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sabato 14 settembre 2019

MARCO DEI FERRARI: "COMPENDIO FINALE"


COMPENDIO  FINALE

 
Marco dei Ferrari,
collaboratore di Lèucade
Carrozzelle filanti
tra pappagalli... galline... zebre...cinghiali..
gabbie gemelle di libertà
attendono...
guardiani infermieri operatori medici
vegliano un giorno immobile
signore e signori terapie 
di vita concesse per oltre
contendono..
fuori snoda diritti e doveri il filo
dentro luminoso illusorio Centro
speranze alimenta di parenti e amici
fuori la campana ore rincorre veloci
dentro albe-tramonti lenti senza corse...
sottendono...
allora rigoglio di esistenze operose
ora fragili minimali vegetanti
di Natura fuscelli
impietose zavorre tra corsie e letti blindati
compendiano...
inconsce immagini senza nome né colpa
lamenti... silenzi... bisogni... tormenti...
nella Struttura totale
Tempio supremo
di elevato finale...

Marco dei Ferrari



2 commenti:

  1. Questa composizione di Marco dei Ferrari colpisce doppiamente il lettore: per la particolarità del dettato poetico e per la coscienza di una realtà estremamente dolorosa. E' un messaggio abbastanza chiaro: un quadro di disumanizzazione in una realtà che nei primi versi appare esagerata e quasi impossibile. Sono carrozzelle " in fila" tra pappagalli...zebre...cinghiali..; siamo dunque in uno zoo? tra animali in gabbia in attesa di libertà? Ma poco sotto i versi portano ad altro ambiente, ad altre figure ad altre situazioni.." Signore e signori terapie/ di vita concesse per oltre/...
    Il paragone sottinteso ci apre l'animo all'angoscia...; siamo in una specie di serraglio dove esseri umani una volta "rigoglio di esistenze operose" ormai ridotti a " fragili vegetanti" attendono.. Che cosa attendono?
    Ce lo dice il titolo di questa composizione drammatica, straziante.
    In un ambiente che un'espressione di inequivocabile disinvoltura- quasi amaro sarcasmo- definisce " luminoso illusorio Centro", sotto la vigilanza di guardiani infermieri operatori medici, quegli esseri umani- impietosa zavorra- vivono un tempo vuoto , immobile, vivono un "Compendio finale"! Quale girone dantesco potrebbe esprimere un dramma umano con uguale efficacia?
    Fuori c'è un mondo con diritti e doveri,c'è una campana che suona a misurare il tempo...ma dentro la costosa "Struttura" non esiste né tempo né persona né identità ..solo silenzio e lamenti...
    Il Poeta conclude con tre versi brevi come singhiozzi:
    ..nella Struttura totale/ Tempo supremo/ di elevato finale..
    Leggo questi versi dell'amico Marco dei Ferrari con sincera partecipazione ad una situazione dolorosa, da lui profondamente sentita e con tanto trasporto descritta fino a farne autentica poesia.
    Edda Conte.

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  2. Ringrazio vivamente Edda Conte per la sua elevata riflessione proso-poetica che ha analiticamente evidenziato le intense ferite di una condizione umana "surreale" se non fosse reale.
    La logica "del destino" (che non è la nostra) agisce senza remore né ripensamenti, senza spazio né tempo, ma solo in se stessa (a quanto se ne può sapere) quale custode autonomo e anonimo del nostro esistere.

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