Maria Rizzi, collaboratrice di Lèucade |
Marco Zelioli
BRICIOLE DI VITA
Ricordi e pensieri
(2000-2019)
Recensione di Maria Rizzi
Briciole di vita di Marco Zelioli, edito da Miano
Editore - Milano -, è, per definizione dell’Autore,
“Basta un attimo, basta una
presenza
che possa rimandarti al senso vero
di ciò che sei, di ciò che vivi e vedi.
Davvero
perché non ti nasconde il Suo mistero,
facendosi al cammino compagnia:
seguila, volentieri e capirai”
(versi
tratti da “Colloquio interiore”)
I
versi di denuncia sociale si palesano già nelle seconda e nella terza lirica,
che affrontano la vicenda avvenuta a Genova il 20 luglio del 2001, nel corso
del G8 durante gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Il giovane
Carlo Giuliani di soli ventitré anni venne colpito al volto da un proiettile
sparato da un carabiniere. Il Poeta leva il suo canto commosso, accorato e
privo di ogni forma di odio. La casualità, non la predeterminazione, ha
generato la tragedia. Accanirsi contro il giovane carabiniere non dà senso e tantomeno
giustizia alla fine prematura del ragazzo.
“Un odio indotto t’ha condotto
al varco
consegnandoti all’amore di Dio
per mano d’uno spaventato a
morte.
Voi che vi dite da giustizia
mossi
non seminate più denti di
drago
ma solo e sempre esempi di pace”
(La
lirica “Genova triste”)
La
stessa pietas, lo stesso autentico intenso dolore, spingono Zelioli a scrivere
della ‘mattanza’ delle Brigate Rosse, in riferimento all’uccisione di Marco
Biagi, consulente del Ministro del Lavoro, impegnato in una riforma. Ovviamente
il Poeta non mostra indulgenza verso i terroristi, ma nei confronti della
vittima. Per coloro che credono di cambiare il mondo con le armi usa il termine
che corrisponde alla fase finale della pesca dei tonni - mattanza - e asserisce
che non sono capaci di ‘porre il Vero
sopra tutto’. L’Autore mostra di porsi controcorrente nel dire della fede,
irrazionale nella definizione comune, che sia legata alla ragione, ma a ben
vedere, essa rappresenta un’adesione dell’intelligenza alla verità di Dio con
segni intellegibili e tangibili. Che non si opponga alla ragione risulta ancora
più chiaro dall’evento dell’incarnazione. Dio va incontro all’uomo e sarebbe
assurdo pensare quest’incontro come incomprensibile.
“Non c’è nulla di tanto
razionale
come la fede dei credenti in Cristo.
per questo troppo spesso sbeffeggiati
da quelli che combattono il mistero
del Dio che, fatto uomo, ci ha salvato.
Magari non per odio duro e
puro
Forse più per timore che sia
vero”
(La
lirica “Fede, ragione e odio”)
La
chiusa di questa lirica, in levare, è l’ennesima dimostrazione del sentimento
di compassione che rende l’Autore teso verso una quotidiana elevazione.
Scorrere le sue poesie significa entrare in una commovente dimensione di
ascesa, di assenza di impulsi negativi. Cito un distico di sublime verticalità: “Ci vorrebbe questa regola, forse: / fare
tutto come fosse per sempre”- tratti da “Forse…”
Se riuscissimo a comportarci almeno una volta nel modo consono al credo
cristiano potremmo ‘conquistare ora’
il modo per ‘compiere la vita’. Non a
caso la spiritualità di Zelioli si lega alla visione panteistica
dell’esistenza. La realtà, l’ambiente hanno i caratteri della divinità,
pertanto Dio si identifica con l’universo. Le affermazioni panteistiche, di un
mondo che è il prolungamento di Dio si trovano già in Platone, Aristotele
approva l’affermazione della divinità che abbraccia la natura e il Nostro,
nella sua prospettiva di verticalità, sublima i miracoli poetici del creato. Li
sente parte integrante della sua esistenza come un soffio al cuore.
“Neve, s’ispira a te la mia
preghiera
oggi, che dopo tanto tempo appari.
Purifica, Signore, questa
terra,
reca perdono a chi causò
violenza
e dona pace a chi ne fu
colpito.
Come la neve scenda a noi il
tuo amore”
(La
lirica “Preghiera della neve”)
E
forse sarebbe più esatto dire parte essenziale della sua preghiera, visto che
l’intera Silloge è una lunga preghiera, non intesa nel senso etimologico del
termine, ovvero come intercessione, se così fosse la fede avrebbe il valore
della stampella alla quale appoggiarsi nei momenti del bisogno, bensì come un
continuo mettersi in contatto con Dio. Il Cantico di Zelioli rispecchia l’uomo
che ha cercato il proprio posto nel mondo per scoprire che era dentro di lui,
dove fluisce il suo sangue, dove respira, piange o ride restando vivo,
consapevole d’essere stato amato quando era ancora peccatore - parafrasi dal
testo di un verso formato dalle parole di San Paolo nella Lettera ai Romani - Tengo
a sottolineare che il percorso di crescita e di ricerca interiore dell’Autore
si coniuga a un senso di modernità che accresce il potenziale del metro
classico. L’endecasillabo sciolto nella sua infinita musicalità non sarebbe
adatto al crudo realismo, ma si sposa con il misticismo della Raccolta in modo
eccellente senza renderla antiquata, anzi dimostrando che le anime moderne sono
più disposte a ricevere il pensiero cristiano come stato mistico, piuttosto che
il sentimento cristiano irrigidito in formule scolastiche. Zelioli lo evidenzia
introducendo nella Silloge versi di cantautori cari al suo cuore, come Luigi Tenco,
un intellettuale irriverente, o Claudio Chieffo, legato al cattolicesimo… Le
poesie respirano di quella commistione artistica che dimostra quanto oggi il
mondo abbia la necessità di essere cuore pulsante di ogni forma di cultura.
Indubbio segno di modernità della poetica spirituale del Nostro è poi il
riferimento al dubbio, come sorgente di fede, come ‘metodo faticoso, ma infallibile per conquistare la verità’ -
Cartesio.
“Finché ci resteranno certi
dubbi
sul senso della vita e della morte
se esiste Dio oppure sia un miraggio
vuol dir che abbiamo solamente il nulla
su cui basare il nostro umano vivere.
Bisogna fare un passo dietro l’altro
con il coraggio d’esser provvisori.
E poi, nel dubbio è conveniente credere”
(Versi
tratti da “Nel dubbio”)
Maria Rizzi
Marco Zelioli. Briciole di vita. Ricordi e pensieri (2000-2019). Guido
Miano Editore, Milano 2020, pp.100; isbn 978-88-31497-14-5.
Ringrazio il nostro Nume Tutelare per aver inserito il mio tentativo di recensione di un'Opera dal grande respiro come quella di Marco Zelioli e ringrazio quest'ultimo per avermi concesso di visitare il suo mondo interiore e di uscirne arricchita. Abbraccio Nazario e saluto molto caramente l'Autore.
RispondiEliminaBrava! e sempre un modello di modestia...
RispondiEliminaUn abbraccio.
Edda
Sono sorpreso e commosso da tanta bontà nei miei confronti. Davvero grazie di cuore.
RispondiEliminaMarco Zelioli
Davvero notevole questa esegesi di Maria Rizzi sull' Opera di Marco Zelioli.
RispondiEliminaSi intravede la luce di una fede cristiana solida, volta unicamente al bene e al perdono.
Le parole dell'Autore spesso si trasformano in preghiera: "Davvero la sua grazia sovrabbonda...seguila, volentieri, e capirai".
È un credo che illumina tutto, anche gli episodi di violenza e di dolore, è un " cadere tra le braccia di Dio" affidandosi a Lui senza timore.
Congratulazioni all'Autore, a Maria, che è stata bravissima nel trasmetterci queste verità con la sua consueta passione e al nostro Nume tutelare che protegge l'Isola felice di Leucade.
Loredana D'Alfonso
Grazie, Lory, questo testo ti sarebbe piaciuto moltissimo, leggendolo ho spesso pensato a te. Le liriche tessono una trama verticale, che nulla concede alle sovrastrutture, è purezza di pensiero e di intenti. Ti ringrazio per le bellissime parole e per il tuo abbraccio che è vivo, nonostante la distanza fisica.
EliminaEdda, seme d'amore, sempre al mio fianco. Sono sincera. E visto che trovo l'Autore lo ringrazio per avermi concesso l'opportunità di leggere i suoi versi e il suo cuore.Vi stringo entrambi...
RispondiEliminauna bella recensione che invoglia a leggere il libro, grazie Maria per averci presentato la poetica dell'autore
RispondiEliminaClaudia Piccinno
Grazie infinite a te, Claudia, poliedrica, attentissima amica mia. Sei nel cuore!
EliminaBellissima e accurata nota di lettura. Complimenti, Maria, per la tua capacità di analisi e per l'entusiasmo che poni in tutto ciò che descrivi. Leggerò con piacere questo libro. Ti abbraccio
RispondiEliminaMarisa Cossu
Marisa dolce e carissima dette da te queste parole acquistano valore speciale. La Silloge è un cantico che merita lettura, anche in virtù della squisita modestia dell'Autore. Tu sei la Poesia e sai vedere nei versi in modo unico. Grazie e un fortissimo abbraccio!
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