Claudio
Fiorentini. CONCERTO A VANAGLORIA. Ensemble Editore. Dicembre 2020
Claudio Fiorentini,
collaboratore di Lèucade
Eccoci
di fronte ad un nuovo lavoro dello scrittore Claudio Fiorentini. Tutti noi
conosciamo la grandezza e la finezza degli scritti del Nostro; la sua versatilità, la sua ecletticità. Qui si tratta di un romanzo abbastanza
corposo, dove i personaggi e le vicende ci vengono presentati con grande
malizia costruttiva. Ogni sequenza (descrittiva, narrativa, introspettiva) è adoperata
con il tatto di chi è aduso a narrare le
molteplici storie in poesia o narrativa o altro con un linguaggio consono ad
ogni specifico genere letterario. Le descrizioni, abbondanti, servono da
prodromico avvio alla configurazione dei personaggi. Gli ambienti stessi hanno funzione reificante. Sembra che la trama
sfugga dinanzi alla corposità rappresentativa degli attori. Tutto si fa
armonico e scorrevole, si viene trascinati dalle vicende a sfogliare pagina
dopo pagina, fino alla fine del testo. Importante è impiegare un linguaggio
semplice e comunicativo come questo di Fiorentini, che, lo dobbiamo ricordare,
è uno scrittore di vasta competenza, di polisemica struttura, basterebbe citare
tutte le opere pubblicate dal Nostro, per rendersi conto della sua portata
scritturale. Le descrizioni vengono dipinte con arguzia interpretativa,
finalizzate a costruire la portata
psicologica degli attori, che, con scioltezza evolutiva, caricano la scena di indicativi tratti significanti.
Non c’è bisogno di ricorrere a parafrastiche figure retoriche, a contorsionismi
verbali, a costruzioni ermetiche; tutto scorre liscio come l’olio, tutto è
attivo e fattivo, di stesura paratattica, e il lettore viene attratto dai
messaggi chiari e lampanti, da un contenuto che non solo
ti coinvolge, ma che ti insegna anche a scrivere, in un mondo in cui si pubblica tanto e si legge poco, e nel quale tutti si permettono di farlo senza ritegno, ricorrendo alla disponibilità delle case editrici. Ci siamo soffermati più sull’aspetto stilistico, dacché quello contenutistico verrà vagliato dal lettore, visto che non spetta al critico rivelare il fil rouge del romanzo. Ma credo sia importante aggiungere la pericope di quarta che porta senz’altro un che di valore aggiunto al resto: “Un editore in crisi esistenziale rifiuta il romanzo di un grossissimo scrittore. E’ un capolavoro, apposta non vuole pubblicarlo. Le storie dei due si intrecciano a loro insaputa, coinvolgendo la figlia dell’editore – una musicista il cui equilibrio mentale è stato gravemente compromesso dalle sue letture – alcuni rumorosi vicini di casa, un venditore porta a porta di aspirapolveri, e degli oscuri signori della guerra. Personaggi all’apparenza poco probabili, che risultano essere spietati ritratti di una realtà inclemente, dipinti in punta di pennello grazie a una scrittura agile e a un umorismo sottile, attraverso un continuo andare avanti e indietro nel tempo.”. A voi la lettura, dato che è più importante saper leggere che saper giudicare. Quello che noi possiamo fare è consigliarvi questo romanzo non solo per l’originalità e l’attualità del tema, ma, anche, per lo splendore delle descrizioni, tanto efficaci da apparire scene da films in cinemascope. Così inizia il libro: “Era una giornata fuori stagione, grigia e cupa, di quelle che ti mettono addosso più malinconia che voglia di spaccare tutto….”.
Nazario
Pardini
Magistrale, come al solito, questo succoso intervento di Nazario Pardini, teso a evidenziare le brillanti capacità stilistiche di Claudio Fiorentini. Proprio nel mentre finivo di leggerlo è arrivato il postino con la sorpresa del romanzo in oggetto, di cui mi risuonavano ancora in testa le suggestive parole di Pardini. Meraviglia delle meraviglie, sfogliandolo distrattamente, il mio sguardo è stato catturato dalle "Note dell'autore" in fondo al libro, dove è scritto: "Grazie quindi all'amico Franco Campegiani per il suo contributo sull'esaurimento del ruolo del mito nella società contemporanea". Doppio regalo per me (il libro con l'aggiunta di questa dichiarazione), di cui sono enormemente grato all'autore. Non ho ancora letto il libro e lo farò quanto prima, ma conoscendo la visione del mondo di Claudio, incline a valorizzare l'"hic et nunc", ossia il presente, di contro alle evasioni proposte dal mondo onirico, immagino che molti suoi lettori si chiederanno dove possa essere il punto di contatto, ammesso che ci sia, tra la sua visione e quella del mito. Ebbene, l'errore a mio avviso sta tutto nel credere che il mondo dei miti e dei sogni appartenga al passato, o anche al futuro, a seconda delle preferenze di ciascuno per le memorie o per le attese. In realtà, nulla più del mito è in grado di tenerci ancorati al presente, considerati i suoi richiami ai valori perenni dello spirito umano. Spero di poter tornare successivamente su questi argomenti, per il momento mi limito ad augurare al libro di Claudio ogni meritato successo letterario.
RispondiEliminaFranco Campegiani