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mercoledì 1 aprile 2020

NAZARIO PARDINI LEGGE: "IN TEMPI DIVERSI..." DI ANNA VINCITORIO


Anna Vincitorio.In tempi diversi il mio ritorno. Blu di Prussia. 2020

Anna Vincitorio, una scrittrice di lungo corso, plurale, eclettica e versatile. Si presenta sulla scena con un libro in cui riassume le voci dei più noti critici che hanno dato voce alla sua scrittura, ben fatto per impaginazione, veste grafica, caratteri, copertina, che,  editato da Rebecchi per i tipi di Blu di Prussia,  ci fa da prodromico avvio ad una lettura di cospicua valenza critica. Molti i nomi che hanno accompagnato la scrittrice nel suo proteiforme percorso scritturale:  Anna Balsamo, Paolo Valesio, Giovanni Cristini, Duccia Camiciotti, Paolo Ruffilli, Vittorio Vettori, Oreste Macri, Giorgio Barberi Squaotti, Giancarlo Oli… Una monografia storica che divisa in: Prefazione, La parola  verso l’anima, Esistenza e racconto, Racconti, In Antologia, Antologia poetica, Poesie inedite, Traduzioni, Bibliografia, Premi, Autori, tocca tutta la sua produzione e il rapporto con gli autori che hanno scritto o hanno beneficiato del suo apporto recensivo. Molto il materiale inedito, anche, a incrementare  un’ulteriore conoscenza sul suo operato. Ma mi piace, tra gli altri, riportare il breve giudizio che G. Barberi Squarotti ha scritto per lei: “Cara e gentile Vincitorio, leggo le sue poesie di dolore e di tragedia con piena partecipazione: sono appassionate e vere, sono una straordinaria lezione morale nell’orrore della storia e nell’indifferenza della cronaca”.  D’altronde la Vincitorio è famosa per sapere adattare il linguaggio ad ogni tipo di scrittura: poetica, critica, narrativa; grande traduttrice dal francese e dall’inglese ha dato luce a diversi testi stranieri. Troppo lungo sarebbe citare il numero di opere uscite dalla sua infaticabile penna. Ma una cosa  va subito detta: Anna è una donna generosa, disponibile, sempre pronta a scrivere per autori che le chiedano  prefazioni, commenti o recensioni; e grande valore assumono gli scritti che riportano la sua firma. Un’amica che sa valorizzare l’altrui produzione, con tatto e intelligenza, con modestia e umiltà. Da lei puoi ricevere parole buone, affettuose, che ti caricano, incrementando il valore e la voglia di scrivere. E’ sufficiente ascoltarla mentre legge le sue poesie per capire la grande anima di questa scrittrice.  
Tra le sue molte poesie mi piace riportarne una tratta da Sussurri del 2013:

Sul verde colle
calano in fuga
uccelli, ali spiegate
 che feriscono il cielo.
Quale l’auspicio
Trascolorano in dissolvenza
gli eroi del mito.
Inganno ed innamoramento,
nessun visibile legame.
Una tela   di ragno
accattivante, infida                      
soffoca il sole nella rete.

Un cospicuo testo, di ben 244 pagine, in cui la poetessa include tutta la sua storia, rammentando compagni d’avventura che hanno giocato ruoli più o meno determinanti  nella sua vita di scrittrice e non solo. La prefazione di Carmelo Mezzasalma ben ci avvia alla lettura del testo. “… E quando Anna, qualche anno fa, mi ha chiesto, per vera amicizia e stima, di raccogliere e ordinare tutto quel materiale “critico” che, per circa trent’anni, ha seguito, con altrettanta partecipazione e attenzione, la sua fatica letteraria, dopo qualche esitazione, non ho potuto dire di no. E tanto più che, a scorrere anche velocemente le firme di quegli interventi critici sulla sua  poesia, c’erano anche i nomi di una stagione letteraria irripetibile e che io stesso avevo conosciuto per la loro grande serietà con la quale vivevano la vita letteraria, a Firenze come altrove. Erano nomi che di sicuro non perdevano tempo con il primo venuto o con testi indecisi o dilettanteschi. Da Paolo Valesio a Gianni Cristini, da Ferruccio Masini a Gaetano Salveti, da Giorgio Bàrberi Squarotti a Palo Ruffilli, Claudio Magris, Gian Carlo Oli…”.
Credo  che queste poche righe tratte dalla prefazione siano sufficienti a mettere in risalto il posto che a lei spetta in questo mondo di letterati improvvisati, e leggere la prefazione per intero significa illuminarci sugli ambienti fiorentini e oltre che hanno formato la statura letteraria di Anna Vincitorio; significa, soprattutto, riconoscere, al fine, quello che a lei spetterà nel prossimo futuro. D’altronde sono i fatti che contano più delle parole.

Nazario Pardini

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