Marco
dei Ferrari propone oggi una composizione di sottesa angoscia che però, grazie
alla Poesia, si fa riflessione etica
prima che storica. I versi, di indubbio interesse anche stilistico
sollecitano il lettore attento ad una aperta partecipazione. La cadenza
metrica, quasi un batti e leva in
un solfeggio, scandisce una musica triste, ed è
ciò che colpisce alla prima lettura.
Questa
composizione è una delle più tipiche del Poeta che, con acuta sensibilità ed
intelligenza, indaga la paurosa realtà della società odierna. L'incipit è un
annuncio di tragedia e apre una lunga serie di visioni apocalittiche in cui non
è difficile riconoscere i passi di una realtà del nostro tempo, vissuta o
temibile.
Marco
dei Ferrari ricorre ancora una volta al suo criptico linguaggio come per voler
nascondere , anche a se stesso, quelle tragiche verità che si affacciano tra le
parole. E' lo scrittore amante della
Storia che ricerca negli eventi le cause scatenanti, come umane
motivazioni. Leggiamo un quadro animato
da impressionanti costrutti:
"acque
rosse di stragi.."," pianti di Italia trascinando catene", " calvari senza croce" "bimbi e nonni tra smemori polveri" , "piazze inquinate per lapidi imbratti
da libri truffati" , "visioni
vissute in obliqui serpi e
topigli".... Tutto è visto come "effimere glorie suicide" a cui
non si può che aggiungere un "Amen" dolente.
E'
forse qui che si trova il clou del pensiero
del Poeta, un pensiero a" Ruota Libera", come un annunzio di una
"caduta" libera per un mondo dove si è perso persino la spinta più
importante a risalire: ribellarsi, perché è ormai "superno apparirsi inferno a libertà
sepolte."
E'
infatti la mancanza di aspirazione alla libertà il segnale della vera
decadenza.
RUOTA LIBERA
Salmi
salmastri
su
acque rosse di stragi corrose
lupus
homini imperium
apocalissi
si accettano
defunte
umanità in saldo spazio
turismi
per caso tra solari batteri
di
salvezze future presunte
lux
pontifica pianti d'Italia
trascinando
catene di gente dolente
che
soffre calvari senza croce
bimbi
e nonni tra smemori polveri
su
piazze inquinate per lapidi imbratti
da
libri truffati
dogmi
senza miti a rinascere
quotidiani
caotici per città e paesi
visioni
vissute in obliqui serpi e topigli
fogne
di mondo giaciglio
circondano
effimere glorie suicide
Amen
sprofondo tra fiori e sterpagli
sacri
profani si sruotano abissi
per
rivelarsi profondo scompiglio
tra
saggezza e follia
incubo
d'incubirsi supremi
superno
apparirsi inferno
a
libertà sepolte.
Marco
dei Ferrari
Un ritmo sincopato per rappresentare una realtà drammatica e a tratti insensata. Saggezza e follia si avvicendano senza confini certi. Di cosa parla il poeta? Del suo mondo interiore o della realtà che ci circonda? Forse di entrambi,perchè nell'interiorità di ciascuno di noi si riflette il mondo esterno: e l'angoscia che assale il Poeta è il riflesso di una società angosciosa che richiede tutto il nostro impegno per essere trasformata e umanizzata. Il Poeta, con il suo estremo grido, assume il compito di denunciare e di esprimere il dolore del mondo.
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