Raffaele Carrieri è
nato a Taranto nel 1905; ebbe una giovinezza avventurosa; prestissimo abbandonò
gli studi, la famiglia gli agi della sua casa. Vagabondò per l’Europa
esercitando un po’ tutti i mestieri: a Parigi patì la fame;in Sicilia fu
gabelliere. A Milano cominciò a scrivere per i giornali e pubblicò le prime
novelle senza firma. Partecipò a tutti i movimenti d’arte del Novecento, e i primi versi furono
appunto ispirati ad uno dei nostri pittori più estrosi: il Poemetto a Campigli
apparve nel 1942. La seconda raccolta, che gli avrebbe assicurato la fama di
poeta, prende argomento dalle sue esperienze siciliane e si intitola
Il lamento del gabelliere. Così lo delinea G. C. Vigorelli: “la poesia di Carrieri è di
intonazione drammatica. Dopo tanta poesia problematica, questa fa i conti con
l’uomo senza troppe illusioni: qui l’uomo è quello che è, può essere
indifferentemente un povero diavolo come tanti, o un figlio del sole come
Rimbaud”. E’ morto a Pietrasanta nel 1984.
HO
UN ANGELO CHE MI GUARDA
Ho
un angelo che mi guarda
dietro
la spalla stanca.
Un angelo senza bilancia
che
non pesa la mia giornata.
Un
angelo che non mi condanna
quando
la rosa ferisco1
quando
fuggo la speranza
quando
batto la fronte
sulla
pietra del disinganno
quando
inganno la morte
con
rondini di carta.
Ho
un angelo che mi salva
dietro
la spalla stanca.
1Quando la rosa ferisco… quando ferisco ciò che
è debole e bello (la rosa)
Di grande impatto emotivo ed espressivo questa lirica, che come sottolinea il magistrale Nazario, non ricorre ad artefici semantici, nè a figure retoriche. Versi che danno alla saudade un potere quasi magico. Si snodano immagini che trafiggono e che inducono a riflettere sulle figure che 'ci salvano' ogni giorno, che continuano a 'viverci' accanto, che esistono nei ricordi, nel presente e nell'avvenire. l'Autore è sato un grande esponente della letteratura e la poesia acquista quasi valore profetico... Basta pensare alle espressioni:
RispondiElimina" quando inganno la morte
con rondini di carta".
Un ricamo di luce e di dolore. Grazie per tanto tributo e per il valore della memoria...
Maria Rizzi