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venerdì 31 gennaio 2020

EDDA CONTE: "L'ISOLA" RACCONTO

Fantasia:
Nell'anima dolente
 la mente mia ti nega
la stringe una tempesta nuova
e mi allontana...
ma tu resta!
nei tormentosi sentieri
imperiosi alla vita
una calma agguerrita spalmerai
per germogli nuovi.



L'Isola

Intorno alla lampada che brucia odori intensi nella fusione del fumo  dei rispettivi sigari, i due scambiano banali chiacchiere......
Niente li unisce, eccetto quel viaggio che in definitiva non ha nemmeno le stesse finalità. Ognuno  ha una specie di sogno che sente il bisogno di spiegarsi,  quasi un'ossessione  di cui però  nessuno di loro ha fatto parola al momento della partenza per....l'avventura .
Definiscono così il loro viaggio per mare.
 Visitano isole e isolotti, incontrano gente e gustano odori e sapori di terra e di mare, ma di comune accordo su nessuna isola finora hanno sentito il desiderio di fermarsi oltre la sosta.
Finché un giorno- nelle ore del meriggio- un uguale impulso li spinge ad accostarsi ad un' isoletta .
Approdano. 
............
E' un territorio davvero insolito: coperto di felci, alte e folte, segno di grande umidità...;  al primo sguardo nessun segno di vita.
Dotto e Scrittore avanzano attenti e muti: è tutto da scoprire.
 I colori sono solo due: verde al suolo e azzurro tutto intorno: mare e cielo. Nell'aria un silenzio leggero, come fatto di respiri, forse del mare, che vive di vita propria..., infatti la distesa azzurra, pur senza un movimento, regna sovrana tra cielo e terra.. 
Tuttavia quel silenzio è sospetto per i due che non osano turbarlo.  Si guardano intorno .....ciascuno interroga le proprie conoscenze....
Si affacciano immagini e pensieri, letture antiche e studi, giorni di scuola  nutriti di domande ....il mito, la fantasia è con loro.
Si inoltrano.
Sentono intorno alle gambe  il fastidio delle alte felci , così umide che sembrano proprio bagnate, come se fosse appena passata la pioggia. Ma il sole è ancora alto nel cielo,  è caldo e brillante.
Tutto troppo strano, pensa Scrittore, e a voce alta:
-Che sia questa l'" Isolachenoncè?."
Dotto risponde con un borbottio incomprensibile.
Lui sta pensando a certi fenomeni che proprio in quel punto si  sono verificati, ma non vuole allarmare il compagno.
All'improvviso il silenzio è rotto da un rumore che sembra arrivare da lontano, nell'aria...
Battito d'ali.....in fila e in cerchi ecco comparire nel cielo una moltitudine di uccelli. Volano sull'isola, ali aperte che quasi si toccano le une con quelle dell'altro...
I due uomini, con il capo in aria, sono frastornati.....tutti quegli uccelli- forse gabbiani o albatros...o  altro- quasi oscurano il cielo, continuano a volare in cerchio intorno all'isola, senza emettere nessun verso.
-Non atterrano...,dice Dotto, come parlando a se stesso . Anzi, in voli sempre più stretti continuano a volare sopra  di loro...
Infine , quasi seguendo un preciso ordine prestabilito, gli uccelli scendono sul lido e lì si  fermano, chi sopra uno scoglio chi galleggiando sull'acqua. ..e sono tanti...tanti fin dove arriva l'occhio.
Dotto e Scrittore osservano .....poi, facendosi largo  tra le alte felci  tornano  verso la spiaggia, curiosi di vedere da vicino  quel gran numero  di uccelli senza voce....
Gli uccelli non si curano della loro presenza  . Resta  uguale il silenzio.
 Anche il mare non ha voce, il sole stesso nei suoi bagliori di fuoco sul filo dell'orizzonte d'acqua fa pensare a qualcosa di innaturale. 
............

La notte non porta riposo ai due  nell'angusto spazio  dell'imbarcazione. L'orecchio teso verso inesistenti rumori. Neppure il leggero cullare della barca riesce a  distogliere il pensiero dalla giornata . Eppure l'avventura di quelle ore ha ben poco di "avventuroso" ,  entrambi le sentono come uno spazio vuoto, un nulla incomprensibile vissuto passivamente.  Dotto cerca di trovare nel ricordo delle felci bagnate sotto il sole una risposta che dia un appiglio alla conoscenza, una conferma a quanto ha sperato di scoprire. Il suolo sotto i passi aveva una mollezza insolita, pur così distante dalla riva. A ripensarci gli sembra che fosse in certi punti quasi inzuppato d'acqua. Perché mai?  E tante  felci, solo quelle...senza la presenza di un fiore!.
Lo prende un'ansia....vorrebbe quasi  alzarsi e tornare a vedere l'isola delle felci...
I pensieri di Scrittore  invece sono tutti per l'esercito degli uccelli arrivati in schiera.. Ebbene , sì, forse non c'è niente di strano: gli uccelli migratori volano in gruppo e...fanno soste nel loro viaggio.  Ma....perché in completo silenzio?
E' proprio tutto quel silenzio, silenzio anche  sull' isola stessa, che gli sembra innaturale .  .
Lunghissima notte....e finalmente  ecco le prime luci del giorno.
...........
Per primo è Dotto che butta lo sguardo sull'isola. Il sole non ha ancora illuminato la distesa d'acqua che pare infinita, appena ondulata da chissà quale sotterraneo movimento ; l'aspetto dell'isola ha qualcosa di inquietante. Scura, quasi nera... forse per le felci?
Il pensiero dei due uomini è subito uno: tornare sull'isola e completare la ricognizione.  Sul lido si scorge ancora la macchia d'ombra degli uccelli migratori; sembrano fermi, nel posto dove li hanno visti la sera precedente.
Dotto e Scrittore sono già sull'isola quando il sole nella sua doratura dà un altro aspetto alle cose. Il giorno sembra sorridere ai due che si avviano nell'intreccio di felci prendendo opposte direzioni.
Scrittore vive momenti di leggerezza, cammina senza vedere, come se avesse dimenticato quelle che il giorno prima gli erano sembrate stranezze. Gli sono ormai familiari le felci, il silenzio gli favorisce i pensieri.....; lui ama il suo lavoro e in fondo l'ambiente gli suggerisce idee nuove.
Si accorge che gli uccelli si sono alzati in volo quando già volano in ampi cerchi nel cielo dell'isola. Li guarda e gli sembra di udire una leggera melodia, come l'eco di una canzone......una musica che non gli è  del tutto sconosciuta.......forse un inno sacro, suonato dall'organo in chiesa.
Si ferma, resta in ascolto: quell'armonia è nell'aria......è un canto ora più deciso ora più lieve. Ma sì, viene e va con i voli degli uccelli. I cerchi si stanno sfacendo, gli uccelli si dispongono in file: uno, due, tre per fila.....e man mano che si allontanano quell'armonia cambia, si scioglie in parole.....
Scrittore è affascinato e vorrebbe chiamare Dotto, che forse è già sull'altra parte dell'isola. Però non vuole distrarsi da quella scena, che gli sembra parte di un sogno. Ecco che riesce a riscostruire una frase: "...come colombe dal desìo chiamate..." e poi un'altra ".....quello infinito silenzio.....vo comparando...."
Le file degli uccelli, quasi a schiera, stanno allontanandosi dall'isola e l'uomo ha ancora tutti i sensi tesi a cogliere brani di versi che ormai ha riconosciuto.
I nostri Grandi Poeti - esclama tra sé.....sogno? Allora questa è l'isola dei poeti!
E' andato in cerca dell'isolachenoncè e ha trovato l'isola dei poeti!
E' commosso. Vorrebbe urlare la sua gioia, riempire il meraviglioso silenzio che ora regna sotto il sole, tra le felci alte, in quell'angolo di mondo che fa sognare gli uomini.
Ormai il suo viaggio è concluso, un mistero gli è stato svelato. Quel mistero resterà chiuso in lui.
Intanto Dotto ha camminato, camminato, camminato....
le felci ancora gli inumidiscono le gambe, il suolo sempre meno consistente......a tratti gli sembra di sentirlo vibrare sotto i passi......ma niente lo invita a proseguire. Decide allora di tornare alla barca.
Più tardi, intorno al tavolo, sotto quella stessa lampada ,Dotto e Scrittore fumano tranquillamente, entrambi soddisfatti della giornata.
Chiacchiere  banali....
L'Avventura è finita.
 Il giorno dopo riprenderanno il viaggio di ritorno....
 Ciascuno conserverà in sé il piacere di tutto ciò  che ha il sapore del mistero .

Edda Conte - 25 Gennaio 2020


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