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lunedì 13 maggio 2019

NAZARIO LEGGE: "CRISTALLO D'AMARO" DI M. DEI FERRARI

Marco dei Ferrari,
collaboratore di Lèucade


Un sentimento di forte identità ontologica prende il poeta, che, uomo tra gli uomini, riflette, pensa, e conclude; si chiede insomma con spirito pascaliano: chi sono? Quale il mio destino? Questa ultima tappa della mia storia quando avrà fine? Una tappa che si accanisce, come succede abitualmente, sulla precarietà di un essere legato al tempo da accorgimenti momentanei. Un sentimento, dunque, di redde rationem, di conclusione, di bilancio.
Un’amara considerazione sul quando e il dove che ci riguarda tutti quanti. Ma il poeta ha questa palpabile virtù: tradurre uno stato d’animo in poesia; in una lirica che segue docile i dettami del suo compagno di sempre per donargli versi di rara valenza umana. D’altronde siamo tutti su un vascello che si dimena in mezzo alla tempesta; l’isola è vicina; il tempo che ci è stato concesso da Thanatos scade giorno dopo giorno mentre noi “(Saluto) Salutiamo un cristallo nel bicchiere opaco/ piccoli orpelli dolcetti di lacrime/con borsa in plastica bianca e manico arancio/Fashion Café sta chiudendo...”. Non è detto però che il tempo non ci conceda un attimo di tregua per ripescare un’immagine a noi cara: l’unico mezzo per fregare la morte è ricorrere al nostro patrimonio di memorie; al nostro vissuto per allungare la vita. 

Nazario Pardini



CRISTALLO D'AMARO

Cristallo amaro
arso in gola logoro
quotidiano in dettagli di ore
sepolti a risorgere forse
faticosi passi per farmaci fatui
terapìe senza gloria...
si spengono luci una ad una
rigurgiti di confuse macerie duellanti
su scintille ordinate in disordine
tra rovine distorte che pensieri e memorie
rovistano scontando flagelli bui
ombre assillanti a sconnettere
logiche ansiose in flussi e riflussi improvvisi.
Il grande assente preme angoli
spazi ridotti modellano pazienti
impazienze... ora chi sono?
perché il dove del quando?
Saluto un cristallo nel bicchiere opaco
piccoli orpelli dolcetti di lacrime
con borsa in plastica bianca e manico arancio
Fashion Cafè sta chiudendo...

Marco dei Ferrari             

4 commenti:

  1. Ma che bella! e che lettura! Grata a entrambi!!! Fulvia Rita Fazio

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  2. Ammiro molto e condivido l'interpretazione e l'umana condivisione del commento di Nazario Pardini per il testo Di Marco dei Ferrari; pertanto a questo mi associo.
    "Cristallo d'amaro" è una poesia di notevole spessore, un dettato poetico che pur nel soggettivo afferma il senso della universalità, lo stupore dell'uomo che si trova a vedere- a sentire- che il "suo" "Fashion Cafè sta chiudendo".. Eppure non è la drammatica chiusa che colpisce il lettore in mezzo al petto. C'è, prima , tutta una preparazione, quasi in crescendo, nella composizione che stavolta il Poeta ci offre con la nudità del significato lessicale di ciascun verso. Qui Marco dei Ferrari non gioca a nascondino con la parola,il pensiero ci arriva diretto nella sua sofferta chiarezza :-faticosi passi per farmaci fatui/ terapie senza gloria- dice.
    Questa la disperata affermazione che con il "cristallo amaro arso in gola"...i pensieri "flagelli bui".....le "ombre assillanti...in flussi e riflussi improvvisi" ...delinea una escalation fino al grido di drammatica e universale entità...:"Chi sono? / perché il dove del quando?"
    Il grido infatti conclude e rafforza il senso di amarezza insito nella delusione di quelle luci che si spengono "una ad una" , ma è anche la domanda gridata verso il Nulla, domanda che non può avere risposta se non quando i giochi son fatti.
    Edda Conte.

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  3. La parola poetica sa trasformare il pensiero, anche annichilente, in poesia, sa dare alle emozioni e alle passioni individuali il valore di un sentimento universale, da condividere umanamente e questo è l’autentico dono che l’Autore possiede in proprio, in modo originale. Sa esprimersi con una successione potente di ossimori, a cominciare dal primo, il titolo, che è contemporaneamente sinestesia e metafora e offre la chiave della lettura.
    “Si spengono luci una ad una”… si chiuderà anche il Fashion cafè… : rimangono i quotidiani dettagli, i passi faticosi, le macerie confuse- i segni di una vita pur vissuta- che tentano di ridare, duellando, un ordine al disordine che è l’essenza stessa della vita. Non ha senso cercare terapie e farmaci fatui che possano illuderci. Non ha senso chiedersi in extremis chi siamo, il dove, il quando…: si sta chiudendo. I conti son fatti e non tornano mai. Sorridiamo: “dolcetti di lacrime”: un invito senza illusioni, ma non disperante, di antica classica saggezza.

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  4. Un sincero grazie per le riflessioni pervenute che ho letto con grande attenzione e che ritengo molto utili per ogni approfondimento sulle tematiche in questione.

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