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giovedì 15 ottobre 2020

FLORIANO ROMBOLI: "IL CANTO DI FELICITA' DI CLAUDIO COMINI"

Il Canto di felicità di Claudio Comini
Canto di felicità non è soltanto il titolo di una bella lirica di Claudio Comini, compresa nella raccolta Luci di un brillante lago (2018) e in precedenza, con il titolo Canto di primavera, in Un tenero fiore (2008), bensì costituisce una cifra emblematica e compendiaria di una ricerca culturale-artistica, quasi la formula caratterizzante una vasta opera poetica a cui la Casa editrice Miano rende omaggio con questa pubblicazione antologica curata da Nazario Pardini, Michele Miano ed Enzo Concardi. Si ristampano quest’anno testi felicemente rappresentativi di un percorso ideale e compositivo variegato e coerente, nell’intento di individuare consonanze spirituali e affinità formali con altre voci notevoli della letteratura europea: si tratta di convergenze non superficiali, preziose altresì in vista di un approfondimento interpretativo e non di un semplice accostamento di natura storico-erudita. La scelta dei componimenti è articolata in tre sezioni (Natura, Amore, Spiritualità) indicative di quelli che a una considerazione attenta appaiono i nuclei primarî del discorso dell’autore, e altrettanti temi fondamentali che rivelano interessanti analogie sentimentali e problematiche con il lavoro di altri scrittori. Il ricordo del Verbano rimarrà sempre vivo nella memoria dei turisti che nel passato hanno goduto dello splendore del lago e dei paesi che gli fanno da corona. Resteranno impressi, nel loro intimo, i colori dell’acqua, delle vele, dei palazzi, dei giardini, forse così diversi dai luoghi ove vivono (Splendido lago, in Nell’immensità di un lago stupendo (2018) Penso che anche sulla nota lievemente polemica del verso conclusivo Pardini fondi l’ipotesi di una relazione fra le poesie di Comini, commosso cantore delle bellezze paesaggistiche del Lago Maggiore, e il Chatterton di Alfred de Vigny (1797-1863), data la comune estraneità alla mentalità produttivistica, materialistico-utilitaria tipica dell’epoca capitalistico-borghese; certo è che una specifica “fratellanza d’arte” (Guido Miano) è inoltre da ravvisarsi nella partecipe celebrazione dell’affascinante e coinvolgente vitalismo della natura, della sua esaltante luminosità: Nella valle incantata sul lago immenso tra una natura in fiore, la tua grande luce dà respiro al cuore della persona che ti pensa. Tra le stelle il chiarore si fa sempre più vivo tra gli angeli che vi abitano, suonando le lodi di un incantato amore che ci unisce (Una natura in fiore, in Sull’onda della felicità (2018), corsivi miei) Ho sottolineato mediante i corsivi allo scopo di documentare nel testo i tratti connettivi fra la prima e le altre due sezioni tematiche. La contemplazione dello spettacolo naturale induce un vivo sentimento d’amore per la donna e per tutte le creature (“Oggi, caro amore mio,/con i tuoi sorrisi che esprimono felicità/ rendi gioiosa tutta la gente/ delle due rive del Maggiore (…) te la donna più felice/ dell’intero nostro pianeta vivente/in cui le profumatissime roselline primaverili,/rendono incantevole l’aria del giorno”, Giorni felici, in Parole d’amore (2020), vv. 1-4 e 6-9) e si fa sollecitazione ascendente, slancio verticale e dialogo salvifico con la Divinità: L’esaltazione di infuocati tramonti la si vede nella Tua celestiale luce, farsi viva sul lago circondato da una natura sempre viva, la cui vita non viene sempre salvaguardata dalla mano dell’uomo (Una luce celeste, in Nella tua giustizia mio Dio (2020) Miano e Concardi, nel contesto di analisi penetranti che condivido, assimilano poi il mondo etico ed estetico del nostro autore rispettivamente ad opere del poeta ceco Jaroslav Vrchlický (1853-1912) e dello scrittore romantico tedesco Joseph Freiherr von Eichendorff (1788-1857). Per parte mia vorrei porre in risalto il fatto che le lodi cominiane della natura lacustre avvengono nell’àmbito di una vibrante rivendicazione delle qualità “assolute” e marcatamente positive, della incontaminata purezza, della genuinità estrema, della dolcezza ineguagliata e della captante, rigogliosa esuberanza di questa, descritta talora nelle sue suggestive peculiarità cromatiche: Si aprono squarci d’azzurro In quel vortice di venti, dove le vele sospinte cercano di conquistare il centro dei mari più lontani. Nasce la primavera su spiagge dorate, e nei giardini fioriti i colori si confondono (Si aprono squarci d’azzurro, in Luci di un brillante lago (2016), vv.1-10) In particolare nelle liriche del poeta del lago Varano opera costantemente una dinamica strutturale-organizzativa dei valori semantici, che conferisce alla enfatizzata positività della “natura”, dell’”amore”, della “tensione” fideistico-religiosa una significativa duplicità, un’articolazione interna efficace e convincente. All'intensità, che sorprende e in talune circostanze può stupire, si unisce, non contraddittoriamente, ma consequenzialmente, un effetto confortante e rasserenatore: l’empito sentimentale e psicologico si risolve in armonia intellettuale-morale, in appagamento e pacificazione interiori, in una disposizione – per dirla con Nazario Pardini – “a migliorare il mondo”: Nel mio pensiero, ammirando la schiuma delle bianche onde spumeggianti, sospinte dal vento, l’immagine del sole, che invia sull’acqua una luce incandescente, si insinua una celeste sensazione, della mano di un Dio amorevole e misericordioso (Luci sul lago, in Nell’immensità di un lago stupendo, cit.); L’incandescente e infuocata luce dei tuoi splendidi occhi, dilata le vene più profonde del mio cuore (Fuoco, in Meravigliose vallate (2017) e Nel ricordo e nella gioia di quei brevi ma intensi momenti, la luce del tuo incontrastato sguardo ha donato al mio cuore una pace e una serenità che il tempo difficilmente scalfirà (Non ti dimenticherò, in Sull’onda della felicità, cit., vv. 1-6) Floriano Romboli . . . . . . .

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