Il ricavato
delle vendite sarà devoluto interamente in beneficenza a favore dell'ANGSA
(Associazione nazionale genitori soggetti autistici) per volere della poetessa,
che è impegnata nel sociale.
Sandro Angelucci, collaboratore di Lèucade |
PRESENTAZIONE SASSI ROSA DI MAPI
“…ti
attenderò nel tuo giardino /e nei parchi della vita / mentre la tua bocca, / culminata
la parola / si empirà ai tepori miei / e sfiorerà le mie fragole di seta…”: sono immagini e similitudini che
costruiscono sensazioni tattili, che investono i sensi partendo dalla parola;
voglio dire che la parola si fa sapore, colore, calore, e questo è proprio
soltanto della vera poesia erotica.
Si, Eros allo stato puro, da Cantico dei cantici, come manifestamente
testimoniano i versi che seguono: “La tua
bocca è sorpresa / come un geranio nella foresta / le tue dita attendono il mio
cuore / ancora scrigno / che non
pronuncia / la magica parola.”. Non
occorre chiedersi quale essa sia: è già espressa - come detto -, è già
avvertita in modo coscienziale come proveniente dalla sfera sensoriale dello
spirito.
Occorrerebbe, tuttavia, chiarirsi
meglio sull’ambito in cui lo spirito (l’anima, l’altro da sé: non importa come
definirlo) si trova ad agire. Personalmente ritengo si tratti di uno spazio di
competenza che investe tutto l’essere; l’unità - intendo - di sostanza ed
essenza.
Come potrebbe, Mapi, se non fosse così,
scrivere: “…la mia sensualità / è magia
ancestrale / eleva il culto / feconda la terra…”; come potrebbe dare inizio
“al rito perpetuo / della seduzione.”
se non fosse “selvaggia e dolce” nello
stesso tempo? Ci riesce perché siffatto è anche l’amore (l’Eros): selvaggio
perché dolce e dolce perché selvaggio.
Non
siamo noi a dover assorbire la vita ma la vita ad assorbire noi; la vita è
TUTTO e chi ama la Vita è acqua che scorre con lei, è terra, è cielo, è Sole…e
parole dalla vita dettate.
Parafrasando la Nostra: se si danza col
vento non si ha un’età, non si ha solo un cuore ma uno per ogni attimo; si è
innocenti, scaltri e saggi come lo sono i bambini; si appare e si scompare come
le stelle del cielo che abitano anche i nostri corpi.
A questo punto, credo non possa più
essere fraintesa la carnalità (tra virgolette) che caratterizza la poetica
sottesa a Sassi rosa; vorrei tuttavia
ulteriormente precisare ribadendo che nel testo i sensi sono al contempo
terreni e ultraterreni, che la prerogativa dei versi che li esprimono è la
capacità di eccitare, nel senso latino del termine: ossia di “tirare fuori” la
castità e la profondità dell’eros. Non, psicanaliticamente, dalla freudiana
Libido ma ancestralmente ed originariamente dall’anima, dall’io recondito e
pulsante d’amore.
Non uno dei tanti libri di versi
amorosi, dunque, questo di Mapi; non poesia tipicamente femminile ma
femminilità della poesia, e neanche femminilità tout court ma - se mi è
consentito l’ossimoro - virilità nel rendere, nell’esternare dolcezza.
“Quando
tornerò ragazza / e mi guarderai come polpa stillante / non mancherà / chi non
assaggerà / il frutto proibito del mio
giardino…”: è l’incipit del
testo che chiude la raccolta e, valendomi del quale, mi accingo anch’io a concludere.
Quando
tornerò ragazza - questo
il titolo - è la chiara dimostrazione di quanto sopra sostenuto: certezza, non
vaga ed idilliaca aspirazione. Forza primigenia e impavida di chi “non (ha) andamenti pomposi” ma un’interiorità che ha il sapore e “la fragranza primitiva / del pane”.
Voglio augurarmi - ma ne sono convinto
- che queste cascate di versi d’amore scendano sul coinvolto e compreso lettore così come io li ho sentiti scorrere sulla pelle e
sul cuore.
Sandro Angelucci
Complimenti per la recensione!
RispondiEliminagrazie infinite a Sandro Angelucci per la sua recensione e a Nazio Pardini per la pubblicazione
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