo in Leucade, Professore :-)!
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