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domenica 4 agosto 2019

GIOVANNA DE LUCA: "MARE"


MARE

Ai bordi pietrosi dell'acqua,
in un luogo di mare.

Dinanzi, la cara figura immersa alle caviglie
nel gioco bambino di spruzzi.
C'è un grande silenzio. È l'ora del giorno
in cui tutto prende riposo: il cielo velato,
le automobili ferme, il giovane
poco distante insegue le spire
della sua sigaretta.

E io?

Io ti guardo, mare,mare
tranquillo di lieve sciacquio.
Sembri fatto,così a me vicino,
di brevi conche che riflettano il cielo.
Tu sei un'infinita sequenza di palmi
che vani raccolgo nei miei, a
scrutare il mio volto riflesso.
Esso cambia a ogni moto,
è luce e penombra, è limpido e oscuro.
Ma l'attimo passa e mi scivoli via tra le dita.
Ti riprendo e mi sfuggi, mi ritrovo e mi perdo.

Chi sono?

Il lento cullarsi del mare è apparenza, è sostanza?
Acqua, acqua, acqua soltanto

                                                                             © GdL

2 commenti:

  1. Un cantico al mare, denso di pathos, immaginifico, iperverbale, eppure musicale. Un ritorno al grembo? Nel leggerlo ho avuto la sensazione che fosse così...
    Maria Rizzi

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  2. Sempre il mare ha suscitato in me la sensazione del ritorno, di qualsiasi ritorno, perché l'onda ritorna alla riva...e rifugge.Così niente è certo e definito, nella vita. Grazie per le sue parole

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