Sandro Angelucci, collaboratore di Lèucade |
“L’AGGUATO
DELL’ANIMA”
"C'è
tuttavia, silenzioso, l'agguato dell'anima, capace di trasformare la solitudine
in coro universale e in estrema compagnia. Soltanto lì, in quelle abissali
profondità che attendono di essere risvegliate, tutto si muove e tutto accade
realmente. Solo lì si può realmente rinascere a nuova vita.".
Riporto
la chiusa della pregevolissima presentazione di Franco in quanto la stessa
esprime in toto il succo del pensiero
che l'amico ha inteso comunicare.
E'
ovviamente il suo punto di vista ma mi chiedo - e chiedo a chi avrà avuto la
bontà di leggermi: "vedete altre vie per liberarvi dalla stagnazione,
dall'impaludamento in cui tutti siamo immersi?".
Qualcuno,
forse, dirà: "distruggiamo tutto, ripartiamo da zero", ed altri:
"no, non si può dimenticare il passato, l'età dell'oro". Bene, io
credo che nessuna delle due ipotesi sarebbe la soluzione: fare tabula rasa
significa fare terra bruciata, un repulisti che, presuntuosamente, avrebbe
intenzione di costruire nuove e più stabili fondamenta; tornare indietro (tra
l'altro utopico) porterebbe inevitabilmente a piangersi addosso, a prendere in
mano la lira e cantare per bearsi unicamente del ricordo.
Mi
si ribatterà: "cosa proponi tu allora?". Cosa propongo? Silenzio,
perché solo nel silenzio può svilupparsi e acquisire forza "l'agguato
dell'anima". Esiste forse qualcosa che faccia più rumore del silenzio?
Qualcosa che plachi e, nello stesso tempo, stimoli più della poesia?
"Nessuna
malattia / sta guarendo, nessun problema si risolve / nessun dolore viene
risarcito": innegabile verità quella espressa con questi versi da
Gianfranco (che saluto) ma c'è sempre "qualcosa che da secoli incede / una
sollevazione nel gelo" e "avanza la rivolta, corre da sempre /
un'insurrezione. Anche noi / risorgiamo come il mondo intero / tutto sta
levandosi adesso / nell'inverno reale e apparente / adesso ossa e anime
risorgono / adesso arriva la rivoluzione", per usare ancora i suoi versi.
C'è
una rivoluzione (prima individuale) che non può più attendere, che, appostata
da sempre, tesse il suo agguato. E ciclicamente ci salva. Anche se non può
assicurarci la durevolezza, può garantirci la genuinità, la freschezza: può
farci rinascere da vecchi.
Sandro Angelucci
Non avevo dubbi, caro Sandro, che ti saresti stupendamente calato nella poetica di Lauretano. Quando si crede nel Principio, nell'hic et nunc, nell'eternità e nell'attualità dell'atto creativo, non si può che credere nella perenne rinascita di tutto ciò che perennemente muore. La Memoria, la vera Memoria, non è quella che trascina l'uomo nel passato, ma è quella che torna prepotentemente a vivere nel presente, risorgendo dall'oblio. E' il mito dell'araba fenice, come di tutti i miti bifronti di cui sono pervase le più arcaiche culture. ti sono grato, come credo te ne sarà Lauretano, per la preziosa sottolineatura de pensiero che ci accomuna.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Ringrazio Franco per la gradita risposta.
EliminaUna replica che - è vero - nasce dall'uniformità di pensiero e dalla comune visione del mondo ma, se non altro, c'è.
Sandro Angelucci