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martedì 1 dicembre 2020

LINO D'AMICO: "IL RESPIRO DI UNA PREGHIERA"

Il respiro di una preghiera

 

In questa solitudine

satura d’angosce,

 il tempo trascina

sensi d’impotenza.

 

Gocce di paura tintinnano

e giorni avari bisbigliano

malinconie di attimi

profughi di speranze.

 

Cosa rimane?

La forzata clausura

di momenti vuoti e stanchi

dispersi nell’incerto di un poi.

 

E domani?

fuggir dall’incubo

recitando il mea culpa

nel respiro di una preghiera.

                                 

                              Foto di Roberto Mellano

Siedi ai bordi dell’autunno,

per te si leverà il sole.

Siedi ai bordi della notte,

per te scintilleranno le stelle.

Siedi ai bordi del torrente,

per te canterà l’usignolo.

Siedi ai bordi del silenzio,

Dio ti parlerà.

 

Il nome dell'autore dell'aforisma:

Swami  Vivekananda

                    

3 commenti:

  1. Lino mio, queste due preghiere in versi sono l'ennesima dimostrazione del tuo valore. Nella prima sottolinei l'impotenza che caratterizza questo lungo periodo di tempo sospeso e le domande che ci poniamo sul domani, ma termina con il soffio di speranza che ci aiuta a essere forti e a mantenere l'equilibrio. Mi soffermo sulla seconda, autentico cammeo, in levare, che nella sua verticalità, ascende fino al cielo. Breve, incisiva, di forte impatto espressivo ed emozionale, ha il tono luminoso e semplice della Grande Poesia. Nessun artificio semantico, nessun fronzolo, l'essenza... Ti ringrazio per simili doni e ti tengo stretto insieme al carissimo Condottiero!

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  2. Cara Maria, ti ringrazio tanto del puntuale commento,ci tengo soltanto a specificare che la seconda Poesia non è mia, ma del Poeta indicato, del quale ora compare il nominativo. Stamattina non l'ho inviato e quindi non c'era.L'inconveniente serve solo a tributare il giusto omaggio alla seconda preghiera. Ti saluto con un abbraccio.
    Lino

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  3. Nella poesia "Il respiro di una preghiera" Lino D'amico, a mio modesto parere, compie un salto di qualità inteso come modo poetico. Nelle precedenti l'autore si è sempre espresso con una poetica che personalmente la definisco "eterea, impalpabile" nel senso che non si cala nella realtà del vissuto umano quale base per costruire la sua espressività, ma rimane sempre alto, al di sopra del contingente, del quotidiano con i propri modi di sentire il o i sentimenti dell'animo. In questa, invece, l'autore si cala del tutto nella realta dell'uomo contemporaneo e del suo appunto contingente. L.D. in " Il respiro di una preghiera" parte dal basso per poi inalzarsi "oltre da se" pur lasciando intatti ed inanienabili i paletti cardini del Suo dire poetico. Ciò, per un poeta nato -ieri- è assai encomiabile e perciò Gli esprimo il mio plauso più spontaneo. Pasqualino Cinnirella

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