Nazario Pardini, Lettura di testi di autori contemporanei, vol. V, 2018-2020, The Writer, Marano P., 2021.
Nota di Lorenzo Spurio
È
appena uscito, per le edizioni The Writer, il nuovo corposo volume del poeta,
scrittore e critico letterario toscano Nazario Pardini che raccoglie la sua
attività critica, di lettura e approfondimento, su testi e autori italiani
della nostra età. Si tratta del quinto volume che viene pubblicato sotto il
titolo “Lettura di testi di autori contemporanei”, collettanea di studi
critici, saggi, recensioni, commenti e vari altri generi di testi dove Pardini
ha fatto dell’atteggiamento speculativo, elucubrativo e di scandaglio lessicale
le sue prorogrative principali. Il macilento volume, che conta ben 1055 pagine,
(un vero catalogo, si dirà, ben al di là di un’enciclopedia chiusa, essendo
l’opera in continuo divenire data l’attività frenetica e instancabile del Nostro)
è stato pubblicato in seno alla collana di saggistica “Il Melograno” e
ricostruisce, nelle pagine che lo compongono, il repertorio attento di tutte le
sue disamine e investigazioni critiche – soprattutto nel mondo poetico ma non
solo – compiute nel corso degli ultimi due anni. In copertina, infatti, viene
bel delineato il periodo (2018-2020) nel corso del quale i testi sono stati
vergati e poi – chiaramente – diffusi tanto in rete, sul suo spazio
frequentatissimo (il blog “Alla volta di Lèucade”), che in cartaceo quale
preambolo critico ai testi che ha inteso presentare, in molteplici prefazioni,
postfazione, note di lettura e altro ancora. Un consuntivo su carta e in un
volume unico – agevole, per quanto la copiosità delle pagine lo rende
formalmente “pesante” – che compendia l’intensa e assai apprezzata carriera di
critico letterario e che si misura con testi in genere medio-brevi in cui
l’autore – moderno Virgilio che accompagna in un percorso sconosciuto – prende
per la mano il lettore facendogli vivere mille storie, percorrere tragitti
diversi, tra le pieghe delle esistenze altrui che sono riflesso anche delle
Nostre.
Non
è possibile presentare in questa sede i tanti contenuti raccolti nel volume
perché ciascuno meriterebbe il giusto spazio, tanto è democratico l’apporto di Pardini alla letteratura, ben restio a
vedute settarie o di congreghe particolareggiate, di supposte aristocrazie
poetiche e di circoli elitari. Dispensa con generosità e grande acume il suo
sapere, indistintamente, a tutti quei poeti e autori – che, sì, reputa validi –
gli propongono in lettura i suoi testi sapendo di trovare in lui, oltre che una
persona magnanima e attenta, anche un vero e proprio oracolo. Ma anche un
chirurgo delle emozioni. La sua penna attenta e sempre circostanziata non
manca, neppure, in molti ambiti, di relazionare gli scritti e i versi degli
autori a noi contemporanei con alti nomi della classicità e, finanche, con
rimandi – sempre apprezzati – al mondo mitologico e della tradizione
greco-romana.
La
piccola immagine che sembra posta “ad incastro” nella cover si riferisce a un
particolare di una raffigurazione miniata del periodo medievale. In essa è
ritratto Sant’Agostino e Volusiano e fa riferimento al “Amanuense di Vichy” del
XII secolo, opera conservata nell’Archivio Diocesano di Vichy, in Francia. È,
in effetti, proprio quella dell’amanuense contemporaneo la figura di Pardini:
non solo ricopiatore di versi (tanti ne vengono citati e richiamati nelle sue
scritture) ma chiosatore, commentatore, osservatore e analista stesso del
testo. Oltretutto, ed era questo lo scopo primario dei laboratori di scrittura
in seno a biblioteche di conventi ed abazie, la sua attività – scrittoria – è
tesa a una raccolta sapienziale di note e informazioni, per una raccolta dello
scibile che possa avere testimonianza nelle epoche successive. È per tale
ragione che un’opera come questa non è un archivio (una sterile raccolta, fissa
e soggetta al decadere della polvere) quanto, piuttosto, un museo molto
frequentato. Mi piace richiamare il contesto museale, più che quello ben più
attinente del mondo bibliotecario, perché in effetti i suoi testi vanno al di
là della letterarietà dello scritto, promanano liricità anche da un punto di
vista meramente artistico, visuale, di creazione dell’opera e di figuratività.
Nel
volume, oltre a un ricco numero di interventi critici di Pardini su altrettante
opere poetiche, sono presenti numerosi testi critici che, invece, di riflesso,
altri hanno scritto su di lui, tra cui un mio intervento dal titolo “Il
colloquio con Thanatos. Il poeta toscano Nazario Pardini nell’ultimo volume
della trilogia dell’approccio “ai dintorni” della vita” già apparsa su “Blog
Letteratura e Cultura” il 31 gennaio 2020 e dalla quale – molto generosamente –
l’Autore ha anche estratto un frammento che ha deciso di inserire nella quarta
di copertina del suddetto volume.
Tra
gli autori a cui Pardini ha dedicato sue riflessioni in questo volume, cito ad libitium (senza pretesa né velleità
alcuna) dacché per extenso sarebbe
complicato e didascalico: Ester Cecere, Claudia Piccinno, Antonio Spagnuolo,
Carmelo Consoli, Anna Vincitorio, Orazio Antonio Bologna, Gianni Rescigno,
Francesco D’Episcopo, Luciano Domenighini, Maria Grazia Ferraris, Maddalena
Leali, Rossella Cerniglia, Edda Conte, Enzo Concardi, Marisa Cossu, Pasquale
Balestriere, Sandro Angelucci, Ugo Piscopo, Umberto Cerio, Vittorio Verducci,
Michela Zanarella, Pasqualino Cinnirella, Patrizia Stefanelli e Caremen
Moscariello.
Un corposo tomo che va, dunque, in doppia direzione: la critica di Pardini sui testi di autori contemporanei e quella di questi ultimi sulle sue opere poetiche, in un diorama di vedute assai diversificato, esegesi a tratti particolareggiate, in altri casi lievemente didattiche e concentrate attorno a linee sinottiche che rappresentano le chiavi di svolta delle rispettive opere. In questa interrelazioni di voci, nessuno sale in cathedra, ed è questa la cosa bella di questo libro dove, ciascuno con le proprie competenze e l’acquisizione di un linguaggio più confacente al suo narrato, trasmette su carta sensazioni e amplia riflessioni, tutte in qualche modo collegate – in origine o in divenire – alla prolissa e mai scontata opera di un grande della letteratura nostrana, qual è Pardini.
Lorenzo Spurio
Jesi,
13/02/2021
Plaudo Lorenzo Spurio per questa attenta e dettagliata disamina di un testo, che effettivamente merita la definizione di 'macilento volume', in quanto consta di 1055 pagine. Il lavoro svolto dal nostro infaticabile Nazario non ha eguali. Si è speso per moltissimi Autori con capacità esegetiche poliedriche e sempre acutissime. Sono presenti pagine affascinanti anche di moltissimi amici dell'Isola, che ci consente incontri e confronti. L'autore della recensione mette in rilievo come la pluralità di voci escluda ogni forma di competizione, se non nell'accezione etimologica del verbo competere, ovvero dell'andarsi incontro. Un tomo raffinato, seducente, che consente di muoversi come equilibristi sul filo della Cultura tra le pagine di tanti esponenti dell'Arte. Ringrazio Spurio per il giusto tributo al volume e mi unisco a lui, salutandolo con cordialità.
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