Luglio
Colori
in Gallura
Non
spengete il giallo delle margherite
il
rosso dei papaveri
nei
campi della" Balaiana"
il
tenero lilla degli asfodeli
a
guardia delle strade di Gallura
la
lavanda e le mimose
i
gigli e il ginestrone
il
prato azzurro sulla rena bianca
della
Baia...
non
spengete i colori dell'estate
sui
balconi fioriti
sulle
vesti maliziose leggere come veli!
non
spengete i colori dell'amore
perché
la Vita non si arrenda mai.
Agosto
Vacanza
Su
spinose pale
fiori
di esotico splendore giallo rosa
nel
fascino nuragico
respirano
i profumi della macchia
da
Capo Caccia a Palmavera.
Tra le rovine la Sala degli Anziani
la
Torre del Nuraghe...
finge
la Storia favole umane ancora
forse
le stesse delle avventure al Pub
o nelle
sale del Palazzo
lungo
i tappeti di velluto rosso...
Meglio
sognare a spasso per la Nurra
tenendoci
per mano..
raccogliamo i fiori giallo rosa
d'esotico
splendore
lasciamo
le spine sulle pale
e
immergiamoci nel mare di viola.
Settembre
Tramonto
a Porto Rafael
Nell'ora
che il sole tinge le pietre
di
virgineo rossore
e
tutti i colori ravviva la sera
quando
il mare si ammanta di viola
prendimi
per mano e camminiamo insieme
in
mezzo ai cespi di cisto fiorito...
profuma
il giglio marino
nascosto
sotto il lentischio
nel
folto il cespuglio di mirto
prepara
i suoi frutti...
Attendiamo
il tramonto con sogni nuovi
il
tempo vissuto è soltanto memoria
è
questa l'ora
dell'unica
realtà che ci appartiene.
Ottobre
Caprera
Immutabile
protagonista di silenzi
ti
affacci alle stagioni
lontano
dal clamore di bellezze vacanziere.
Ti
protegge il Tejalone dai venti
ardimentosi
che
forgiano i graniti a piacimento...
da
Punta Rossa di magico splendore
ti è
mantello la macchia e la pineta!
Risplende la dorsale sotto il sole
la
ginestra tutta la ricopre
accanto
all'orchidea selvaggia
la
ferula gigante magnifica e caduca.
Sulle
siepi bianche di mirto a primavera
pende
il corbezzolo scarlatto.
Quando
l'estate muore
infiniti
messaggi al vento sparge la cicala...
l'ora si attarda su appartate spiagge
nelle cale tra le rocce il mare
prende
il colore delle viole
il
cielo di cristallo
ha
trasparenze eterne.
Novembre
Sopra
una Tomba Megalitica
Disperde
alla brughiera il vento
profumo
di ginestra e di lavanda
echi
di canne d'organo
lontananze
d'arpa...
Tramandate
nel silenzio dei millenni
conservano
memorie i sassi
in
questa cavità
che
oggi il sole riscalda
e ieri
accolse i corpi dei defunti.
Fantasmi
portati
nel vento della sera
sulla
Tomba di Giganti
cattedrali
di silenzio arcano
nel
magnetico fluire di sotterranei fiumi.
Dicembre
Il Ritorno
Il
mare si fa cielo in lontananza
fugge
la terra all'occhio vagabondo
l'eco
e il profumo degli scogli
a
sera...
una
ventata di dolcezza nuova
nel
ricordo.
Addio
Cala Serena
nell'ora
del tramonto!
Sull'acqua
densa abbrividisce appena
la
corrente...
quasi
immobile il traghetto.
A
nostalgia ci spinge l'odore di routine
Edda Pellegrini Conte
La "realtà" virtuale e trascendente di Edda Conte
(2° parte di un Calendario 2021)
Marco dei Ferrari, collaboratore di Lèucade |
I
secondi sei mesi (luglio - dicembre) del Calendario 2021 di Edda Conte
manifestano un tracciato diverso.
Non
è più il tempo (ovvero l'a-temporalità) protagonista della riflessione lirica
bensì la sua metamorfosi cromatico/scenografica.
Sono
i "colori" umanizzati dalla Poetessa ad occupare, verso dopo verso, liricità
che sostituiscono personaggi, storie, spazi, convergenze, sentimenti, sapori (il
lilla guardiano... i fiori sui balconi e sulle vesti maliziosi... il prato
azzurro compagno della rena bianca...) e che la Poetessa non intende
assolutamente disattendere.
La
cromaticità dell'amore è una convergenza di difesa ad oltranza della vita
ribadita nelle esplosioni dell'estate di Gallura (luglio).
Stesso
"cromatismo lirico" si articola nei "profumi della macchia sarda"
insinuandosi e storicizzandosi sulle rovine nuragiche di una Storia che
potrebbe ripetersi in forme diversificate ciclicamente (le avventure al pub...
nelle sale del Palazzo... nel mare di viola...) per significare un "agosto"
riflesso e percepibile in un sogno d'amore giallo-rosa che passeggia a cogliere
fiori splendenti su esotici richiami vacanzieri.
La
Sardegna "bucolica" di Edda (Capo Caccia e Palmavera...) richiama la
sua delicata e sistematica propensione alle "visioni" naturali di
cristallina bellezza dove peraltro non manca la partecipazione dell'essere
umano a ritrovare l'edenico orizzonte oniricamente mai perduto e sempre agognato.
Scorrendo
le liriche, la dimensione "bucolica" continua a maggiore intensità
nel "tramonto" settembrino di Porto Rafael dove il cromatismo cresce esponenzialmente
fino a condizionare ogni scenario reale (ravviva la sera...), il sentimento (si
attende il tramonto...), il sogno e il tempo concretamente vissuto annullato
peraltro dalla memoria.
La
"realtà" in effetti per la Poetessa si trasforma in "presenza
attualizzata" dal sole, dal mare, dai fiori (cespi di cisto... giglio marino...
lentischio... mirto...), dall'esistere nelle vicende del creare, nella
maturazione dei fatti, nel risultato di ogni evocarsi (l'unica realtà che ci
appartiene...).
Ottobre
è qui il mese prescelto da Edda per rinsaldare il suo sguardo lirico sulle
meraviglie di un'isola tripudio di colori e messaggi silenziosi nel vento: a Caprera
la fine di una stagione non trova ospitalità e il sole continua il suo
risplendere catartico nei fiori e profumi, su graniti, pinete, spiagge, cale e
calette, rocce, "cielo di cristallo" che traspare per ogni dove.
Si
modifica l'umanizzazione: attimi silenziosi, scorci di paesaggi, stagioni "senza",
un'unica omogenea fluidità di sensazioni intuitive dove Edda narra poetando e
liricamente trascende presenze, passaggi/mutazioni di cromatismi essenziali.
La
"mutazione" (o trasformazione) avviene magicamente in una "Tomba
Megalitica" nel mese dei morti (novembre): il vento dominante riecheggia
silenziose arpe lontane nei millenni della memoria virtuale.
Tutto
è memoria: i sassi, le canne d'organo, la caverna, i defunti, i fantasmi sulla
Tomba di Giganti (...cattedrali... arcane), i fiumi sotterranei.
Ma
è una memoria senza tempo, né possibilità di rivivere concretamente perché la "realtà"
onirica di Edda Conte vanifica ogni richiamo che non sia "bucolicamente"
disposto è solidificato da "situazioni" "totali" di un mondo
anche micro organico/inorganico invasivo e predominante su ogni "essere"
vivente o non.
La
"realtà onirica" non può durare a lungo: tutto si confonde (mare/cielo)
e sfugge (brughiera di echi in scogli...) nella sera che la Poetessa ricama su "dolcezze
nuove" di ricordi antichi... dove la "virtualità" prevale in un
mix di immagini precognitive di un addio vagabondo.
Il
"ritorno" ad una realtà quotidiana meno onirica, si intreccia con un
dicembre da brivido (l'acqua densa della corrente...) che un traghetto sospinge
nostalgicamente in una ripetizione di "immobilità" percepita come
condanna inevitabile ad un Eden fantasmatico.
Solo
un "ritorno" mitopoietico può avvertirsi come già esistente nell'ineffabilità
dei versi narrati da virtualismi trascesi in un "capitolo"
complessivo di Natura, spiritualità, storicismo, totalizzazione ontologica
nell'Essere assoluto dove i momenti del Calendario (affiancati da "affinità"
pittoriche di alto profilo) trovano sequenziale connessione.
La
"connessione" di Edda non tragga comunque in inganno: non si tratta
di un percorso scontato e semplificato dalle cadenze temporali/stagionali.
Al
contrario qui si affrontano problematiche di profonde dimensioni nascoste che
coinvolgono l'essere vivente dal passato al futuro presente.
L'analisi
della Poetessa è duplice: dal narrato/poietico al riflesso meditativo
"mascherato" dal trionfo "bucolico" delle
"presenze"/assenze incontrovertibili già evidenziate; dallo
scorrimento visivo/immaginario/sensitivo alla funzionalità necessaria dei
"momenti" frazionati nel "momento" unitario e complessivo,
quale "strumento" organizzativo di quotidianità "virtuale"
sofferta "a priori" e respinta "a posteriori".
La
"connessione" strumentale di Edda raggiunge così in questo
"Calendario" lo scopo invisibile della sua creatività ferita e
protesa alla ricerca di quell'orizzonte edenico che solo poetando può
attualizzarsi in divenire esistenziale degno di essere vissuto.
Marco
dei Ferrari
Marco, generoso, infaticabile e talentuoso amico di Edda, sta portando avanti sul calendario artistico della Nostra una disamina che incanta. Dopo aver esaminato i primi sei mesi mette in evidenza quanto negli altri sei non sia più 'l'a-temporalità) protagonista della riflessione lirica bensì la sua metamorfosi cromatico/scenografica'. Ed è vero, così come è vero che cambia il volto della Sardegna, Edda si dedica all'aspetto 'bucolico' dell'isola, a luoghi come Capo Caccia, Palmavera, Porto Rafael... E Marco sottolinea quanto nei versi si avverta un 'ritorno mitopoietico',ovvero la facoltà spirituale che già Platone considerava più particolarmente propria dei poeti, distinguendola dall’attività più specificamente teoretica, generatrice di verità e di conoscenza. Un'esegesi perfetta, ricca di tratti onirici, tanto cari a Edda e di speculazioni filosofiche. Mi congratulo ancora e sempre con Marco e lo ringrazio per l'esempio che tenta di darmi... purtroppo le sue vette mi sono inaccessibili. Un fortissimo abbraccio a lui e al nostro 'seme d'amore'!
RispondiEliminaRingrazio la "generosità" letteraria e affettiva di Maria Rizzi che puntualizza, indica, orienta, chiarisce con acuta capacità introspettiva ogni micro-macro di questo "Calendario 2021" inserito mirabilmente nelle "liriche" di Edda Conte, che personalmente ho tentato di interpretare.
RispondiEliminaMaria Rizzi è una squisita e delicata analista propositiva che incoraggia sempre ogni tentativo e merita il plauso del "qualificare ad alto livello".
Affettuosamente
Marco dei Ferrari
Apprezzo molto e ammiro quanto scrive l'amico Marco dei Ferrari dopo la lettura delle mie poesie sul Calendario Helicon 2021. Un meditato commento che a buon diritto può dirsi una filosofica esegesi, condotta con serietà e passione , suddivisa in due parti: primo e secondo semestre dell'anno.
RispondiEliminaQui lo scrittore si sofferma e relaziona su ciascuna poesia in modo profondo e acuta analisi, secondo il suo stile di non facile approccio, ma di innegabile interesse.
Tenendo nella dovuta considerazione l'impegno dello scrittore in questo lavoro mi auguro che anche gli amici di Leucade lo apprezzino così come l' ho apprezzato io.
Ringrazio con piacere e con affetto
Edda Conte