Daniela
Quieti. Cronache di Letteratura inglese.
Dall’angelo ribelle a Frankenstein. Ibiskos.Ulivieri. Empoli. 2019
Daniela
Quieti, scrittrice di successo, versatile e proteiforme che non ha escluso dal
suo curriculum nessun tentativo scritturale, toccando con la sua sagacità ogni
tematica dello scibile, con questo testo affronta un vastissimo contenuto letterario che da John
Milton si estende fino a Walter Pater, L’arte
per l’arte. La scrittrice, sulla cui sagacia narrativo-filosofica ho avuto
occasione di scrivere più volte, è dotata di una forza linguistica unica e
personale che sa spicciolare gli
argomenti più complessi in schizzi interdisciplinari, fluidi, organici e
compatti. Sta qui la sua versatilità, nell’affrontare con piglio sicuro, qualsiasi
argomento; sviscerare ogni angolo della sua passione in vaste monografie che
potrebbero, senza dubbio, essere inserite in corsi di studio universitari e per
forma e soprattutto per novità epistemologica. Quale è il genere che non ha
intrapreso Daniela con le sue plurime ricerche? Poesia, narrativa, saggistica,
letteratura, filosofia, storia… Ed ogni suo testo non si limita a trattare il percorso indicato
da un titolo, ma si amplia, connette, va
oltre, fino alle radici, fino alle motivazioni laterali e collaterali, dacché la sua cultura è tanto vasta che
nessun titolo può frenare la sua abundantia cordis, il suo acervus sapientiae. In
questo caso la scrittrice percorre una strada familiare; quella della letteratura
inglese che per anni ha insegnato in ogni ordine di scuola. Ma credo che sia
determinante ricorrere a ciò che il risvolto di quarta riporta sulla sua
prestigiosa attività scientifica: “docente di lingua e letteratura inglese,
giornalista pubblicista, è presidente dell’associazione Logos Cultura e direttore
responsabile dell’omonimo periodico. Cura rubriche culturali per alcune testate
e una emittente radiofonica… Ha pubblicato i libri di poesia I colori del parco, Cerco un pensiero, Uno
squarcio di sogno, L’ultima fuga, Il reale e l’immaginario; di
narrativa Altri tempi, Echi di riti e miti, Quel che resta del tempo, Atmosfere,
Dal mito alla storia, Cupido nella rete; di saggistica Francis Bacon La visione del futuro, La travolgente domanda, Cent’anni
di Prufrock, Grendel e il Poeta Da Beowulf a Shakespeare, oltre a volumi collettanei…”. Mi piace riportare un
lacerto di un mio scritto sulla silloge Il
reale e l’immaginario, Pegasus, 2018,
inserito in LETTURA DI TESTI DI
AUTORI CONTEMPORANEI, VOL. V, di prossima pubblicazione, per i tipi di The
Writer Edizioni, per rimarcare la profondità dei suoi patemi esistenziali e la complessità vicissitudinale del suo animo:
“… Sta lì l’inquietudine del vivere, il
malum vitae, quello stato di perenne
insoddisfazione che è l’alimento primo della poesia. D’altronde la vita è fatta
di melanconici richiami, di mancata quietezza per volere del destino. E quello
che noi percepiamo è il dolore di un’assenza, la fuga di un attimo nel
resoconto dell’insieme. E ciò che al momento ci appariva eterno per la sua forza erotico-passionale, per la sua bellezza
contemplativa, alla fine ci risulta gracile e momentaneo, dacché tutto scorre
con tale velocità da non poter guardare mai in faccia il presente. Ma il fatto
sta che la poetessa naviga, risoluta, fra mareggiate e trabucchi, fra onde
perigliose, con una barca carica di fonemi e stilemi pronti a soddisfare le
richieste del canto. Ella conosce la
fragilità del tempo e della vita; conosce la precarietà di quella imbarcazione
ed è per questo che si attrezza per ogni evenienza; remi robusti e bussola in
mano che simboleggiano i ritmi e la padronanza della narrazione poematica: le
immagini si fanno sempre più ricche e abbondanti, plurali e polivalenti;
tornano a vivere con audacia e forza emotiva, sembra dicano: “siamo qui, in te,
come mai, figlie di una realtà vissuta insieme. Tocca a te darci freschezza e
rinnovata energia”. E’ così che nasce la poesia, da quel bagaglio di visioni
cui attingere per rinascere. Il reale è
sempre qualcosa che in poesia attende il riposo dovuto, per tradursi in simboli
che richiamano tempi e luoghi del nostro esistere. E qui tutto è sincronico,
tutto scorre sotto i nostri occhi con dovizia di figure; di certo non è una
poesia vicina alle sperimentazioni di positura prosastica questa di Daniela. Al
contrario una versificazione che tiene di conto delle misure, delle euritmie,
dei sinestetici allunghi per andare
oltre la sintassi canonica, visto che la poesia pretende sempre qualcosa di
più; quel qualcosa che ti rende unico negli assalti all’inverosimile….”, dacché
scoprire l’intelaiatura degli slanci poetici
significa entrare nelle corde più vere di uno scrittore. Quindi
dedichiamoci ora alla lettura di tanto sapere: CRONACHE DI LETTERATURA INGLESE DALL’ANGELO RIBELLE A FRANKESTEIN.
E ci imbattiamo subito in l’Angelo ribelle di Milton, in La fine del Rinascimento e l’Età Puritana in
Inghilterra, per giungere attraverso il Romanticismo,
a l’arte per l’arte in Walter Pater in
cui si codifica una affermazione inconfutabile “In Pater, il rifiuto
dell’utilitarismo materialistico fine a se stesso coesiste insieme alla
presenza di un esasperato aspetto emozionale della percezione romantica dei
sentimenti, per cui l’arte è tanto più vera quanto più riesce a originare
intensità emotiva…”. D’altronde cosa è mai l’arte, quella di Picasso, di
Puccini, di Pascoli… se non che un travaso di emozioni in una forma che lo
contenga, e che susciti altrettante vere emozioni.
Nazario
Pardini
Desidero esprimere la mia più profonda gratitudine al carissimo Prof. Nazario Pardini per l’affettuosa accoglienza e per l’emozione che mi ha donato su Leucade con i suoi pensieri e la sua cultura, e per aver voluto onorare con il suo splendido commento critico il mio saggio "Cronache di letteratura inglese – Dall’angelo ribelle a Frankenstein", individuandone con sapiente attenzione, competenza e disponibilità gli spunti di riflessione e le radici della mia ricerca umana e letteraria.
RispondiEliminaMi sento felice e orgogliosa per l’amicizia che porto nel cuore e per il tempo prezioso dedicato alla mia opera, e porgo, insieme ai miei infiniti ringraziamenti per la squisita gentilezza, i miei più calorosi saluti con i migliori auspici di buon lavoro e di tanta felicità. Aff.ma Daniela Quieti